giovedì 5 settembre 2013

Festa del Fatto quotidiano 6-8 settembre 2013

Questo blog va in pausa per la festa del Fatto Quotidiano che si terrà dal 6 al 8 settembre alla Versiliana, a Pietrasanta.
Il blogger vi parteciperà, naturalmente...
IL PROGRAMMA DELLA FESTA
VENERDÍ 6 SETTEMBRE
Ore 18.30 - L’Anteprima –  Tefteri, il libro dei conti in sospeso. Letture e musiche - Giampiero Calapà intervista Vinicio Capossela
In diretta streaming su ilfattoquotidiano.it 
Ore 19.30 - Ricordando Don Gallo - Dori Ghezzi, Cinzia Monteverdi, Vauro, Domenico Chionetti (Comunità di San Benedetto al Porto),Fabio Scaltritti (Comunità di San Benedetto al Porto)
In diretta streaming su ilfattoquotidiano.it
Dibattito aperto agli UTENTI SOSTENITORI 

Ore 20.30 (area caffè) –  Il Fatto di Enzo Biagi - Modera Stefano Caselli - Bice e Carla Biagi, Loris Mazzetti, Antonio PadellaroIn diretta streaming su ilfattoquotidiano.it
 Ore 21.30 - *L’AMORE È UN CANE BLU la conquista dell’Est di e con Paolo Rossi
Al termine dei dibattiti Le Vignette di Mario Natangelo (Area caffè)

SABATO 7 SETTEMBRE
Ore 10.30 - Il Fatto Economico - I risparmi degli italiani e i rischi della crisi - Modera Stefano Feltri - Paolo Legrenzi, Giorgio Meletti, Beppe Scienza, Davide Vecchi
Ore 12.00 - Salviamo la Costituzione - Modera Silvia Truzzi –  Antonello Caporale, Lorenza Carlassare, Furio Colombo,  Paolo Flores d’Arcais, Antonio Ingroia, Antonio Padellaro, Antonio Di Pietro (in collegamento)          
In diretta streaming su ilfattoquotidiano.it
Dibattito aperto agli UTENTI SOSTENITORI  

Ore 16.30 - L’intervista - Alessandro Ferrucci intervista Giovanni Lindo FerrettiIn diretta streaming su ilfattoquotidiano.it
Ore 18.00 - “A ‘sto punto, cosa pensano di noi gli stranieri?” - Legge Dario Fo
                         
“Finanza Killer” – recita Fabrizio De Giovanni
In diretta streaming su ilfattoquotidiano.it

Ore 19.00 - L’intervista - Marco Travaglio intervista Aldo BusiIn diretta streaming su ilfattoquotidiano.it
Ore 20.30 (area caffè) -  ilfattoquotidiano.it, rivoluzione in corso - Modera Lorenzo Galeazzi - Peter Gomez e la redazione onlineIn diretta streaming su ilfattoquotidiano.itDibattito aperto agli UTENTI SOSTENITORI  
Ore 21.30 - *È Stato La Mafia di e con Marco Travaglio – letture di Isabella Ferrari
Al termine dei dibattiti Le Vignette di Mario Natangelo (Area caffè)

DOMENICA 8 SETTEMBRE
Ore 11.00 - Alternative alle grandi intese: come creare la maggioranza - Modera Andrea Scanzi - Luigi Di Maio, Michele Emiliano, Giancarlo Galan, Peter Gomez, Domenico Lombardi e altri ospiti
In diretta streaming su ilfattoquotidiano.it
Dibattito aperto agli UTENTI SOSTENITORI  

Ore 12.30 - L’intervista - Stefano Feltri e Antonio Padellaro intervistano Paolo Scaroni (Amministratore Delegato Eni)
Ore 15.30 (area caffè) - Il Fatto del Lunedì - L’Italia di cui nessuno parla - Oliviero Beaha, Mimmo Calopresti, Ferruccio Sansa
Ore 17.00 (area caffè) - Fuori onda. Chi c’è dietro la TV - Moderano Marco Lillo e Carlo Tecce - Luigi Gubitosi (Direttore Generale RAI), Gina Nieri (CDA Mediaset)
Ore 18.30 - Il Confronto                     Paolo Mieli “Mussolini, Hitler, Stalin, le conseguenze di un amore”                     Michele Santoro “Berlusconi, le conseguenze di un amore”In diretta streaming su ilfattoquotidiano.it
Ore 22.00 - *Elio e le Storie Tese in concerto
Al termine dei dibattiti Le Vignette di Mario Natangelo (Area caffè) 
ARTÈFATTO COME NON LI AVETE MAI VISTI
Gli artisti del Fatto Quotidiano e le loro opere  - presso “La Fabbrica dei Pinoli”


come ben vedete molto è fatto in streaming...
e questo aiuta chi abita lontano; ma per me che abito a meno di 20 km come si fa a non andarci?
Godetevela e buon week end e, per chi vi andrà o se la guarderà in streaming ..
BUONA FESTA

