venerdì 30 luglio 2010

I gatti e le volpi ringraziano...

.. e alla fine si divisero. Non poteva essere altrimenti: troppi galli a cantare nel pollaio non fa mai giorno: ed infatti uno canticchia "cameriere champagne" per usare un simbolismo mentre l'altro fa il sostenuto: e le stelle stanno a guardare si potrebbe aggiungere se non fosse per il fatto che quelle stelle che stanno a guardare siamo noi che vediamo crollare non solo il Palazzo giorno per giorno ma le nostre, ormai, pochissime certezze, complice anche il provvedimento ultimo finanziario che pesa sui soliti noti mentre lascia intonsi evasori e furbacchioni: il far west, insomma. La querelle scoppiata oggi è maturata come un frutto maturo e il PdL non esiste più: se ci fosse un opposizione seria prenderebbe al volo l'occasione e infilzerebbe il governo .... se ci fosse un opposizione seria e invece che fa? Si limita a chiedere che il Capo venga in Parlamento e registra, in maniera notarile, la "caduta" degli dei, tutto qui. Cosa accade ora? Il mercato delle vacche (si "comprano" deputati e senatori per ridare fiato alla maggioranza che perde 30 deputati e 10 senatori, accertati finora, e per andare avanti ha bisogno o di mercanteggiare di volta in volta o di acquistarli) da un lato mentre dall'altro si proclama che si andrà avanti per la propria strada: e si sfiducia la Presidenza della Camera: una cosa inusuale, a usare un eufemismo, direi pochissimo costituzionale (ma si sa che la nostra Costituzione è solo un optional oramai) e soprattutto fuori da qualunque precedente perchè è la Presidenza di un organo costituzionale e non di un cda.... è anche inusuale che, nella Prima Repubblica mai si vedevano cose del genere, volassero piatti e stracci in questo modo: ma si sa questa non è l'Italia di quegli ma è l'Italia caciarona e un pò cafona dell'oggi e quindi meglio abbozzare e pensare a salvare il salvabile. I gatti e le volpi dell'attuale quotidiano non possono non gioire dell'attuale stato dell'arte perchè hanno tutto da guadagnare dall'attuale situazione perchè anche il singolo, anonimo, deputato e/o senatore avranno il loro peso, o meglio il loro scranno legato al voto e quindi mi aspetto che gli assalti alla diligenza dei soldi si moltiplicheranno come i pani e i pesci di biblica memoria: tutti avranno da guadagnarci, tranne noi naturalmente ultima ruota del carro e che però pagheranno il conto, sempre salato, che questi qua ci presenteranno. Dicevano allora ai tempi dell'impero romano: mentre a Roma si discute Sagunto brucia..... oggi ci siamo evoluti perchè non solo Sagunto è bruciata ma quel poco che è rimasto in piedi se lo stanno portando via sotto il naso dei sopravvissuti!!

giovedì 29 luglio 2010

Il bavaglio? Già c'é.....

Ricordate gli anni d'oro delle radio libere? Ognuno con poco poteva farsene una e trasmettere (un bel racconto lo troviamo in radiofreccia) in libertà; poi un pò alla volta sia il potere poltico che i gruppi mediatici cominciarono a temere (l'uno la troppa libertà senza "regolamentazione" e l'altro la perdita di consistenti quote di mercato pubblicitario nonché la perdita di presa sulla società) di essere messi fuori gioco e cominciarono a stringere la vite: altro che libertà, in pochi anni da noi il fenomeno delle radio libere sparì completamente per lasciar spazio a radio che di libero non avevano nulla e che erano maggiormente attente ai "desiderata" economici di chi le governava (occultamente o meno) che delle esigenze dei cittadini costretti a sorbirsi l'amaro calice senza possibilità di reale scelta dato che, salvo qualche virgola, a tutt'oggi fanno trasmissioni fotocopia fra loro sia di carattere informativo che musicale con annessa pubblicità altrettanto indesiderata. Oggi la stessa cosa sta avvenendo con le webtv (da un lato abbiamo persone che hanno qualcosa da dire e cominciano ad essere ascoltati e dall'altro abbiamo la tenaglia fra politica e società commerciali delle quali l'una è preoccupatadi vedersi rompere il giocattolino nelle mani e l'altro di perdere quote di potenziale mercato da cui succhiare profitti per i propri azionisti): un fenomeno recente importato dagli USA (dove hanno messo in ginocchio i media tradizionali). Il recente provvedimento Romani, cui è seguita (con strana celerità) quello dell'AGCom, da un giro di vite forte da noi. E' un mondo del self made quello delle Webtv e di conseguenza non può reggere a lungo i costi imposti (3.000 mila euro per la registrazione), le procedure burocratiche e i conseguenti controlli che saranno imposti. Quella dell'espressione in rete via video dei cittadini è temuto evidentemente dal potere: se i cittadini cominciano ad autoinformarsi e ad informare come si fa poi a controllarli e a dargli solo la parte che si vuole sappiano? Non ce ne sono moltissime ma però sono molto seguite perchè. a differenza dei media tradizionali, non seguono tematiche generali ma la vita quotidiana e di conseguenza danno a tutti noi una "immersion" in quella realtà che ci circonda che altri vogliono occultare per evitare che gli occhi si aprano troppo; ma soprattutto essendo fatte con mezzi relativamente artigianali non sono facilmente riconducibili a identificazioni partitiche o ideologiche definite (come amano invece le caste, in primis quella politica) mettendo in difficoltà che ha interesse che il canale di comunicazione sia unico e a senso unico. Ecco quindi la spiegazione, non ufficiale, di questo provvedimento ed ecco come anche questo fenomeno sarà strozzato sul nascere: una volta fatto c'è da scommettere che fioriranno un altra forma di webtv, ossia quella strettmente controllata, anche manu militari, dal potere in senso stretto con una ulteriore restrizione dello spazio democratico a disposizione dei cittadini quell'agorà cui hanno diritto dove scambiarsi informazioni senza condizionamenti esterni e senza filtri; il potere teme tutto ciò e quindi, con la scusa di regolamentare il fenomeno, lo chiude in una riserva indiana a lasciarlo morire d'inedia mentre nel frattempo si organizza per colonizzare gli spazi lasciati liberi; spazi che, una volta conquistati, saranno suddivisi fra le varie fazioni, politico-economiche, in base ai rispettivi rapporti di forza, e addio ad un altro pezzetto di libertà..... poi naturalmente toccherà ai blog e ai social network sui quali pende il disegno di legge bavaglio che tutti conosciamo: l'Islanda comincia ad assumere sempre di più i connotati di una isola felice.

