sabato 30 settembre 2017

Politica e democrazia: italiani i più malcontenti e insoddisfatti d’Europa

WSI 29 settembre 2017, di Alessandra Caparello

Italiani un popolo di malcontenti e insoddisfatti  per quanto riguarda la politica nazionale e l’economia. A dirlo un’indagine realizzata dalla società Bertelsmann Stiftugn secondo cui tra gli europei i cittadini tedeschi sono quelli più soddisfatti e positivi per la direzione che sta prendendo il loro paese.
Oltre la metà dei tedeschi intervistati, il 59% circa si dichiara soddisfatto, una percentuale molto alta rispetto alla media Ue del 36%. Di contro l’87% degli italiani si dichiara invece insoddisfatto.
I nostri concittadini in particolare si dicono meno soddisfatti per quanto riguarda la  democrazia (17%). Guardando agli altri paesi, il Regno Unito è più ottimista, con il 56%, rispetto alla Francia, al 50%.
Ma gli italiani sono insoddisfatti così anche per quanto concerne la situazione economica. Il nostro paese, la quarta economia dell’Unione europea, ha registrato negli ultimi anni una crescita debole anche se vi sono segnali di ripresa. Solo il 46% dei cittadini intervistati dicono di aver l’impressione che loro finanze personali sono rimaste invariate.
Secondo l’indagine i tedeschi hanno generalmente  l’impressione di essere benestanti, soprattutto se confrontati con i loro vicini europei e altri alleati occidentali.
In tutti i paesi nonostante i vari livelli di soddisfazione sullo stato della democrazia dell’economia, tutti concordano su una cosa: il malcontento nei confronti dell’Unione europea.
Solo il 28% dei tedeschi ritiene che Bruxelles stia andando nella giusta direzione e gli italiani ancor ameno appena il 17%. I più ottimisti sono i francesi che salgono al 38%. Ma se dovesse essere indetto un referendum simile a quella della Brexit, nessun paese sceglierebbe di lasciare il mercato unico, come rivela l’indagine. In media il 79% vorrebbe rimanere ma in Italia, solo il 56% afferma di voler votare per rimanere nell’Ue se avesse la possibilità di farla.

giovedì 28 settembre 2017

mercoledì 27 settembre 2017

Economia globale rischia nuova crisi, dieci anni dopo la Grande Recessione

WSI 27 settembre 2017, di Mariangela Tessa


A dieci anni della peggior crisi dopo la Grande Depressione, l’economia globale rischia una nuova crisi nuova a cui non sembra essere preparata. L’avvertimento arriva dal World Economic Forum che, in occasione della presentazione della consueta ricerca annuale sulla competitività, sottolinea il fallimento delle politiche economiche nel favorire la produttività dopo la crisi del 2007-08. Questa situazione di fatto ha compromesso le possibilità di una ripresa sostenuta.
Per le economie industrializzate, i maggiori rischi – evidenziati dal WEF – risiedono nell’impreparazione di fronte “alla prossima ondata di innovazione e automazione“. La sfida della Quarta rivoluzione industriale “sarà definita sempre più dalla capacità innovativa dei Paesi” con un’importanza sempre maggiore della capacità di attrarre talenti, spiega Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del Wef.  
Uno dei problemi individuati dall’organizzazione elvetica è la capacità di trasformare l’innovazione in aumenti di produttività, fra crescenti investimenti in tecnologia e difficoltà nel diffonderli nell’intera economia. Con molti posti di lavoro a rischio, “sarà vitale” creare condizioni in grado di resistere a shock e sostenere il lavoro nei periodi di transizione”.
Su scala globale, il Wef punta poi il dito anche sul sistema finanziario, dove “nuove fonti di vulnerabilità sono evidenti”, e le banche, “meno solide rispetto a prima della crisi” a fronte della Quarta rivoluzione industriale che richiederà invece maggiori investimenti.
Ma veniamo alla classifica sulla competitività globale. Anche quest’anno, tra   i 137 Paesi considerati, spicca al primo posto la Svizzera, seguita da Usa e Singapore. Nella top ten, c’è spazio anche per Olanda, Germania, Svezia, Regno Unito e Finlandia.
L’Italia sale di un gradino al 43esimo posto, migliorando grazie al suo punteggio migliore di sempre ma ancora nelle retrovie.
Una posizione su cui avanza dei dubbi il ministero dell’Economia, che critica la base metodologica della classifica: il peso delle opinioni sull’indice – è l’interpretazione che dà  Via xx settembre – sarebbe del 60% e tre dei quattro ‘pilastri’ dell’analisi nei quali l’Italia si posiziona peggio si baserebbero prevalentemente su indagini d’opinione.
Secondo l’organizzazione elvetica che coordina ogni anno il Forum di Davos, in Italia migliorano comunque l’efficienza del mercato dei beni (60mo posto) e l’educazione superiore e la formazione (41). Restano i punti forti italiani delle capacità innovative (32), della sofisticatezza delle imprese (25) e delle infrastrutture (27). Al contrario, “nonostante le recenti riforme il mercato del lavoro (punteggio 116) e i mercati finanziari (126) rimangono punti deboli” che il Wef definisce “difficoltà croniche” per l’Italia.