 a lunedì

Greed & Fear: il paradigma del XXI secolo

Greed & Fear, avidità e paura, sono il nuovo pradigma con cui fa i conti il capitalismo finanziario che così autodescrive la propria principale caratteristica sulla quale costruisce le proprie "emozionalità" quando agisce sui mercati.
Ma greed & fear sono anche la caratteristica principale con la quale gli altri attori, Stato ed ex-cittadini/neoconsumatori, agiscono sugli stessi mercati; il perchè è semplice da spiegarlo: rispetto alla prima fase post bellica il neocapitalismo, ora in crisi, ha visto entrare sulla scena il "rentier" ossia il finanziere che calcola quanto può guadagnare da una certa situazione. Il problema è che i soldi, spesso, non sono solo suoi e quindi alle prime avvisaglie queste enormi masse monetarie si volatilizzano a velocità luce da un mercato alla ricerca di altri lidi nei quali parcheggiarli. Non importa a costui se la dipartita dei propri soldi fa danni, importa solo che ci sia un profitto e che il capitale sia remunerato, null'altro: è chiaro che se l'aver attirato un tal tipo di operatore dei mercati può essere un bene perchè son soldi freschi è, contemporaneamente, vero che se si innesca il meccanismo "gred & fear" non può che avvenire la loro fuga ..... è un meccanismo schizofrenico, vero? Temono se l'innesco della crescita possa abbassare il saggio di profitto ma ululano quando ciò non avviene; spingono per investimenti ma quando questi favoriscono, per esempio, occupazione e crescita la paura di fenomeni inflattivi o un eccesso di domanda li spingono a remare contro lasciando il mercato, non dopo aver invocato "moderazione e innalzamento delle soglie di attenzione ben sapendo che le leggi dei mercati che si "autoregolano" non sono le stesse dell'economia reale e della politica con la "P" maiuscola in una situazione di mercato non "autoregolantesi": le prime rispondono al semplice istinto animale, the spirit amano dire, le seconde rispondono alle esigenze del classico liberalismo democratico che favorisce la domanda, attenua la pressione fiscale, spinge per rinforzare l'offerta in modo da creare quelle condizioni economiche generali che permettono a una società di crescere nel suo complesso senza distruggere socialmente i propri ceti meno forti.....
i due sistemi, pur avendo una unica matrice (il liberalismo), sono divergenti e non si presuppongono: il liberalismo politico non presuppone il libero mercato e tantomeno presuppone la mancanza di un arbitro regolatore ed equilibratore; eppure è esattamente questo che è avvenuto; a questo punto ci si dovrebbe chiedere perchè. per capire e se vogliamo datare il tutto lo possiamo associare all'abbandono, sotto nixon (ne parlai in un post precedente, degli USA della parità con l'oro e l'accesso degli stati al mercato finanziario come un qualunque operatore di "mercato". Consci o meno della decisione presa i ceti dirigenti non hanno mai veramente compreso le conseguenze, quasi sempre negative, di una tale decisione: uno che agisce sui mercati finanziari è un controsenso perchè, semplicemente, sono mercati speculativi, dove quello che conta, come sa benissimo un qualunque cliente di una banca che vi entra per chiedere un prestito o un mutuo, è al "solvibilità" immediata in caso di problemi perchè sui mercati per prestare soldi di garanzie ne servono molte: si chiama "sistema del debito" ed è la causa primaria della crisi innescatasi nel 2008 e di cui ancora non se ne vede l'uscita, checchè ne dicano i venditori di fumo presenti sui media e in parlamento e al governo. Non esiste stato che non fa deficit nè può evitare di farlo perchè nel corso dei secoli i regimi che si sono susseguiti hanno sempre dovuto mantenere un apparato e una società sottostante, ossia sistemi complessi composti di persone ed entità commerciali tenute insieme non solo dall'interesse del singolo ma "dalal convinzione collettiva" che il singolo interesse non è mai prevalente rispetto a quello generale.. a maggior ragione in un sistema democratico dove ciò è dato, semplicemente, per scontato.
Oggi gli attori del laboratorio che è diventato l'italia hanno una strettissima interconnessione che sta letteralmente distruggendo le sitituzioni democratiche, non solo politiche, ma pure culturali, sociali, ecc. ma questo laboratorio, messo su dai governi del centrosinistra dei primi anni '90, ha avuto esiti che son andati ben oltre le loro più lontane aspettative... ben sapendo che una società "finanziarizzata" era oltremodo instabile e volatile, ma soprattutto consumava in fretta in una frenesia consumistica assolutamente fine a se stessa; a volte senza neppure aspettare di avere l'input del multitasking commerciale.. pe non parlare del prodotto, assolutamente ininfluente... anch'esso dematerializzato: paghi il marchio e non il prodotto in sè (come da previsione fatta in "no logo" della klein); ecco l'aspetto più inquietante: nella dematerializzazione dei bisogni spariva anche i sensi base che definiscono l'animale uomo.... tutto ha un prezzo e chi non soldi regredisce all'età della pietra.
CHI NON SI ADEGUA SI RITROVA NELLA TEANAGLIA DEL GREED & FEAR: chi ha interesse a che le cose vadano in questo modo sa ben come usarli..... paura di perdere il lavoro, del futuro dei figli, ecc. sono grandi molle per tenerci buoni, vero?
Un meccanismo del genere è l'esatto opposto dell'idea alla base dei mercati liberi: la democrazia non è l'ideale, anzi: spesso e volentieri, leggi Cina, preferiscono società strettamente controllate se non regimi autoritari dove "l'efficienza è massima e gli attori sono silenti" e dove le "regole" non esistono o al minimo sono depotenziate" quindi non ci sono forme di regolazione ed equilibrio sociale che impediscano che interi ceti ne escano impoveriti; il punto è: gli ex cittadini reali detentori del potere democratico hanno perso o meno l'intresse per il sistema democratico, o no? E,ancora, quel che resta del sistema democratico (con annesse costituzioni frutto della seconda guerra mondiale tanto invise ai "riformatori" della sinistra e a JPMorgan) è conveniente tenerlo ancora su anche se "costa"?

