giovedì 25 giugno 2015

E scuola fu... solo un occasione persa

Credo ceh il financial Times avesse ragione: l'italia sarà il prossimo "problema" che la, cosiddetta, UE dovrà affrontare.. non hanno fatto come Irlanda e Spagna e prima o poi la patata bollente italiana esploderà; non potrebbero avere più ragione. Si l'Italia ha dei problemi, e tanti.. a partire dai fondamenti stessi del formare e far crescere i futuri cittadini. Già la Pessima buona scuola è passata e l'occasione di adeguare la scuola pubblica alle mutate condizioni sociali è sfumata come fumo nel vento: si poteva fare di meglio, di più e con meno fratture sociali? Si si poteva  ma non con governi e capi di stato come li abbiamo avuti negli ultimi 15 anni!!!! Non è una legge di riforma questa anzi semmai è controriforma pura e semplice: riduce, secondo il modello angloamericano, quella pubblica, come finora l'abbiamo conosciuta, ai minimi termini storici: forse la si può equiparare a quella larvale di inizio nocevento... ma soprattutto laascia un enorme spazio ad altro: da un lato realizza l'acquisizione definitiva delle scuole private nel sistema finanziato da tutti ma per pochi e dall'altro non affronta anzi evita di affrontare problemi enormi quali l'integrazione dei figli degli immigrati e i disabili nella scuola come pure evita, fra i tanti paroloni messi nella legge e che MAI saranno applicati a meno di non far esplodere la spesa pubblica, di affrontare le grandi tematiche che una scuola di un paese libero dovrebbe affrontare: il genderismo, l'aborto, la condizione delle donne, l'educazione civica ecc. cose importantissime che sono e dovrebbero essere la base su cui tutto poggia e invece nulla.. la scuola formativa, quella di base, rimane intonsa e diventa un enorme parcheggificio per i giovani e un mascherato collocamento di precari (fra parentesi affidati all'imperio di presidi-manager che sono posizioni non sempre ricorperte da personale preparato e scevro da pressioni e raccomandazioni) ma di contenuti importanti zero, il nulla... il vuoto penumatico.
Semmai vogliamo dare un immagine di un paese votato, volontariamente peraltro visto che li continuano ad eleggere, al declino e allo sfacelo è proprio questa buona scuola... buona per i favori che verranno riscossi dai voti dei perbenisti, che manderanno a spese nostre i loro figli a quelle private, e squola.. scritta con la "q".

mercoledì 24 giugno 2015

"Femminicidio? Causato da donne che lasciano uomini"

Innanzitutto sentito cosa dice questo bel tipo:

poi dopo aver sentito ditemi: siamo o non siamo un paese talmente ridotto male che è meglio lasciarlo affondare?
Perchè qui siamo proprio messi male! Il bello è che i emdia anzichè esecrare un tipo così e metterlo nell'oscurità del non "sentito" ci stanno ricamando alla grande: appare ovunque e non dove non c'è fisicamente c'è in .. spirito permettendo picchi di audience e pubblicità gratuita ma SOPRATTUTTO moltiplicando l'effetto imitativo in quelle persone che se non hanno il coraggio di dire pubblicamente pensano le STESSE cose di questo bel tomo e magari le mettono pure in pratica....... e la Chiesa? Tace.... anzi il silenzio rumoroso di questa istituzione è tale che da molto da pensare a chi ancorea crede che questa istituzione sia "distratta" da altro: forse ne condivide l'orizzonte? Si spera di no; Forse non può codnananre, esecrare, ecc. perchè altrimenti si alienerebbe una bella fetta di persone dal suo gregge? Potrebbe essere un ipotesi.... la cosa che, però, colpisce di più è che, ad esempio, Bertone che è sempre prolisso e alza alti lai in difesa di questo e di quello ora è in ritiro ed è diventato silenzioso.
Caro Papa Francesco,
ancora molto lavoro ti attende, per riportare nei vincoli degli stessi binari tradizionali da te tracciati, per "riformare" la Chiesa ..... perchè se è vero che ci sono momenti nei quali è meglio tacere è anche vero che quei famosi "valori" giudaico-cristiani assumono una luce molto sinistra se dal ventre molle del gregge emergono personalità così... problematiche di cui, si spera per soli motivi di misericordia, si evita di parlare e condannare? Questo signore ha cancellato in un colpo anni di battaglie e conquiste ma ha anche avallato quei comportamenti che fino al 1980 erano ancora codificati dal nostro codice penale come "delitto d'onore"..... e tutto il substrato culturale che vi attingeva per giustificarsi e giustificare non solo il femminicidio ma tante altre cose che ben sappiamo: e poi condanniamo l'Isis, vero?

martedì 23 giugno 2015

Omaggio a Laura Antonelli

Ve lo dico: non ne volevo parlare. Non sol perchè è fuori dal target solito del blog ma anche perchè VERA signora, nonchè splendida donna, avrebbe meritato ben altro che della dipartita che gli è stata riservato dalla sorte.
Però glielo devo. Non ha solo illuminato le mie notti ma ha rappresentato un tipo di donna "tutta al naturale" che oggi non si trova nemmeno più con la lampada di Diogene... rispetto al "modello" femminile venuto dopo Lei è lontana anni-luce, migliaia di anni-luce e non foss'altro che solo questo il motivo la renderebbe unica.
Preferisco ricordarla così con queste semplici parole......
Addio Laura

un altra stella si è accesa in cielo, eterna ed eterea

Trattati di libero scambio: news dagli usa...

