di Redazione Il Fatto Quotidiano | 26 settembre 2014
No al trattato di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti. Che
potrebbe rivelarsi “molto negativo” per l’Europa perché lascerebbe
“campo libero a imprese protagoniste di attività economiche nocive per l’ambiente e per la salute umana“. Parola del premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz, che ha ribadito il suo no alla firma del discusso accordo Trans-Atlantic trade and investiment partnership (Ttip) – i cui negoziati sono peraltro in stallo – in un intervento su Il Manifesto. “Gli
Stati Uniti, in realtà, non vogliono un accordo di libero scambio,
vogliono un accordo di gestione del commercio che favorisca alcuni
specifici interessi economici”, scrive l’economista noto per le
critiche alle politiche del Fondo monetario internazionale. “La posta in gioco non sono le tariffe sulle importazioni tra Europa e Stati uniti, che sono già molto basse. La vera posta in gioco sono le norme per la sicurezza alimentare,
per la tutela dell’ambiente e dei consumatori in genere. Ciò che si
vuole ottenere con questo accordo non è un miglioramento del
sistema di regole e di scambi positivo per i cittadini americani
ed europei, ma garantire campo libero a imprese protagoniste di
attività economiche nocive per l’ambiente e per la salute umana”.
Ed è per questo, secondo Stiglitz, che il Dipartimento del Commercio (così come, peraltro, la Commissione Ue) “sta negoziando in assoluta segretezza senza informare nemmeno i membri del Congresso americano”. Poi l’esempio di quel che potrebbe succedere, per il Nobel, in caso di approvazione: “La Philip Morris
ha fatto causa contro l’Uruguay che vuol difendere i propri
cittadini dalle sigarette tossiche. La Philip Morris nel
tentativo di contrastare le misure adottate in Uruguay per
tutelare i minori o i malati dai rischi del fumo si è appellata
proprio ai quei principi di libero scambio che si vorrebbero
introdurre con il Ttip. Sottoscrivendo un accordo simile l’Europa
perderebbe la possibilità di proteggere i propri cittadini.
Questo tipo di accordi, inoltre aggravano le disuguaglianze e, in una situazione come quella europea, rischierebbero di approfondire la recessione“.
Bocciatura su tutta la linea, dunque, per il trattato che prevede la rimozione dei dazi ma soprattutto l’armonizzazione di normative e regolamenti dalle due parti dell’Atlantico, cosa che secondo il Centre for economic policy research di Londra comporterebbe una crescita di 90 miliardi di euro per l’economia Usa e di 120 miliardi per quella europea. La firma
dell’accordo è fortemente voluta dal governo italiano, che stando alle
anticipazioni del viceministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda farà di tutto perché le trattative si chiudano nei prossimi 12 mesi. Ma, a quanto pare, difficilmente la scommessa di Matteo Renzi sarà vinta: venerdì il commissario Ue uscente al Commercio, Karel De Gucht, ha ammesso in un’intervista al Financial Times che c’è il rischio concreto di uno slittamento sine die. “La mancanza di leadership politica a Washington e a Berlino sta rendendo sempre più improbabile”
che il Partenariato trans-atlantico per il commercio e gli
investimenti venga siglato entro il prossimo anno. E se non ci sarà un
accordo nel 2015 si rischia che la firma del Ttip venga rinviata a
tempo indeterminato a causa delle elezioni presidenziali negli Usa.
“Questo accordo può essere concluso solamente se c’è una sufficiente
guida e volontà politica a farlo”, spiega De Gucht al quotidiano
finanziario. “Cosa che da entrambe le parti, sia americana che europea,
deve ancora essere dimostrata”. Il commissario Ue riconosce poi che
“abbiamo incontrato più ostacoli del previsto e per diverse ragioni. Il
commercio è diventato un tema decisamente politico” e “specialmente i
partiti di sinistra non sono particolarmente a favore del libero
scambio”. Infine, riguardo al ruolo dei gruppi di pressione, De Gucht
spiega che “si parla molto delle lobby al Parlamento europeo, ma posso
assicurare che al Congresso degli Stati Uniti sono molto più forti”.
p.s.
e vediamo se stavolta si rimangia quanto detto 24 ore prima.. Stiglitz ha già fatto altre volte cambi di corsia....
se
volete sapere quando tutto ciò incominciò.. con il trattato di
maastricht per l'europa e con l'adesione al trattato istitutivo del wto:
indovinate un pò chi era al governo allora? il centrosinistra....
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