Fonte: euroscettico
Il
direttore esecutivo del FMI, Andrea Montanino nel presentare il
rapporto sul nostro Paese ha detto: “L’Italia, nelle condizioni
attuali, non è un Paese per cui si possa assicurare un futuro radioso, o
quantomeno sereno. La crescita potenziale dell’Italia di fatto crolla
per gli anni futuri, siamo inchiodati allo 0,5%”. Il Fmi nel suo report
ha stimato che la crescita dell’Italia sarà dello 0,2, a fronte dello
0,3 previsto nel precedente rapporto. Inoltre Montanino ha ricordato
come il private equity (investimenti in società no quotate da parte di
fondi specializzati) sia molto più sviluppato negli Usa e che l’Europa è
troppo “bancocentrica” e se questo bisogna fare di più perché “le
banche italiane hanno fatto progressi nel rafforzare i bilanci, ma
devono affrontare sfide e venti contrari ciclici” e devono quindi
“essere pronte a soddisfare la domanda quando l’economia si
riprenderà”.
Il
fondo monetario internazionale già nello scorso Settembre aveva
esortato l’Italia a intervenire anche in modo abbastanza drastico sul
bilancio pubblico affrontando una riduzione delle pensioni e del
sistema sanitario. Come affermato da Kennet Kang, capo missione
dell’istituzione guidata da Lagarde, “la spesa pensionistica è troppo
alta e un taglio della spesa pubblica deve passare per un taglio della
spesa previdenziale”.
Inoltre
Kang ha ribadito come il piano di riforme per l’Italia è “audace e
ambizioso, ma bisogna agire in fretta per implementarlo” dato che “ il
debito pubblico è sostenibile, ma il Paese resta vulnerabile sui
mercati”. Ecco perché “bisogna ridurre le tasse sul lavoro,
fare investimenti pubblici e rendere la revisione della spesa parte
integrante del budget”.
Inoltre
il Fmi ha presentato anche un rapporto più completo che affronta il
problema della crescita in Europa. “L’evidenza dimostra che l’aumento
dell’età pensionabile non necessariamente porta a un aumento della
partecipazione della forza lavoro” e quindi si vorrebbero inserire
manovre che potrebbero “includere regole per il pensionamento
anticipato, razionalizzando i benefici, e l’adozione di altri incentivi
finanziari, insieme però a politiche che aumentino la domanda per
coloro che intendono posticipare il pensionamento”. Anche se poi queste
manovre dovrebbero essere accompagnate da riforme serie per i giovani,
per i quali il problema del lavoro resta sempre di una gravità
assoluta.
p.s.
per dare un lavoro ai "giovani" a pagare devono essere i vecchi... tutti
Buon Weekend
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