venerdì 7 novembre 2014

Commissione Ue, la colpa è tutta di Juncker: è l’ora delle dimissioni?

di Stefano Feltri | 7 novembre 2014
Il neopresidente della Commissione europea Jean Claude Juncker si deve dimettere? Guardiamo la situazione in astratto: documenti ufficiali dimostrano che il titolare di una delle più importanti cariche europee nella sua passata vita politica è stato responsabile di accordi segreti con grandi multinazionali che grazie a queste intese sono riuscite a sottrarre decine di miliardi di tasse ai Paesi in cui avrebbero dovuto pagarle. Questo è, in sintesi, il risultato dell’inchiesta del Consorzio Internazionale per il Giornalismo Investigativo: 340 aziende hanno spostato una parte delle loro sedi legali in Lussemburgo per fare “ottimizzazione fiscale”, cioè per pagare meno tasse usando metodi quasi leciti.

Due di queste corporation – Amazon e Fiat – sono già sotto inchiesta dalla Commissione europea guidata proprio da Juncker. Se si guardano i numeri, probabilmente ha fatto più danni alle finanze pubbliche europee Juncker che qualunque evasore fiscale. Eppure non se ne possono pretendere le dimissioni, come fa per esempio il Movimento Cinque Stelle. Perché era tutto noto: basta leggere la brochure promozionale del Luxembourg Stock Exchange, la Borsa del Granducato, per vedere che questo ricchissimo staterello non ha pudore nel presentarsi come uno snodo fondamentale per le imprese che devono eludere il fisco. Perfino Finmeccanica ha usato il Lussemburgo per pagare meno tasse allo Stato italiano, suo primo azionista (il nuovo management spiega che in futuro non succederà più).
Quando il Partito Popolare e poi il Consiglio e il Parlamento europeo hanno individuato in Jean Claude Juncker il successore di José Barroso alla Commissione, hanno applicato una specie di condono fiscale. O almeno morale. L’Europa accetta al suo interno quello che gli economisti chiamano arbitraggio fiscale o, meglio, “beggar thy neighbour” (frega il tuo vicino). La prosperità di nazioni sempre pronte a criticare la bassa competitività dei Paesi mediterranei indebitati si fonda quasi esclusivamente sulle furbate fiscali: Olanda, Gran Bretagna e soprattutto Irlanda hanno fatto della bassa imposizione fiscale la fonte della crescita. Uno sviluppo ammirato e celebrato ma che è soltanto l’altra faccia della colossale imposizione fiscale lamentata altrove, soprattutto in Francia e Italia. Lo scandalo “LuxLeaks” non è una notizia. La sanzione morale che comincia a colpire le aziende che aggirano il fisco in Europa invece è una cosa nuova. Juncker dovrà tenerne conto.
il Fatto Quotidiano, 7 Novembre 2014
p.s.
nell'augurarvi BUON WEEKEND vi lascio alcune considerazioni...
  1. non solo in italia la giustizia è, secondo i complottisti, a orologeria;
  2. le lobby avverse a Juncker non sono poche e c'è da scommetterci che il loro zampino è presente nll'esplosione dello "scandalo";
  3. alla Commissione sapevano eccome del "problema" che assillava Juncker.... e hanno fatto un condono morale, come dice nell'articolo il giornalista, sulla faccenda;
  4. ci rompono i corbelli con l'europa salvifica e poi vien fuori che molti dei nostri problemi sono creati proprio dall'europa e dei suoi rappresentanti.. meglio andarsene;
  5. Renzi sapeva? Se si ciò spiega la "schiena" dritta.. non usuale dei nostri politici;
  6. W LuxLeaks e l'International Consortium of investigative Journalist!!!! Lunga vita ai giornalisti, ce ne fossero in italia di persone così, che hanno in piazza i panni sporchi della euroburocrazia.
 