martedì 3 settembre 2013

la crisi è finita??!

Ma come, avevano detto (Saccomanni) che la crisi è finita.. e l'OCSE, e anche l'AIFA se avete letto il precedente post del blog, ci dice il contrario? A chi credere? Voi non so ma personalmente darei molte probabilità di averci preso proprio all'OCSE, per un semplice motivo: non hanno motivo di vedere fumo, i nostri politucoli da sottocosta si eccome se ne hanno necessità ..... dovessimo aprire gli occhi, non si sa mai.
Questo totem della crisi sembra esser diventato il leviatano; l'essere hobbesiano onnivoro che troneggia sulle sorti dei mortali e ne decide le sorti, nella buona e nella cattiva sorte. Inutile dire "l'avevo detto", vero? E inutile nemmeno aver dimostrato, dati alla mano, da parte delle stesse istituzioni finanziarie internazionali (FMI in testa) che ci propinano tanti "miti" consigli, che le ricette che si basano sul presupposto teorico, errato, che austerità+rigore=crescita hanno dimostrato, nei loro report interni, che è ERRATO E FALSO (come se non bastasse, poi, uno studentello del MIT, su incarico del suo prof di economia, ha anche dimostrato che i teorici di tale ricetta hanno falsato i risultati!!); eppure... eppur si continua sulla stessa via, perché? Ma perchè il problema non è affatto italiano: noi siamo una virgola di una equazione scritta un centinaio di anni fa che per potersi risolvere doveva eliminare il fattore "K" (l'URSS per intendersi) e poi, solo poi, potersi mettere di buona lena a creare da un lato una nuova accumulazione di capitali che faccia ripartire il capitalismo dall'altro completare quel processo di mutazione genetica che mira a rendere i cittadini uguali alle variabili matematiche di cui sopra e non viceversa: esatto il tentativo, peraltro nemmeno nascosto, di renderci tutti assimilabili in equazioni econometriche che prevedono un certo rapporto causa/effetto immutabile nel breve periodo e ogni volta che il fattore umano "sclera" dalla equazione è immediato il riequilibrio: non si tratta di complotto, forse era meglio se lo fosse, ma di affari ... enormi affari; una montagna di soldi da investire e che devono dare profitto immediato per poi girare e senza troppe catene e vincoli....
esatto perchè dalla fine degli anni '70 è in corso questo processo: il passaggio dal sistema economico-politico keynesiano con una democrazia capitalista matura a uno vonhayekiano ossia un sistema a democrazia svuotata, un simulacro, dove la visione del mercato è predominante rispetto alle esigenze e ai bisogni dei comuni mortali che si devono, esatto "SI DEVONO" CONFORMARE ad essi e ai loro desiderata e, per giunta, consapevoli o meno volenti o nolenti. Non contano i propri desideri ma le decisioni e le aspettative degli operatori in essi presenti: c'è un mercato per tutto.. dal porno al lavoro ognuno ha la sua nicchia; c'è un piccolo problema naturalmente.... chi è "sul" mercato vede male chi si frappone fra i propri interessi e la meta finale, fare soldi.
E per superare questo piccolo ostacolo che è stata innescato il processo della globalizzazione: diluendo i conflitti; cancellando i perni base delle società occidentali (scuola, università, giustizia, ecc.); massificando i cittadini dei vari paesi e, infine, prendendo il controllo dei media ecco che il gioco è fatto... un enorme branco di consumatori cui vengono dati in pasto i vari pagliacci, per capirsi i politici, che gli promettono futuri solari mentre in realtà si vive constantemente sopra uno spuntone di roccia sull'abisso; un nonnulla e si va giù e spesso quel nonnulla se lo danno da soli proprio le pecore....
il punto non è lottare per l'acqua o contro la corruzione ma lottare per ....... se stessi, per non essere dimenticati in quell'equazione matematica di secondo livello che non prevede anzi combatte chi rema contro, perchè non è previsto che lo faccia.
no, la crisi non è passata, anzi (come aveva previsto anche la Napoleoni) la prossima botta arriverà dai BRIC, i paesi emergenti (si fa per dire), che arriveranno anch'essi sull'orlo dell'abisso portando con se un altra caduta delle economie occidentali.. una caduta, volutamente, fatale nella quale gli ultimi barlumi delle democrazie che abbiamo conosciuto sparirà .......
il buio si avvicina.... e non è una semplice eclissi
buonanotte

lunedì 2 settembre 2013

la presa e la ... ripresa

esatto perchè a fine di ... ripresa perchè non far tirare le conclusioni a chi di dovere? In questo caso abbiamo il Presidente di Assotag che sul blog di beppe grillo, qui ripreso dal blogger triskell182, ha detto la sua in materia: non è tutto condivisibile, però se a dirlo è una persona immersa nell'economia reale, che vive sulla propria pelle le "bravate (si fa per dire)" di politici e sodali, fa un altro effetto, credo..... non siete d'accordo?
Buona lettura... settembrina
Passaparola- La ripresa che non c’è.