Qui in Europa (ne esiste una?) c'è un ampia opposizione ai trattati di "libero" scambio, lo sappiamo; anche perchè, da bravi ex colonizzatori e sfruttatori abbiamo ancora l'idea di essere l'ombellico del pianeta mentre invece, soprattutto per nostri errori storici, ormai siamo vicini a un altra posizione geografica del corpo e non ne vogliamo prendere atto.... in particolare ciò vale sia per chi ha velleità di "guida" del vecchio mondo sia per tutti gli altri che vanno a ruota.
E' vero che il libero scambio, se fatto con tutti i crismi (situazione ideale teorizzata a tavolino e mai realizzata nella realtà), potrebbe dare a tutti qualcosa un certo prezzo con un certo costo per chi fornisce: insomma l'incontro, sempre teorico, di domanda e offerta con una capacità regolatoria che mai si è verificata nella storia. E' anche vero, però, che la sua reale applicazione ha fatto enormi danni: fin dalla disdetta degli accordi Bretton Woods tutte le speranze del  dopoguerra, con una lentissima opera di erosione, vengono vanificate e a muovere gli organismi internazionali e i singoli stati non sono più considerazioni "sociali" ma politiche e di blocco cui si apparteneva. Tantissimi paesi, la Grecia è solo l'ultima della serie, hanno provato il morso delle cosiddette istituzioni internazionali con danni gravissimi, cha ancora oggi pagano in termini di maggior povertà, al tessuto sociale: spessissimo laddove sono state applicate non sono mancati golpe, rivolte sociali, ecc. Ma dal punto di vista degli USA? Bè, cambia tutto: lo scontro fra Obama è i congressmen del G.O.P. (repubblicani, nella versione però non storica ma ...... pervasa da tea-party e rappresentanti degli Stati della Bibbia) è proprio sul tema "libero scambio" al culmine: tenendo presente i finanziamenti avuti per la campagna elettorale presidenziale Obama pare ci provi a portarlo alla firma soprattutto per le aziende che con lui hanno fatto lobby ma punendo invece quelle estrattive, in particolare quelle fossili che storicamente sono dall'altra parte della barricata. Questa potrebbe essere una buona notizia se l'attuale inquilino della White House fosse seriamente pervaso da fervore ambientalistico, cosa che non risponde al vero perchè in realtà chi lo ha appoggiato ha altri interessi altrettanto pervasivi e, probabilmente, altrettanto dannosi per il clima e per l'ambiente.. per tacere della salute delle persone: alcuni esempi? Si parla di apertura dei mercati in agricoltura, sanità, pensioni, servizi pubblici primari (acqua in primis), istruzione, ecc. insomma tutto quello che venne regolamentato per legge (soprattutto in seguito alle grandi pressioni dei cittadini e delle associazioni ambientaliste, da noi in primis il referendum sull'acqua e/o la tariffazione tutelata per gas e luce) rischia di essere gettato alle ortiche per dare in pasto settori essenziali alle fameliche fauci del "mercato".... detto meglio alle aziende americane e transnazionali che hanno a cuore il profitto, proprio, e la socializzazione dei costi non certo il benessere della generalità. Un tale scontro viene definito al calor bianco negli USA ma in realtà è uno scontro fra conflitti di interesse: da un lato i petrolieri (ivi compresi i cowboy del fracking) e i loro corifei del GOP dall'altro quelle alimentari, delle cosiddette energie rinnovabili (dentro loro ci mettono anche il nucleare), parte della new economy e, dulcis in fundo, le grande ristorazione..... insomma da dovunque ci si volti non si può non molto interesse privato in servizi pubblici e pochissimo "social" cui siamo abituati (forse dovremmo dire c'eravamo abituati) storicamente. Eppure, e questo è tutto lavoro dei media, pur se Obama sembra un "democrat" in realtà qui lo ptremmo paragonare a ..... *enzusconi? Si, con qualche significativa differenza ma l'essenza è questa.
Messo sotto questo punto di vista tutte le privatizzazioni e le liberalizzazioni (Enel, poste, gas, acqua, pensioni, ecc.) rientrano nel "piano": in Europa il percorso è molto più lungo perchè, appunto, forti sono le resistenze, negli USA no se non nel senso di un completo far west voluto dai prossimi, probabili, inquilini della White House.. i repubblicani.
Ecco perchè qui in tanti, ivi compreso il sottoscritto, temono l'entrata in vigore di questi trattati: troppa poca trasparenza e troppo peso specifico dato agli interessi "aziendali" a dispetto di tutto il resto: resto che in realtà non è affatto secondario dato che quel resto siamo noi.. i consumatori finali ridotti ad "accedere (cito liberamente da Rifkin "l'era della accesso" Mondadori editore)" a servizi prima per tutti e dopo essi solo per coloro che ne hanno la possibilità economica di usarli; meglio detto: se paghi hai; altrimenti sei fuori e ti arrangi e accosti a quel poco di pubblico che è lasciato per tutti.
per correttezza di informazione a questo link della Commissione europea c'è quanto di pubblico si sa di questi trattati...  mentre a quest'altro link del movimento NO-TTIP. Traetene voi le conclusioni.