giovedì 6 novembre 2014

Eurogendfor, la nuova polizia europea con poteri illimitati

L’Unione Europea impone la smilitarizzazione della quarta Forza Armata e l’accorpamento dei carabinieri alla Polizia di Stato … L’Arma dei carabinieri in un futuro più o meno prossimo, ma certamente non remoto, è destinata ad un inevitabile scioglimento“. Poco meno di due anni fa la Camera dei Deputati ratificava ad unanumità l’accordo europeo per la costituzione di una forza armata speciale, chiamata EGF.
La Forza di gendarmeria europea (Eurogendfor o EGF) è il primo Corpo militare dell’Unione Europea a carattere sovranazionale. La EGF è composta da forze di polizia adordinamento militare dell’UE in grado di intervenire in aree di crisi, sotto egida NATO, ONU, UE o di coalizioni costituite “ad hoc” fra diversi Paesi.
Eurogendfor può contare su una forza di 800 “gendarmi”mobilitabile in 30 giorni, più una riserva di altri 1.500; il tutto gestito da due organi centrali, uno politico e uno tecnico. Il primo è il comitato interdipartimentale di alto livello, chiamato CIMIN, acronimo di Comité InterMInistériel de haut Niveau, composto dai rappresentanti dei ministeri degli Esteri e della Difesa aderenti al trattato. L’altro è il Quartier generale permanente (PHQ), composto da 16 ufficiali e 14 sottufficiali (di cui rispettivamente 6 e 5 italiani). I sei incarichi principali (comandante, vicecomandante, capo di stato maggiore e sottocapi per operazioni, pianificazione e logistica) sono ripartiti a rotazione biennale tra le varie nazionalità, secondo gli usuali criteri per la composizione delle forze multinazionali.
Non si tratta quindi di un vero corpo armato europeo, un inizio di esercito unico europeo, nel qual caso si collocherebbe alle dipendenze di Commissione e Parlamento Europeo, ma di un semplice corpo armato sovra-nazionaleche, in quanto tale, gode di piena autonomiaInfatti, la EGF non è sottoposta al controllo dei Parlamenti nazionali o del Parlamento europeo, ma risponde direttamente ai Governi, attraverso il citato interministeriale (CIMIN)
  • L’articolo 21 del trattato di Velsen, con cui viene istituito questo corpo d’armata sovranazionale, prevede l’inviolabilità dei locali, degli edifici e degli archivi di Eurogendfor.
  • L’articolo 22 immunizza le proprietà ed i capitali di Eurogendfor da provvedimenti esecutivi dell’autorità giudiziaria dei singoli stati nazionali.
  • L’articolo 23 prevede che tutte le comunicazioni degli ufficiali di Eurogendfor non possano essere intercettate.
  • L’articolo 28 prevede che i Paesi firmatari rinuncino a chiedere un indennizzo per danni procurati alle proprietà nel corso della preparazione o esecuzione delle operazioni.
  • L’articolo 29 prevede infine che gli appartenenti ad Eurogendfor non potranno subire procedimenti a loro carico a seguito di una sentenza emanata contro di loro, sia nello Stato ospitante che nel ricevente, in tutti quei casi collegati all’adempimento del loro servizio.
Nel trattato di Velsen c’è un’intera sezione intitolata “Missions and tasks“, in cui si apprende cheEurogendfor potrà operare “anche in sostituzione delle forze di polizia aventi status civile”, in tutte le fasi di gestione di una crisi e che il proprio personale potrà essere sottoposto all’autorità civile o sotto comando militare.
Tra le altre cose, rientra nei compiti dell’Eurogendfor:
  • garantire la pubblica sicurezza e l’ordine pubblico
  • eseguire compiti di polizia giudiziaria (anche se non si capisce per conto di quale Autorità Giudiziaria)
  • controllo, consulenza e supervisione della polizia locale, compreso il lavoro di indagine penale
  • dirigere la pubblica sorveglianza
  • operare come polizia di frontiera
  • acquisire informazioni e svolgere operazioni di intelligence
Il 14 maggio 2010 la Camera dei Deputati della Repubblica Italiana ratifica l’accordo. Presenti 443, votanti 442, astenuti 1. Hanno votato sì 442: tutti, nessuno escluso. Poco dopo anche il Senato dà il via libera, anche qui all’unanimità. Il 12 giugno 2010 il Trattato di Velsen entra in vigore in Italia. La legge di ratifica n° 84 riguarda direttamente l’Arma dei Carabinieri, che verrà assorbita nella Polizia di Stato, e questa degradata a polizia locale di secondo livello. Allo stesso tempo, l’art.4 della medesima legge introduce i compiti dell’Eurogendfor, tra cui:
a) condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico;
c)  assolvere  a  compiti  di  sorveglianza  pubblica,  gestione  del traffico,   controllo   delle   frontiere   e   attivita’ generale d’intelligence;
e) proteggere le persone e i beni e mantenere  l’ordine  in  caso  di disordini pubblici.
In pratica, significa che avremo per le strade poliziotti veri e propri, che non rispondono direttamente delle loro azioni nè allo Stato italiano, nè all’Unione Europea.
Forse non è a rischio solo lo scioglimento della Beneamata Arma, potrebbe essere a rischio la sovranità nazionale
p.s.
pensatela come vi pare; siete liberi di redere che questo "corpo" paramiltare e sovranazionale sia solo un altro capitolo di una, triste, storia dell'unificazione europea....... ma se andate a leggervi il trattato istitutivo del Meccanismo Europeo di Stabilità ci sono alcune postille, e nemmeno scritte in piccolo, e codicilli che lo prevedono e a cui gli Stati dovranno sottostare per il solo fatto di averlo sottoscritto.
Complottismo? Non lo so ma per aiutarvi a definire l'ambito nel quale vi torna più comodo catalogarlo per la vostra tranquillità ma la cosa rimane: per aiutarvi vi propongo la definizione che da wikipedia del termine "teoria", forse vi aiuterà.... " il termine teoria indica, nel linguaggio comune, un'idea nata in base ad una qualche ipotesi, congettura, speculazione o supposizione, anche astratte rispetto alla realtà". Chiaro? Prendetela come una teoria, una favoletta di un oscuro blogger ma, come per altre cose (MES, Trattato di Lisbona, ecc.), c'è sempre un lato oscuro di cui nessuno parla ma che è lì fermo finchè a qualcuno non vien in mente di evidenziarlo e ... usarlo!
 