Tutto questo ottimismo sullo prospettive economiche sembra eccessivo, rispetto a delle questioni tecniche ancora annidate e pericolose nei bilanci delle pubbliche amministrazioni sia centrali che periferiche.
Nei bilanci noi non abbiamo esattamente contezza, bisogna bene comprendere che il bilancio di un ente territoriale non è esattamente un bilancio con un conto economico e uno stato patrimoniale, il debito si manifesta nel momento in cui pago, in cui c’è l’esborso di cassa, se non pago, non ho debiti pendenti.In questa follia contabile, i conti degli enti territoriali vengono fatti per cassa e non per competenza, quindi i mancati pagamenti ai fornitori ha assunto dimensioni enormi. Alfonso Scarano.
Il Passaparola di Alfonso Scarano, analista finanziario indipendente e Presidente di AssoTAG
Sono Alfonso Scarano, analista finanziario indipendente, saluto tutti gli amici del blog di Beppe Grillo. Negli ultimi giorni stiamo sentendo spesso che la crisi economica sta passando. Assisto con un certo stupore a questa rincorsa a affermazioni ottimistiche. Un ultimo report dell’Associazione degli analisi finanziari, la Aiaf, titola “È arrivata la ripresa!!!”, con tre punti esclamativi , io sarei un pochino più cauto, anche perché i numeri dell’economia sono ancora pessimi e non danno tutta quella univocità alla ripresa.
Se questa ripresa fosse tutta vincolata a un mantenimento di un governo sarebbe una ripresa piuttosto debole, una ripresa che non ha motivi interni economici, comunque troppo protetta da un governo che in realtà ha rimandato troppo le troppe cose delicate da fare.
In particolare i conti pubblici sono peggiorati e la ripresa non si nota granché. Per esempio dal punto di vista fiscale la raccolta delle imposte dirette è aumentata, ma delle imposte indirette è diminuita e questo a causa della crisi economica.
D’altro canto stupisce a volte vedere un report tecnico che ha un titolo così categorico: “è arrivata la ripresa” con tre punti esclamativi e non affronta il tema del lavoro che ancora soffre moltissimo e probabilmente soffrirà anche di più nella ripresa del prossimo settembre.
Questo report dell’Aiaf è basato su un indicatore PMI fatto da una azienda privata, la Markit, la stessa azienda che raccoglie i dati dei CDS , e che costruisce questo indicatore con delle interviste.
Non sappiamo esattamente o non viene ben chiarito il dettaglio analitico del contenuto tecnico di queste interviste e soprattutto i criteri di verifica di queste interviste, per cui questo report è tutto da vedere!
La follia contabile degli enti territoriali 
Il derivato finanziario è un contratto costruito tipicamente su un debito, nel caso dei contratti derivati sugli enti territoriali, cioè sui comuni, le regioni, le province, ma anche sul caso del MEF(Ministero dell’Economia e delle Finanze), vuole dire che su un debito con un interesse variabile il contratto trasforma questo interesse variabile in fisso e quindi nella trasformazione si rimodulano i flussi finanziari. In questo meccanismo di matematica finanziaria però si possono creare delle forbici, delle differenze di valore, e quindi il contratto derivato può creare avanzi o disavanzi. Questi sono i derivati sul tasso di interesse, poi ci sono i derivati sulle valute e su altri cosiddetti sottostanti.
Il MEF ha in pancia, pare 160 miliardi di sottostante, cioè di debito su cui sono stati fatti questi derivati e un annetto fa, sono stati rimodulati 40 miliardi di sottostante circa.
Questi 40 miliardi, a seconda delle notizie e le informazioni di stampa, avrebbero creato un disavanzo di 8 miliardi.
Tutto questo però non riusciamo a vederlo, calcolarlo, ma lo apprendiamo semplicemente dalle dichiarazioni estemporanee e dalle documentazioni insufficienti. Come associazione dei consulenti tecnici delle procure dei tribunaliabbiamo scritto a Napolitano una lettera aperta chiedendo la possibilità di poter guardare dentro a questi contratti per fare trasparenza.
Teniamo molto, come tecnici in associazione a spingere la trasparenza come criterio di giusta democrazia, i cittadini dovrebbero bene conoscere se il loro comune, la loro regione, provincia, ha in pancia dei derivati finanziari o costruzioni finanziarie, che potrebbero creare rischi o disavanzi a cui poi dovranno mettere riparo potenzialmente disservizi o tagli addirittura di servizi.
Tutto questo ottimismo sullo prospettive economiche sembra eccessivo, rispetto a delle questioni tecniche ancora annidate e pericolose nei bilanci delle pubbliche amministrazioni sia centrali che periferiche.