domenica 21 giugno 2015

Sviluppo sostenibile: salvare il pianeta si può o bisogna tornare indietro di qualche secolo?

dal Fatto Quotidiano del 21 giugno 2015 a firma di

Anche il Vaticano si è accorto dei cambiamenti climatici ed incoraggia il mondo a ridimensionare il consumo di idrocarburi. Ma se è vero che la desertificazione in Africa costringe intere popolazioni a migrare verso la ricca Europa e la debolezza dei monsoni mette sul lastrico ogni anno milioni di contadini indiani, è anche vero che il surriscaldamento della terra è iniziato con la rivoluzione industriale. Un fenomeno, quest’ultimo, che nel lungo periodo ha prodotto benessere, diminuito la mortalità nei paesi industrializzati e che ha dato vita al modello di sviluppo più popolare, anche se ormai ‘insostenibile’ in termini climatici.
Come conciliare il desiderio di industrializzazione dei 3 miliardi di poveri nel mondo, coloro che il Papa giustamente identifica con le prime vittime del surriscaldamento della terra, con l’applicazione di un modello di industrializzazione che uccide il pianeta? Le alternative sono due: o torniamo ad un modello di vita antecedente alla rivoluzione industriale o ne inventiamo uno nuovo. Nonostante da almeno due decenni si parli con certezza di cambiamenti climatici legati all’industrializzazione, il discorso delle rinnovabili è ancora in via di formulazione teoretica, sappiamo molto ma non abbastanza per poter sostituire il consumo di idrocarburi con fonti di energia alternative all’interno di un nuovo modello di sviluppo.
Scienziati, economisti e politici dibattono da anni questo tema senza arrivare ad una conclusione. Una cosa è certa, la rivoluzione industriale è stata prodotta dalla felice concomitanza di alcuni fattori: invenzioni tecnologiche, abbondante forza lavoro a basso costo ed una fonte d’energia, il carbone, per uso industriale, ampiamente disponibile. Oggi la tecnologia fa passi da gigante quasi quotidianamente ed uno dei principali problemi del villaggio globale sono le masse di migranti che potenzialmente rappresentano un riserva enorme di forza lavoro a basso costo. Ciò che manca è una fonte d’energia pulita per uso industriale che sia in grado di competere con gli idrocarburi.
Manca insomma un modello industriale che funzioni sul larga scala con energia pulita, che naturalmente non sia il nucleare. E’ vero che manca anche la cultura del risparmio energetico, del riciclo ma l’idea che il pianeta possa essere salvato attraverso una presa di coscienza a questo livello è, ahimè, un’utopia. Anche se il miliardo che vive nei paesi industrializzati, e che consuma per capita più di ogni altro abitante al mondo, riducesse drasticamente il proprio consumo energetico, il surriscaldamento della terra non cesserebbe. Un grafico prodotto da Bloomberg mostra che anche se tornassimo ai livelli di consumo degli anni Cinquanta o Sessanta, e quindi molto più basso di quello odierno, saremmo sempre sopra la media del XX secolo.
Ciò di cui abbiamo bisogno è un investimento massiccio nella ricerca di una o più fonti energetiche che sia in grado di sostituirsi per semplicità ed efficienza agli idrocarburi e che sia funzionale all’innovazione tecnologica ed al surplus di forza lavoro. E non lasciamoci confondere dalle statistiche, secondo l’International Energy Agency, nel 2014 sono stati investiti 310 miliardi di dollari nell’industria delle rinnovabili, contro i 60 di dieci anni fa. Tanto per capire quanto piccole siano queste cifre, 310 miliardi di dollari sono una frazione di quanto si è speso per salvare il sistema finanziario dalla crisi della Lehman Brothers. Fino a quando non avremmo trovato una combinazione ottimale per sostenere l’industrializzazione dei paesi che la anelano, i problemi climatici continueranno ad essere dibattuti ma non risolti.
Ed il tempo stringe. Il 2015 è già l’anno più caldo della storia moderna, il mese di maggio ha battuto tutti i record in materia. Quest’inverno il surriscaldamento del Pacifico ci regalerà el Nino più caldo e forse anche quello più lungo.
Il surriscaldamento della terra non minaccia solo i poveri ma anche l’ecosistema mondiale, dall’inizio del 1900 si sono estinte più di 400 specie di vertebrati, una perdita che in passato si verificava nell’arco di 10.000 anni. Tra meno di tre generazioni perderemo l’impollinazione naturale della api, insetti essenziali per l’ecosistema.
E’ ora di smettere di discutere ed iniziare a fare qualcosa di concreto per salvare il pianeta.
p.s.
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