mercoledì 5 novembre 2014

Maltempo, a Carrara esondazione del Carrione. Allerta in Liguria e Piemonte

di F. Q. | 5 novembre 2014
Toscana, Liguria e Piemonte sono le regioni più colpite dall’ondata di maltempo che si è abbattuta su tutto il nord. A differenza di quanto riportato dalle agenzie di stampa non ci sono vittime o dispersi a Carrara dove è esondato il fiume Carrione, nella zona di Avenza. Il sindaco Angelo Zubbani ha smentito la notizia di un morto e un disperso. A Genova c’è il rischio che esondi il fiume Magra, mentre nell’Alessandrino sono stati registrati allagamenti e le scuole sono state chiuse. Pioggia e vento anche in Campania, dove sono stati interrotti i collegamenti tra Napoli e Capri, e in Sicilia. Un traghetto si è schiantato sulla banchina dell’isola di Vulcano, nelle Eolie: due feriti lievi tra l’equipaggio e danni allo scafo e al molo. Una tromba d’aria nel catanese ha provocato cadute di albero e danni ad abitazioni. Collegamenti a singhiozzo per l’isola d’Elba. Preallarme in provincia di Parma per il fiume Taro e in particolare i Comuni di Parma e di Fontanellato, Fontevivo, Noceto, Roccabianca, S.Secondo Parmense, Sissa Trecasali. Fenomeno dell’acqua alta Venezia con circa i 115 centimetri di altezza sul medio mare.