Nei bilanci noi non abbiamo esattamente contezza, bisogna bene comprendere che il bilancio di un ente territoriale non è esattamente un bilancio con un conto economico e uno stato patrimoniale, ovvero se io acquisto una cosa e non la pago questo non dà luogo istantaneamente a un debito, il debito si manifesta nel momento in cui pago, in cui c’è l’esborso di cassa.
In questa follia contabile, i conti degli enti territoriali vengono fatti per cassa e non per competenza, si è creato quel fenomeno grave dei mancati pagamenti ai fornitori, che ha assunto dimensioni enormi e è un po’ imbarazzante che poi si possa arrivare,a cercare di alleviare queste situazioni con pagamenti enormemente ritardati a fornitori che hanno da anni già fornito i loro servizi o materiali.
Quindi c’è un grosso problema ancora di trasparenza dei bilanci, che correttamente si chiamano rendicontazioni per cassa.
Lo spread e la speculizione finanziaria
Letta parla di rendere più facili gli investimenti esteri, soprattutto nell’acquisto di marchi italiani, questo fatto potrebbe essere positivo, ma se non declinato in una maniera opportuna potrà diventare devastante! C’ è poca critica sugli investimenti stranieri nei marchi italiani che dovrebbero essere condotti per l’ utilità del Paese, sennò uno viene a fare shopping in un momento di crisi, trovando prezzi di liquidazione! Quindi non vedo un contrasto nel merito tecnico utile da questo punto di vista.
E questo verrà ineluttabilmente con settembre e ottobre. Si vedrà tutta una campagna di comunicazione, “Oh che bello vengono a investire in Italia!”, per poi accorgersi che la multinazionale cinese o americana, che ha comprato un marchio inizia a spostare un po’ di produzione da una parte e dall’altra.
D’altro canto la questione di spingere l’economia dal punto di vista dello Stato, un leit motive keynesiano, cioè lo Stato deve favorire i fenomeni di anticiclicità dell’economia, non può essere fatto se non con investimenti, se non con esborso dello Stato.
E quindi il vincolo di pareggio di bilancio, in costituzione, è una nefandezza! Ed è stato inserito opportunamente, in passato, si renderà un vincolo sciocco dal punto di vista tecnico, non accettabile da un punto di vista etico, anche perché in costituzione c’è già un altro articolo che dice che le spese dello Stato devono essere coperte! E quindi non si capisce perché se devono essere coperte in un articolo della costituzione in un altro articolo ti impone il vincolo di bilancio!
Tanto è vero che il vincolo di bilancio non te lo pongono ferreo, ma te lo pongono semiferreo, nel senso che in un momento di congiuntura si può andare anche in passivo.
Per esempio poi c’è tutta la questione dello spread. Lo spread è collegato matematicamente a uno strumento di speculazione finanziaria che è il Credit default swap, i mercati del credit default swap sono pericolosi perché non trasparenti e soggetti a una sorta di oligopolismo, cioè pochi soggetti multinazionali finanziari fanno la gran massa degli scambi.
A raccogliere i dati sono le società private collegate a questi oligopolisti.
Quindi si potrebbe creare quella situazione dei Signori dello spread, cioè che con strumenti finanziari e con pochi capitali possono manovrare la percezione del rischio, che è la misura del CDS, il CDS è una assicurazione nel caso di default del titolo.
Il Credit Default Swap si acquista come se fosse una assicurazione auto o assicurazione furto e incendio della casa, ma poi devi entrare nel merito di queste questioni e scoprire che se non hai il titolo, cioè il bund o il PTP, il Credit Default Swap lo puoi compravendere lo stesso, si chiamano Credit Default Swap nudi.
Si può quindi fare una enorme speculazione senza intercettazioni, infatti la Comunità Europea ha recentemente aperto un’inchiesta sull’oligopolio dei Credit Default Swap.
Tutte questioni che se non si affrontano vengono delegate a tecnici che tendenzialmente hanno dei conflitti di interesse, tipicamente bancari, e che rimangono nascosti al cittadino! Bisogna fare chiarezza, sennò il cittadino fa la fine del romano che guarda l’Aruspice squartare le vittime e tirare fuori le budella e dire:- “Secondo me il raccolto va bene”.
-”Ma come fai?”- “Ah, ho squartato io le budella!” Questo è l’arte dell’aruspicinio.
La cosa curiosa è non si entra in troppe questioni economiche e finanziarie e non si definisce né sì specifica il perché di certi fenomeni.