La destra avanza (Vauro)

lunedì 25 settembre 2017

.. sempre lì siamo

.. Esono passate anche le elezioni generali tedesche!!! Il botto l'hanno fatto: non tanto perchè qualcuno, AFD, ha stravinto (prendendo 500 mila voti dalla SPD, oltre 1 mln dalla CDU/CSU e un altro milione dall'astensionismo...) quanto perchè i partiti tradizionali, quelli, per intendersi,  che si autodefiniscono di destra e di sinistra (categorie ormai desuete cui solo ingenui, o che non vogliono a tutti i costi aprire gli occhi, e in persone malafede credono ancora), hanno perso voti in gran messe........ soprattutto quelli grandi (die linke ha perso voti assoluti ma non percentuali  - miracoli della statistica -; i liberali avanzano a spese dei cristiano sociali bavaresi e i verdi, bé, hanno il loro zoccolo duro e un certo consenso e quindi non risentono degli alti e bassi).
Quanto sopra sono i fatti, nudi e crudi; il resto sono parole, anch'esse crude ma parole e quindi passibili di interpretazione, dialettica ecc... in una parola: bla bla. Ho da dire, con la permessa di cui sopra, alcune cose:
  1. al di là dei risultati il dato politico è che la Germania sarà per un pò per i fatti propri a pensare al proprio ombellico.. e così pure l'europa che dovrà fare a meno del suo paese guida.
  2. Il regno del liberismo merkeliano, ormai nella fase discendente, è al suo naturale decorso.. e si vede. La Germania deve molto alla signora e lei, la signora, deve molto non tanto a Kohl, padre putativo e che lei ha fatto fuori elegantemente... una cosa molto italiana, quanto a un SPD ossia Schroeder che fece 'le riforme necessarie' e che oggi lei si ritrova già fatte e metabolizzate dalla società e imposte agli altri paesi, noi compresi (mini job, precarizzazione elevata dei contratti, nuovi lavori, ecc. insomma l'istituzionalizzazione del modello americano che tanto piace a rentier e banche.. e se gli indigeni fossero troppo schizzinosi ci sono gli immigrati a bassissimo costo, quasi zero.. a buon intenditor, vero?
  3. e veniamo al, quanto vero non so perchè secondo ce ne sono vari, motivo per la signora e i suoi sodali, ex, spd hanno perso: l'immigrazione. Questo paese ha 'accolto' circa, dice, un mln di persone: un numero rilevante ma, a differenza nostra, se li è in parte potuti scegliere: ossia ha perso quelli che interessavano lasciando il resto a noi e al resto dei paesi confratelli..in pratica la crema se l'è presa e i fondi di bicchieri li ha lasciati agli altri!!! Siamo sempre all'interno, sia chiaro, del noto schema 'frega il tuo vicino (Juncker lo conosce bene visto che quand'era Primo ministro lo usò a scapito degli altri)', nulla di nuovo per carità però.. si sa no non tutti stanno zitti abbozzano e infatti i paesi di Visengrad non ci stannoa prendersene sul proprio territorio, e gli do anche ragione sulla questione visto che non sono certo paesi ricchi come la Germania, e la Turchia vuole soldi ben sapendo che li avrà (è il cancello d'Europa)....
  4. Allora perchè il tedesco medio, circa 39-50 anni, ha voltato le spalle alla Signora? Semplice, perchè si guarda intorno e vede crescere la povertà: con l'avviarsi alla decadenza del sistema messo su in quest'europa vede le nubi del temporale all'orizzonte.... e con esso vede il proprio futuro essere come il nostro.
..... francamente il fatto che l'AFD abbia vinto non mi pare così rilevante, rispetto agli scenari sopra disegnati e non dal sottoscritto ma dai giornali e media tedeschi. Sapete la cosa che mi ha colpito? La differenza fra dentro e fuori la Germania: dentro i loro confini la cosa si restringe a chi governa i processi, a chi pagherà i costi e su scaricare tutto il resto; fuori il paese la... preoccupazione che il giocattolo, con il quale le élite hanno consentito il sacco dei rispettivi paesi a beneficio tedesco, si rompa e si debba dar conto alla gente del maltolto!!!

test velocità

Test ADSL Con il nostro tool potrete misurare subito e gratuitamente la velocità del vostro collegamento internet e ADSL. (c) speedtest-italy.com - Test ADSL

Il Bloggatore