A Carrara famiglie evacuate. A Carrara l’argine del fiume Carrione, nella zona di Avenza a Carrara, è crollato e le acque hanno invaso le strade intorno. Alcune famiglie sono già state evacuate e altre, secondo quanto spiega la Protezione civile, sono salite sui tetti delle case. Cinque operai di una segheria, che erano saliti sul tetto, sono stati recuperati dai vigili del fuoco. È stato trovato vivo un operaio, dato per disperso, che era rimasto intrappolato in una fabbrica vicina al luogo dell’esondazione. Gli elicotteri e i gommoni della Protezione civile e dei vigili del fuoco stanno sorvolando l’area. L’ultimo a essere recuperato è stato un ragazzo, straniero, che viveva in una casa abbandonata nelle vicinanze del corso d’acqua. Il fiume di fango ha raggiunto Avenza, dove vivono circa 15 mila persone, e Marina di Carrara, che conta circa 20 mila abitanti. I soccorritori stanno cercando di tamponare con dei blocchi di cemento la parte di argine crollata. Il sindaco ha già emesso un’ordinanza di chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado. La linea ferroviaria Aulla-Lucca è interrotta. Sui luoghi dell’alluvione anche figure istituzionali, come il Presidente della regione Enrico Rossi, che chiederà lo stato di emergenza.
Alberi e rami caduti per il vento, a Livorno. In via delle Sorgenti, al Cisternino, una pianta è caduta sulla carreggiata, proprio mentre stava arrivando un’auto, che è andata a sbatterci contro. Illeso il conducente. Sono intervenuti una squadra dei vigili del fuoco, che ha liberato la carreggiata, e una pattuglia della polizia municipale, che ha ripristinato la circolazione. Sul viale del Tirreno, nella zona di Montenero, poco dopo l’una, un’altra squadra è dovuta intervenire per liberare la carreggiata da alcuni grossi rami che erano caduti a causa del vento. Sempre durante la notte si sono registrati diversi altri interventi dei vigili del fuoco, anche per distacchi di intonaco e cornicioni pericolanti in tutta la città.
Rischio esondazione del Magra a Genova. Clochard salvato a Ventimiglia. Un clochard è stato salvato in extremis dall’acqua, mentre dormiva ubriaco all’interno di una feritoia del ponte della ferrovia sul fiume Roja a Ventimiglia; una frana scesa in località Calandri, sempre a Ventimiglia, ha trascinato alcuni scooter a valle. E poi, automobilisti intrappolati nell’acqua, in sottopassi o avvallamenti e numerosi di prosciugamenti di negozi, scantinati e qualche abitazione. Sono una trentina, in tutto, gli interventi tra la tarda serata di ieri e la notte, in provincia di Imperia. Tanti i piccoli smottamenti nell’entroterra, uno a Olivetta San Michele, in val Roja. Monitorati tutti i corsi d’acqua. Interventi anche per alberi caduti o pericolanti a causa del forte vento. Per l’esondazione del torrente Parmignola, che ha causato diversi sfollati nel comune spezzino di Ortonovo, è stata bloccata la SS1 Aurelia tra Carrara e La Spezia, dove l’Anas sta provvedendo alla rimozione dei detriti.
Vengono segnalate a Genova due piccole frane a Vesima e San Teodoro, ma si tratta di smottamenti di piccole dimensioni. Allagamenti nel ponente di Genova, decine di interventi per il vento in tutta la città e onde in mare alte fino a quattro metri. È piovuto forte soprattutto nel comune di Cogoleto. Qui i vigili del fuoco hanno dovuto compiere diversi interventi a causa di fondi e cantine allagate con conseguente blocco di serbatoi e caldaie. Sempre nella notte allagamenti si sono registrati a Genova in molti sottopassi cittadini a causa della pioggia con conseguente chiusura da parte della polizia municipale. Grossi disagi si registrano per il fonte vento di scirocco che nella notte ha fatto registrare raffiche di oltre cento chilometri in diverse parti della città. Oltre una cinquantina sono stati gli interventi sempre dei pompieri per alberi e rami crollati, tetti o intonaci pericolanti e cartelloni stradali divelti. Problemi anche in mare dove è in corso una forte mareggiata, con onde alte anche più di 8 metri, che hanno danneggiato il porto di Santa Margherita ligure, e raffiche di vento fino a 150 km/h. A Genova permane fino alla mezzanotte di oggi l’allerta 1 per il maltempo. Nell’ultimo bollettino diffuso dall’agenzia per l’ambiente della regione Liguria, l’Arpal, si segnala come siano riprese le precipitazioni nel bacino toscano del Magra nello spezzino e si assiste ad una ripresa della salita dei livelli idrici nello stesso bacino. L’esondazione non viene esclusa. A Gavi (Alessandria) rischio frane, allagamenti a Novi e Tortorna. A causa delle forti piogge delle ultime ore e del rischio frane sono una trentina le persone sfollate, a scopo precauzionale, a Gavi nell’alessandrino e che hanno trascorso la notte ospitate nelle scuole comunali. Disagi alla circolazione in tutta la provincia di Alessandria a causa di strade allagate o interessate da smottamenti. Numerose le segnalazioni di strade allagate nei comuni di Novi Ligure, Cassano Spinola, Tortona e Villaromagnano, sono state chiuse a scopo precauzionale le scuole in diversi comuni delle province di Alessandria e Cuneo. Prosegue il monitoraggio dei corsi d’acqua, la cui portata è in aumento ma, al momento, sotto la soglia di attenzione.
p.s.
magari, e ci sarà sicuramente chi almeno l'avrà pensato, un pò anche a loro ...... tragicamente accontentato. C'è molta responsabilità umana in queste tragedie ma a cosa ci serve la protezione civile se.. non serve ad altro che lanciare allarmi essendo senza soldi per agire?