Alfabetizzazione finanziaria dal basso
Io sono il Presidente di Assotag, che è la associazione dei consulenti delle procure e dei tribunali italiani, in materia economica e finanziaria. Come Assotag abbiamo lanciato da qualche mese una iniziativa sulla trasparenza dei derivati finanziari, per cui qualunque cittadino o organizzazione può chiederci aiuto gratuitamente per analizzare e valutare dei derivati che il loro comune, regione o provincia abbiano stipulato. Anche gli stessi comuni, regioni e province si sono interessati a questa iniziativa per avere un conteggio indipendente di che cosa hanno in pancia. Uno dei primi che ci ha chiesto questi interventi è stato un Meetup di Roma, questo indica che c’è sensibilità nelle organizzazioni più attive e più recenti, di comprendere. Non più tardi di una settimana fa una responsabile di una biblioteca di un paese lombardo mi ha chiesto di partecipare a una serie di seminari per insegnare le parole dell’economia.
Questo è necessario, è un appello, un passa parola da fare a tutti i cittadini, di interessarsi e comprendere le parole dell’economia, perché è una nuova alfabetizzazione necessaria per la democrazia.
Questa iniziativa la abbiamo fatta in collaborazione con Federconsumatori, che mette a disposizione la collaborazione dei propri Avvocati per fare una cosiddetta procedura di accesso agli atti, un cittadino ha diritto di accedere ai documenti pubblici, il contratto di un derivato è considerabile un contratto stipulato, un contratto pubblico e quindi un cittadino ha tutto il dritto di comprendere se il proprio comune ha derivati e nel caso li abbia, poterli valutare.
Ci deve essere una alfabetizzazione finanziaria dal basso, cioè come il cafone non sapeva né leggere né scrivere e veniva intrappolato in una cosa che gli pioveva dal cielo. Adesso chi non conosce cos’è esattamente una banca o come funzionano gli strumenti finanziari, è meno cittadino! Assolutamente meno cittadino!
Non può solo delegare, non può! L’aggancio stretto dev’essere soprattutto il collegamento tra il cittadino e il suo comune di appartenenza, perché i comuni saranno i soggetti più coinvolti e più impattati dalla crisi, lo sono già. Non più tardi dell’altro giorno incontravo il vicesindaco del mio comune, zona come dire ricca, prosperosa, che stava accompagnando delle persone, non capienti per presentarle alla Caritas.
Si possono risolvere i problemi di alcune famiglie dissestate, ma quando questi numeri diventeranno insostenibili la carica di sindaco sarà inappetibile! Visto le problematiche insostenibili e incapienti dal punto di vista economico, finanziario.
Ho difficoltà a rendere elementare questi temi economi, però ci dovrebbe anche essere la voglia, come dire, contraria di apprendere.
In questo momento storico non vale la delega!
Uno deve capire da solo con la propria ragione, questo è un messaggio che lancerei effettivamente con passa parola, capire! Capire!
Questo è valido assolutamente nella dialettica delle fonti.
L’inaccettabilità dal punto di vista tecnico è quando l’autorità non ti dà documenti, come è stato per esempio nel caso Bloomberg per i derivati della Grecia. Bloomberg aveva scoperto che c’erano dei documenti in possesso alla BCE e allora ne ha chiesto la evidenza; la BCE non glieli ha dati ed è dovuto ricorrere al tribunale. Il tribunale gli ha dato torto, perché quei documenti avrebbero minato la stabilità, però poi contraddicendosi dicendo che erano vecchi documenti . La trasparenza sta proprio nel poter attingere alle fonti e poterle elaborare in modo tecnico.
Invito tutti a interessarsi delle questioni e delle parole dell’economia e della finanza e di approfondire, sono temi delicati e non possono essere delegabili e se ritenete partecipate all’iniziativa della trasparenza sui derivati finanziari negli enti territoriali, lanciata da Assotag e da Federconsumatori.
Passate parola.
Da beppegrillo.it del 26/08/2013.
E' un bene che la teoria degli antichi alieni sia una balla, o al minimo, volendo essere come dire ottimisti a benvolenti, "non provata", perchè questi mattacchioni che ci governano sembrano proprio dei suoi tenaci sostenitori ......... sarebbe interessante fare degli studi approfonditi, non sulla teoria ma proprio sui politici : chissà che non siano"alieni" tornati per ...... vedere l'effetto che ha fatto l'averci modificati portandoci dallo stato di scimmie a quello di..... fate voi