mercoledì 28 luglio 2010

Saviano versus Lega.... mavalà!

Mai toccare la magnificenza del re: ci si fa male. Saviano (ri)scoperchia il vaso di Pandora togliendo, si spera, un paio di belle bisteccone dagli occhi degli italiani che vivono al di sopra di Roma. Già nel libro, e nel film, Gomorra ne aveva parlato: i malaffari delle cosche con gli imprenditori e i politici del nord del paese. Nulla di nuovo si direbbe ma si sa che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire (e far sentire) e infatti scoppia subito la polemica. La Lega, che grazie al patto con il PDL, governa una larghissima fetta del paese si risente e risponde per le rime affermando che mai e poi mai al Nord ci sono malaffare e quanto denunciato dallo scrittore (che a tutt'oggi vive sotto scorta) è frutto della cecità di chi troppo giovane si é ritrovato pieno di soldi e ubriaco di successo. Ora anche in questo scalcagnato paese, dove tutto è permeato dal sonno indotto della ragione, tutti sanno che è al centro e al nord che le mafie investono i profitti delle proprie attività e non c'era certo bisogno di Saviano perchè bastavano le indagini che, da decenni, la Magistratura sta facendo per dimostrarne la certezza; e non solo: anche le giunte "politiche" nei fatti ne hanno favorito la penetrazione dato che per rispamiare, per esempio, sui costi di smaltimento dei rifiuti chiudevano gli occhi sulle "aziende" che gli stakeholder del crimine rappresentavano proponendo alternative assolutamente vantaggiose e a costi bassissimi ...... peccato che quello smaltimento veniva fatto a spese di un altra parte del paese che veniva letteralmente violentata e avvelenata. E' vero che non era compito di quegli amministratori sapere dove veniva buttata quella spazzatura ma è anche vero che hanno bellamente messo un macigno sulla loro coscienza nel non chiedersi com'era mai possibile svolgere un attività del genere a costi e servizi così competitivi. Qui, naturalmente, nessuno parla di connubio o altro di similare però non si può nemmeno dire che quei terrotori sono "vergini" dal malaffare perchè non è così, e loro lo sanno e ne è riprova il fatto che reagiscono in tal modo, segno di un nervo scoperto non tanto per il danno fatto ai loro concittadini, quanto per il pericolo che aprendo questo vaso di pandora ci potrebbe essere il rischio che i "loro" elettori possano avere un sussulto morale (mai dire mai) e fare domande molto scomode e dirigere il proprio voto altrove. Bene fa Saviano a porre le domande, perché il solo porle significa libertà e democrazia, male fa la Lega a rispondere in quel modo perchè da segnale di un certo autoritarismo intollerante; segnale di chi teme di vedersi scippare l'orticello così faticosamente costruito nel corso degli anni. E se pur non si vuol parlare di "malaffare" che dire della copertura "politica" data a quei furbacchioni che si ostinano a non pagare le multe della UE sulle quote latte che costringono tutti noi a pagare in loro vece? Come lo chiamiamo? E tutti quegli imprendotorelli del Nordest (ma il resto del paese non è migliore) che sfruttano gli extracomunitari, possibilmente clandestini, nelle proprie aziende mentre contemporaneamente si oppongono fortemente ad una seria politica di integrazione, come li chiamiamo?
Io sto con Roberto Saviano......... diceva R. Heinlein (un autore di Science fiction dal passato militare) che "quando un governo o una chiesa dicono alla gente <<>> il risultato è sempre e comunque tirannia, oppressione,non importa quanto sacri siano i motivi ..... Ci vuole poca forza a governare un uomo bendato; al contrario, un uomo libero interiormente non può essere imbrigliato da nessuna forza avversa. Né il bastone né la bomba atomica possono avere ragione di lui: tutto quello che possono è ucciderlo."