martedì 4 novembre 2014

Brittany Maynard, Vaticano : “Il suicidio assistito non è una scelta dignitosa”

di F. Q. | 4 novembre 2014
Il suicidio assistito è “un’assurdità”. A dirlo è il presidente della pontificia accademia per la Vita, monsignor Carrasco de Paula, commentando il caso di Brittany Maynard, la 29enne che si è tolta la vita il 1 novembre. La giovane americana, colpita da una forma molto aggressiva di cancro al cervello, aveva annunciato la volontà di ricorrere all’eutanasia. Il 30 ottobre, però, aveva avuto posticipato la sua scelta a quando le sue condizioni fisiche sarebbero peggiorate. “Mi sento ancora abbastanza bene, provo ancora gioia, scherzo e sorrido con la mia famiglia e i miei amici e non mi sembra il momento giusto adesso”, aveva spiegato in un video. Un rinvio che è durato solo due giorni, fino al 1 novembre, quando la giovane è morta a casa sua.
Il presidente vaticano di bioetica ha spiegato come il gesto di Brittany  non può essere considerato “una scelta dignitosa“, anche se non possiamo sapere “quello che è successo nella coscienza. Noi scegliamo sempre cercando il bene, il guaio è quando sbagliamo”. “La coscienza è come un santuario in cui non si può entrare. Ma riflettiamo – ha detto de Paula – sul fatto che se un giorno si portasse a termine il progetto per cui tutti i malati si tolgono la vita, questi sarebbero abbandonati completamente. Il pericolo è incombente perché la società non vuole pagare i costi della malattia e questa rischia di divenire la soluzione”. “Questa donna – continua monsignor Carrasco de Paula – ha agito pensando di morire dignitosamente, ma è qui l’errore: suicidarsi non è una cosa buona, è una cosa cattiva perché è dire no alla propria vita e a tutto ciò che significa rispetto alla nostra missione nel mondo e verso le persone che si hanno vicino. Bisogna chiedersi se è questa la morte con dignità“.
Il presidente della pontificia accademia per la Vita ha poi fatto riferimento ad un caso personale. “Mio padre è morto per un cancro al cervello. Lui è stato un grande esempio di morte con dignità poiché fino all’ultimo ha adempiuto alla sua missione in vita, una missione che tutti abbiamo, fino all’ultimo singolo giorno”. Nel caso di Brittany poi, prosegue il Carrasco de Paula, “c’è da dire che è stata accompagnata in questo gesto da un movimento, Compassion&Choice, che l’ha convinta e che ha una propria ideologia che risponde a una cultura che Papa Francesco ha sottolineato come cultura dello scarto. Quella cultura per cui ciò che non ci serve, ciò che diviene di peso per la società, anche come costi, lo buttiamo via”.
A dare la notizia della morte della giovane 29enne, infatti, è stato Sean Crowley, un portavoce dell’associazione Compassion&Choice, che lotta per il diritto all’eutanasia. “Brittany è morta, ma il suo amore per la vita e la natura, la sua passione e il suo spirito continuano a vivere”, ha dichiarato Barbara Lee Coombs, presidente dell’organizzazione che ha sostenuto Brittany. Lo stesso giorno, il suo sito thebrittanyfund.org ha diffuso il messaggio d’addio della 29enne: “Addio a tutti i miei amici e alla mia famiglia che amo. Oggi è il giorno in cui ho scelto di morire con dignità alla luce della mia malattia terminale”. Una posizione su cui prende posizione il Vaticano. “Non giudichiamo le persone – ha concluso Carrasco de Paula – ma il gesto in sé è da condannare. Una morte così non ha assolutamente nulla di degno“.
p.s.
ma come mai il vaticano è così sollecito in questi casi e sembra addormentato quando si tratta di problemi veri della società non andando oltre una generica condanna? E' anacronistico ormai quest'atteggiamento perchè la sofferenza in questi casi è grande e l'individuo ha il diritto di decidere se andarsene dignitosamente o meno....