domenica 1 settembre 2013

Decreto Imu. Tutte le misure

io non avrei saputo scriverlo meglio ..........
dal blog di triskell185 (che a sua volta prende l'articolo dalla Repubblica del 01/09/2013)

Decreto Imu arriva la stangata sulle polizze-vita rispunta l’aumento per l’acconto Ires-Irap. Tutte le Misure. (Valentina Conte).
Napolitano promulga il testo. No all’Irpef sulle case sfitte. Le novità rispetto al testo iniziale. Tra le clausole di salvaguardia accise più care. In Italia al taglio del fisco nazionale corrisponde spesso il rincaro delle addizionali. Si è cominciato con l’Ici nel 1992 agli albori della seconda Repubblica.
Nel decreto Imu nessun accenno al taglio della seconda rata.
Polizze vita, stangata sulle detrazioni Acconto Ires-Irap, rispunta l’aumento.
IL DOSSIER. La manovra.
Assai impopolare far pagare, oltre l’Imu, anche l’Irpef sulle case sfitte. Così dal decreto, firmato ieri dal Capo dello Stato, la norma sparisce. Come anche ciò che doveva finanziare: lo sconto alle imprese per l’Imu versata sui capannoni (deducibilità al 50% da Irpef e Ires). Sconto che sarà ripreso dalla legge di Stabilità in ottobre, assicura il sottosegretario Baretta. Tra le novità del decreto, arriva la stangata sul tetto massimo detraibile delle polizze vita e infortuni: dimezzato per il 2013 a 630 euro, ridotto a 230 euro dal 2014. Servirà, in parte, a salvaguardare altri 6.500 esodati. Sebbene la dote stanziata si riduca a 583 milioni in sei anni, non 700 come illustrato dal ministro Giovannini. Sorpresa finale: se l’Iva dalla nuova tranche di debiti della P.a. (per ora solo 7,3 miliardi in più dei 10 annunciati) sarà meno fruttuosa o ballerini i 600 milioni di condono alle slot machine, saliranno gli acconti Ires e Irap, ma anche le accise. Benzina compresa. Infine, non v’è traccia scritta del cosiddetto “impegno politico” a cancellare il saldo Imu di dicembre. Neanche nella relazione al decreto.
L’IMPOSTA
Enti di ricerca nessuna gabella Aiuti alla Polizia.
« DEFINITIVAMENTE abolita» la prima rata dell’Imu su prime case e terreni agricoli per il 2013. Così si legge nella relazione del decreto da ieri in Gazzetta ufficiale.
Nulla sulla seconda rata. L’impegno politico a cancellarla, assicurato da Letta e Alfano, per ora vale non più di un annuncio. Contenti invece i costruttori: viene confermato l’azzeramento dell’Imu dal 2014 sui fabbricati invenduti (dimezzata per quest’anno). Mentre le case delle cooperative edilizie a proprietà indivisa e il
social housing saranno considerate al pari delle prime case, ma dal prossimo anno (per il 2013, abbuonata solo la prima rata, così come per le case popolari). Altra novità, l’esenzione dall’Imu dal 2014 per gli immobili destinati alla ricerca scientifica. Mentre l’unica casa di proprietà di forze armate, polizia, prefetti, vigili – che vivono altrove in affitto – sarà considerata prima. Misura che potrebbe suscitare malumori nei tanti proprietari che si trasferiscono per lavoro e pagano l’Imu sulla casa posseduta in altri municipi come seconda. Su 15 articoli del decreto, alla fine solo il primo è dedicato all’Imu. Riforma e Service tax rimandate all’autunno.
LA TARES
I Comuni liberi di fare esenzioni sulla tassa rifiuti.
ELIMINATA la prima rata dell’Imu, lo Stato provvede a rimborsare i Comuni del mancato gettito. E dunque stanzia 2,3 miliardi per quest’anno. Nella speranza, solo annunciata sin qui, di trovare risorse per eliminare anche il saldo di Natale. Il decreto poi mette circa 76 milioni, una cifra molto piccola, per gli anni futuri, dal 2014 in poi. In pratica il governo apre un capitolo di spesa che andrà riempito con 2 miliardi strutturali (per sempre) da trovare e scrivere nella legge di Stabilità. Senza questi soldi, la futura Service tax sarà pesante tanto quanto l’Imu e zero benefici per i proprietari. Il decreto poi agevola i sindaci spostando da fine settembre a fine novembre il termine per deliberare il bilancio del 2013. Concede loro un ulteriore anticipo, dopo quello di febbraio, di 2,5 miliardi sul Fondo di solidarietà. Posticipa al 2015 la riforma contabile (stessa tipologia di bilancio per tutti). Consente massima flessibilità sulla Tares da far pagare ai cittadini a dicembre. Ma agevolazioni ed esenzioni non potranno essere coperte con «risorse diverse dai proventi » della stessa tassa sui rifiuti (nessun incremento fiscale extra).
GLI AFFITTI
Alt agli sfratti aiuti ai morosi senza colpa.
IL “piano casa” predisposto dal ministro Lupi, all’articolo 6 del decreto, dovrebbe «riattivare il circuito del credito» e sostenere mutui e affitti. Due le strategie. Da una parte, l’intervento della Cassa depositi e prestiti (da definire con l’Abi, ma il ministro parlava di 4 miliardi) per incrementare la liquidità delle banche e consentire loro di erogare mutui agevolati alle famiglie o permettere ristrutturazioni ed efficientamento energetico delle abitazioni. Ma anche per finanziare il social housing, l’edilizia sociale. La seconda strategia passa per tre fondi esistenti, implementati di 160 milioni nel biennio 2014-2015: per l’acquisto della prima casa, la sospensione per 18 mesi delle rate del mutuo, l’aiuto per il credito a giovani coppie e precari under 35, il sostegno a chi è in affitto e ha redditi bassi. Viene poi istituito un fondo nuovo per la “morosità incolpevole” da 40 milioni nel biennio, a supporto di chi è a rischio sfratto per difficoltà temporanee (perdita lavoro, malattia, infortunio). Infine, il decreto riduce l’aliquota dal 19 al 15% della cedolare secca che i proprietari pagano sui canoni di affitto concordati.
