martedì 20 settembre 2016

Ciampi.. ma basta ora diciamo qualcosa di diverso

Ha ragione Massimo Rocca che sotto l'alias 'Il Contropelo' su facebook ha, ancora una volta devo dirlo, messo alcuni puntini sulle 'i' ma pure sulle altre vocali (...) a proposito della dipartita di C. A. Ciampi.
Si ha avuto grandi meriti ed è stato un grande professionista nel suo ramo: il problema è arrivato quando s'è messo o, meglio, l'hanno messo a fare il politico; e cosa può fare un banchiere quando fa il politico? Il liberale, naturalmente.... vecchio stampo ottocentesco. E da mestierante non poteva non aprire le porte al mercato con conseguenze devastanti per l'Italia; prendo dal post del Giornalista: "il suo non aver mai avuto un confronto con gli elettori, le debolezze nei confronti di Berlusconida capo dello stato, egli non fu certo il solo responsabile ma, date le posizioni avute senza soluzione di continuità dal 1979 al 2006, non si scappa o fu irrilevante o fu compartecipe. Nel 1979 anno in cui assume la guida di Bankitalia il debito pubblico italiano è al 58, 25%. Sono già passati sei anni dallo choc petrolifero. Fino al 1981, anno del divorzio tra Banca d'Italia e Tesoro, nonostante i democristiani e i socialisti ladri, l'iperinflazione, i sindacati cattivi, l'articolo 18 e le brigate rosse i debito sale solo al 58,46. Messi i famosi paletti (di frassino e invece che nel cuore nel culo) cioè facendo comprare il debito del paese sul mercato finanziario, con grande soddisfazione della banche d'affari il debito raggiunge al momento delle sue dimissioni da Via Nazionale il 115,66%. (Fonte: Il Contropelo su Facebook)"...... tutto chiaro?
Ora ritengo che qualcuno, almeno una volta, dovesse rompere con questo piaggeria sulla sua figura e sul suo operato: non è stato un salvatore della patria ma aveva una missione che ha portato a termine senza esitare nemmeno per un secondo e, nonostante fossimo una democrazia a differenza di altri paesi dove è stata applicata la stessa ricetta (leggi Chile), ha reso questo paese terra di conquista per gli interessi altrui e ha aperto le porte ai nostri industriali, ultra sovvenzionati dallo Stato, alla finanza trasformandoli in rentiers e parvenù con tutto quel che significa questo passaggio non tanto per gli stessi quanto per il paese: ma questa è storia....
E non è che i suoi successori abbiano brillato per discostarsi dalla linea da lui dettata, anzi ma se dobbiamo ricercare il punto di svolta, bé questa è legata alla figura di quest'uomo..

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