martedì 27 luglio 2010

Islanda mon amour

Dopo esser fallito come paese per "troppo" liberismo l'Islanda, paese "vulcanico" sotto molti aspetti, ne mette in cantiere un altra: il Parlamento ha approvato una legge che crea uno scudo (si uno scudo ma non nel senso italiano di salvakiappe per politici affamati di soldi e che hanno dei conti da regolare per il passato e lo fanno a forza di leggi e leggine) legale per chiunque, non solo islandese, pubblichi su un loro server notizie riguardanti Stati, privati e società e tutto in nome della libertà d'espressione. La legge si chiama "Icelandic Modern Media Iniziative" ed è stata proposta da una deputata anarchica (....) e, in attesa del regolamento d'esecuzione, farà diventare il paese il paese "off shore" della libertà d'espressione assoluta in tutto il mondo (occidentale o meno) e, soprattutto, il paese dove gli internauti potranno finalmente esprimersi come vogliono e senz controlli né preventivi né successivi. Non è il primo paese del nord europa che intraprende la strada delle libertà digitali: la Finlandia ha già messo per iscritto che la rete è un diritto fondamentale (con tutto quello che ne consegue) del cittadino. Che fossimo in paesi al top lo sapevamo (questi paesi nelle classifiche OSCE, crisi o non crisi, sono ai primi posti in campi essenziali come scuola, univeristà, diritti, sanità ecc.) ma che facessero sentire come esseri preistorici tutto il resto dei cittadini occidentali questa era un esperienza che, molti, ancora dovevano fare dato che gli islandesi si sono posti in controtendenza rispetto al resto degli Stati: nel resto dei paesi occidentali parole come democrazia, libertà, media, diritti sono sempre più parole vuote e senza senso perchè sono, o stanno diventando, preda degli interessi delle cricche del malaffare (economico o politico che sia sempre malaffare é) e soprattutto i cittadini sono sempre più relegati ad un ruolo comprimario e di sfondo nelle varie società. Ben vengano quindi iniziative del genere e non posso non provare invidia, proprio invidia, per quel paese che ha saputo scrollarsi di dosso e scegliere un altra strada in perfetta solitudine .... per ora si spera. Vediamo un pò: in Italia, a parte la rete (e nemmeno tutta), quanti media hanno ripreso la notizia e l'hanno rilanciata? Al momento non me ne viene in mente nessuno, e a voi?

lunedì 26 luglio 2010

Crimini di guerra contro l'umanità in Afghanistan

E' la più sporca delle guerre quella cominciata da Bush in Afghanistan: una guerra d'aggressione vera e propria che, come alcune cassandre affermavano inascoltate, solo per gli gnorri aveva requisiti "liberali"; in realtà ad altro si mirava, ben sapendo che non contava il progresso degli afghani, ma gli utili delle tante aziende che vi avevano investito: basti ricordare che quel paese è crocevia delle pipeline; non solo, quel paese ha anche la sfortuna di essere la "porta" dell'Asia e chi lo controlla può creare problemi ai vicini (leggi Cina). Ricordate tutta la prosopopea in occidente sulla guerra "giusta" sui burqa ecc.? Era retorica, pura retorica. Le motivazioni erano soprattutto di carattere economico (per dirne una il Vice Presidente Cheney prima era della Haliburton, multinazionale e Condi Rice della Unocal, altro che nostrano conflitto d'interessi). Bene ora viene alla luce, grazie a Wikileaks, un altro aspetto non noto: questa sporca guerra non ha speranze di essere vinta e non solo, ma che gli stessi vertici politico-militari americani ed europei, lo sanno, come sanno che i pakistani, sulla base degli oltre 90.000 documenti pubblicati dal 2004 al 2009 - da questo sito, fanno il doppio gioco per trarne un proprio vantaggio come potenza regionale sempre in concorrenza, anche nucleare, con l'India: 300 miliardi di dollari spesi per giungere alla conclusione che è una guerra inutile, come lo fu quella del Vietnam ad esempio, e che soprattutto non solo non hanno smantellato nè Al Qaeda né, tantomeno, i talebani ma soprattutto che i secondi ne escono rafforzati come non mai: sia fra i civili (le vere vittime) che dal punto di vista militare (si riesce a controllare a stento i centri maggiori); altro che quattro straccioni ignoranti questi sono diventati giganti che schiacciano come zanzare gli occidentali: nonostante le tante offensive non ci sarà nessuna svolta, anzi l'iniziativa rimane nelle mani degli "insorgenti" e quindi questo stallo, genere "deserto dei tartati", non può che rafforzarli. Pare, inoltre, dalle carte che ci siano anche cose che ci riguardano: ci sono anche delle segnalazioni riguardo una "certa" ONG italiana che ha ospedali in quel paese la quale fa "controinformazione" rispetto al giornalismo "ufficiale" che presenta una realtà edulcorata; guarda caso Emergency, che più volte ha denunciato le vittime civili dei bombardamenti NATO, ha avuto non pochi problemi proprio in quel paese!!Ecco perché la stampa va tutelata; ecco perché è fondamentale la libertà di stampa senza costrizioni e restrizioni: senza questo ombrello tutto ciò noi non lo potremmo mai sapere; é o non è un caso che alla pubblicazione hanno contribuito giornali americani, inglesi e tedeschi e NESSUNO ITALIANO: sarà una svista o un caso? Mah....