IL LAVORO
Per gli esodati ci sono in cassa solo 583 milioni.
IL PROVVEDIMENTO, firmato ieri dal presidente Napolitano, contiene poi anche misure assai attese da due categorie di lavoratori: i dipendenti delle aziende in crisi e gli esodati, senza reddito né pensione. La Cassa integrazione e la mobilità in deroga vengono rifinanziate per 500 milioni (ma le Regioni e i sindacati chiedevano un miliardo e mezzo per arrivare alla fine dell’anno). Lo stanziamento è però coperto per metà con un taglio al Fondo per la contrattazione di secondo livello (sgravi contributivi). L’altra misura salvaguarda invece 6.500 esodati, fin qui esclusi da altri provvedimenti, oggetto di licenziamenti individuali tra il 2009 e il 2011 e intrappolati nel limbo della riforma Fornero che ha allungato i tempi per andare in pensione. Le risorse per quest’altro gruppo di “esodati” sono pari a 583 milioni in sei anni (dal 2014 al 2019), ben più basse dei 700 milioni annunciati mercoledì dal ministro Giovannini, di cui 151 milioni l’anno prossimo. E coperte con la stangata sulle polizze vita e infortuni. Il decreto poi riscrive al rialzo i risparmi che frutterà, fino al 2019, la riforma Fornero, destinati al Fondo esodati.
LE AZIENDE
Crediti imprese il rimborso scende da 10 a 7,3 miliardi
L’ALTRA novità, annunciata mercoledì in conferenza stampa dal ministro dell’Economia, riguarda l’ammontare dei debiti della Pubblica amministrazione da rimborsare alle imprese entro quest’anno. Saccomanni ha annunciato lo stanziamento di 10 miliardi in più – da sommare ai 20 già rimessi in moto, di cui 5 effettivamente già nelle casse aziendali – per sostenere la crescita. Ma anche per assicurare all’Erario un gettito Iva di ritorno, utilissimo in questi tempi di magra per coprire il decreto Imu. Ebbene nel provvedimento definitivo, ora
in Gazzetta ufficiale, la quota extra di debito è un po’ inferiore: 7,3 miliardi. Da reperire con emissione del debito pubblico da 8 miliardi (interessi compresi). Il sottosegretario Baretta assicura però che la parte mancante – per arrivare a 10 miliardi – sarà aggiunta con ogni probabilità in sede di legge di Stabilità. Il gettito Iva ulteriore contabilizzato dalla Ragioneria ammonta a 925 milioni. Qualora ne arrivassero di meno, scatterebbe la non piacevole clausola di salvaguardia inserita nel decreto: aumento di acconti Ires e Irap e delle accise (tabacchi, alcol, benzina).
LE COPERTURE
Slot machine se il condono non va accise più care
UN CONDONO già contestatissimo. Quello che frutterà allo Stato 600 milioni, così è scritto nel decreto Imu. Ovvero un quarto del danno erariale (in totale 2,5 miliardi) contestato dalla Corte dei Conti ai produttori delle slot machine, perché nel periodo 2004-2009 le macchinette non sarebbero state collegate alla rete di controllo del fisco, gestita dalla Sogei. Se questi denari non fossero recuperati dall’Erario entro quest’anno, il 20% delle coperture scovate dal governo e dalla Ragioneria per abolire la prima rata dell’Imu e finanziare gli altri interventi andrebbero in fumo. E dunque scatterebbe la clausola di salvaguardia prevista nell’ultimo articolo del provvedimento: accise, acconti Ires e Irap tutti rivisti al rialzo per recuperare una cifra pari all’ammanco. Ma questa somma è a forte rischio e con essa la probabilità di vedere anche la benzina aumentare. Il presidente di Confindustria giochi, Massimo Passamonti, sul punto è deciso: «Non verseremo i 600 milioni allo Stato, confidiamo nel verdetto di Appello. La responsabilità è della Sogei e dei ritardi nel realizzare il collegamento».
I RISPARMI
Le prime risorse dai forti tagli ai ministeri
QUANTO vale il decreto? Tre miliardi per quest’anno, circa mezzo miliardo dal prossimo. Dei tre miliardi, quasi tutto è occupato dalla prima rata dell’Imu (da sola pesa per 2,3 miliardi). Dunque come verrà finanziata la sua cancellazione? Nessuna nuova tassa («Tax free» diceva Alfano). Tagli ai ministeri: 300 milioni (quasi metà dalla Difesa). Tagli a spese per investimenti, sempre in capo ai ministeri: 676 milioni (quasi interamente a carico del dicastero dell’Economia). Tagli alla Cassa conguaglio del settore elettrico: 300 milioni (ma l’Authority vigilerà per evitare salassi nelle bollette di luce e gas). Tagli al fondo per la contrattazione di secondo livello: 250 milioni. Condono alle slot machine: 600 milioni. Iva sulla
tranche extra di debiti dello Stato rimborsati alle imprese: 925 milioni. Su queste due entrate esiste però un alert: in mancanza, scatta la clausola di salvaguardia su accise e acconti. E poi c’è la stangata sulle polizze: frutterà 458 milioni nel 2014, 661 nel 2015, 490 dal 2016. Infine, il taglio di 200 milioni al Mose di Venezia e di 100 milioni agli investimenti per la rete ferroviaria nazionale.
p.s.
qualcuno ha ancora il coraggio di dire che aiuterà la crescita e la domanda delle famiglie una tale rapina?

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