lunedì 3 novembre 2014

Spagna, sondaggio “El Pais”: Podemos, partito degli Indignados, è il 1° partito

di F. Q. | 3 novembre 2014
Otto mesi per conquistare la politica spagnola. E’ questo il sorprendente risultato del partito degli indignados spagnoli, Podemos, secondo un sondaggio condotto da Metroscopia per El Pais. Se si andasse alle urne oggi, dicono i risultati, il movimento guidato da Pablo Iglesias conquisterebbe il 27% delle preferenze, ben 7 punti percentuali in più rispetto al Partido Popular dell’attuale premier Mariano Rajoy. Un tracollo del partito al governo che, rispetto ai risultati delle elezioni politiche del 2011, ha perso più della metà dei consensi, passando dal 44,6% al 20,7%.
L’insoddisfazione dei cittadini spagnoli nei confronti di Rajoy e dei suoi uomini di governo ha fatto sì che il Partido Popular rappresenti, al momento, la terza realtà politica del Paese, con i Socialisti che, nonostante abbiano subito una flessione di 2,5 punti percentuali rispetto al 2011, si troverebbero adesso al 26,2%. Ma il malcontento dell’elettorato non ha solo spostato i voti democratici verso altri partiti: il sondaggio registra un 20% di astensionisti e circa il 18% degli intervistati che hanno manifestato l’intenzione di votare scheda bianca.
In attesa dei calcoli di ottobre del Centro statale di ricerche sociologiche (Cis), che potrebbero confermare i dati forniti dal sondaggio, resta da capire se il successo di Podemos sia legato a un periodo di particolare malcontento del Paese, che vede nel partito degli indignados l’unica alternativa rispetto a una politica che lo ha deluso, o se davvero i consensi al nuovo movimento di Iglesias siano solidi e strutturati, trasformandolo in una alternativa concreta. Nel 2011, Podemos ha ottenuto 1,2 milioni di voti e 5 seggi in Parlamento, ma il trend, in vista delle regionali del 2014 e le generali del 2015, sembra in netto rialzo. A questo 27 % potrebbe aggiungersi, sempre secondo il sondaggio di Metroscopia, un ulteriore 8% di elettori del Partito Popolare, che si dicono disposti a dare il loro voto al movimento anti-casta di Iglesias.
p.s.
fossero in italia subito salterebbero fuori i difensori dello status quo, leggi giornalisti e sodali vari nonchè italioti vari plagiati e convinti di quello che dicono, a demonizzare e ridicolizzare il tutto..... l'abbiamo visto con Grillo e M5S, hanno programmi simili, che a ogni piè sospinto si trovano il fiato al collo dei branchi di iene, riuscendovi peraltro, pronte a sbranarli!! Ma la Spagna, per loro fortuna, non è l'Italia: c'è speranza ancora, per loro...

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