domenica 25 luglio 2010

E fiat lux..

Lo disse qualche mese fa e ora lo ripete: il caso fiat è esemplare dello stato del paese in questi anni. I motivi, tutti condivisibili, li dice molto meglio del sottoscritto l'articolo di Scalfari su Repubblica. Io non sono giornalista e nemmeno ci penso a diventarlo per tutta una serie di motivi: preferisco essere un cittadino che dice la sua, punto. Fa piacere però scoprire che già qualche tempo fa di questo caso se ne era parlato e nei termini che anche qui se ne era parlato, ossia non in termini positivi perchè nascondeva altro: un disegno di impoverimento, quasi studiato a tavolino, dei ceti meno abbienti e di schiacciamento verso il basso di quelli medi, perché? Semplice dire il perché: la torta della ricchezza di questo paese si sta restringendo di giorno in giorno e quindi meno commensali si possono sedere a tavola. E' criminale tutto ciò? Dipende dai punti di vista: per i fautori del liberismo no perchè così si spinge la gente a competere per prendere l'ascensore sociale ed elevarsi e perchè in questo modo lo Stato viene sollevato dal doversi prendere cura di tutti, questo si chiama Stato liberale. Nella prima volta nella storia del paese, ecco perchè l'Italia è importantissima, ad un modello economico si cerca di adeguare un intera società (non il contrario come dovrebbe essere): un laboratorio fallito altrove (leggi america latina e tigri asiatiche) che qui rischia di riuscire per la enorme passività di noi cittadini e per la completa assenza di forze sociali e politiche che propongono ricette alternative. Essendosi, grazie al centrosinistra(?) degli anni 90, rotto il patto sociale la conseguenza naturale del processo non è solo il berlusconismo (che evidentemente è solo il minore dei mai a questo punto) ma la finanziarizzazione di un intera società: qui si cerca di creare quello che nemmeno a Bush è stato consentito di fare ossia la ownership society dove ognuno va per se e non esiste nulla come rete sociale; un incubo per chi non ce la fa e un sogno per chi già ha su fronti opposti per motivi opposti che però hanno come terreno comune solo una cosa, ossia la completa mancanza dello Stato quale l'abbiamo conosciuto nel '900 e che ancora sopravvive nell'Europa continentale. Questo modello, teoricamente ideale, prevede che ognuno è padrone del proprio destino e lo Stato esiste solo in quanto garantisce alcune funzioni essenziali; ma nella realtà è completamente diverso perché gli individui non partono tutti dalla stessa situazione: il ricco rimane tale e anzi si arricchisce e tutti gli altri invece o si affannano a mettersi sotto di lui facendosi volontariamente sfruttare o si arrangiano con altro se non vogliono diventare poveri perenni e per giunta additati come lavativi e come pesi per la società: la Fiat come sarà ridisegnata nei prossimi anni sarà solo la punta dell'iceberg di questo processo e se non si riuscirà a invertire il processo oppure, come dice Scalfari, se non ci si accorgerà che tutto sta crollando siamo diretti contro un muro fatto di mattoni e protetto militarmente che dividerà noi tutti fra "haves" "haves not" che si guarderanno in cagnesco e nemmeno si capiranno. E' realmente questo quello che vogliamo? E' realmente questo che lasciamo come lascito ai nostri figli e nipoti? Spero proprio di no perchè sarebbe molto più attraente davvero sperare che il crollo arrivi presto: almeno si potrà ricostruire su altre basi, si spera.

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