venerdì 13 marzo 2009

il futuro nostro e quello della casta

I comuni mortali devono stentare per arrivare a fine mese; lavorare fino ad almeno 62; accontentarsi di poco più di un'elemosina (visto che il modello di relazioni sindacali è stato cambiato e lascia poco spazio ad aumenti in base alla inflazione); non scioperare (per ora nei trasporti poi chissà......); sperare in una pensione da fame. La casta. Da 6 mila euro a oltre 8 mila un bel pò di baby pensionati al riparo delle brutture della crisi se la godono con le tasse di tutti per essere in vario tempo e a vario titolo membri del Parlamento; non devono sottostare ad accordi nè a nuovi modelli contrattuali; non devono temere per il futuro; spesso le loro professioni non ne risentono, anzi in certi casi carriere sono state costruite; insomma: privilegiati.
C'è qualcuno che ha ancora dubbi?

giovedì 12 marzo 2009

Inizia la lunga corsa alle elezioni.... scambio di accuse (?) fra simili

Acceso scambio di accuse; polemiche sulle proposte lanciate; siamo in piena corsa verso le elezioni e si sa che quando ci sono elezioni l'intero sistema entra in fibrillazione grave: le èlite devono contarsi e vedere chi va avanti e chi perde; chi vince e chi perde ma SEMPRE all'interno del sistema partitocratico di stampo sovietico che prevede soprattutto l'esclusione, e il continuismo da quest punto di vista con la precedente versione della Repubblica è pieno anche se ora hanno gettato la maschera, di chi è fuori dal gioco e deve restare dov'era finora: lontano dal potere. Hanno necessità di riconoscersi per poi dividersi e se entrano altri il gioco salta (vedi Governo Prodi) e le carte si mescolano. Ecco allora che alzano il tono e fanno "ammuina" per distogliere lo sguardo non solo della opinione pubblica (che in buona parte è consustanziale alle èlite e ne riceve omaggi) ma soprattutto dell'area enorme dei cittadini tragicamente lontani dalla politica: in particolare coloro che fanno parte della cosiddetta area dell'elettore mediano (la fascia di elettori che si occupano poco o nulla di politica e che votano solo sulla base del proprio tornaconto e che nella I° Repubblica era la V° colonna del potere democristiano) che sono pochi ma possono determinare la vittoria dell'uno o dell'altro partito. Ora il punto è: si deve continuare o no a puntellare la nomenclatura che oggi ci governa e che si porta dietro l'interesse di tutelare interessi che non sono generali ma di quelle lobby che li sistengono?

mercoledì 11 marzo 2009

Un'imperativo: meno tasse da pagare .... per chi già ne paga poche

Raggiunto uno degli obiettivi: alleggerire lo Stato. Infatti si registra uno srtiminzito +1.1% per le entrate statali. C'è però un ma: le tasse che sono drasticamente sono IRES (- 6%) mentre a salire (+6.7%) è l'Irpef; ciò significa che le società ne stanno pagando meno e che i lavoratori stanno compensandone il calo. Signifca anche che quando si dice "questa crisi è una opportunità per tutti noi" chi lo dice non pensa alla totalità dei cittadini ma ad una parte di essi: cioè chi ha modo di trarne profitto sia pagando meno tasse, sia mantenendo bassi i salari (che grazie anche alla lungimiranza di una parte del sindacato è ora molto meno difeso di prima dall'inflazione e dalla crisi), sia evadendo quello che si può evadere nel pagarle, sia disinvestendo in ricerca e sviluppo. Contemporaneamente può contare su una classe dirigente attenta moltissimo a negare investimenti sociali a chi perde lavoro mentre "dona (è proprio il caso di chiamarla così)" miliardi in grandi opere pubbliche (di cui alcune praticamente inutili se non dannose, si pensi al ponte sullo stretto di messina) e in soldi a vario titolo a chi ce li ha già contando anche sul piccolo, ma non meno importante particolare, che la maccina fiscale è fortemente inefficiente (e deponteziata visto che molti reati che prima erano penali o sono, dai vari governi succedutisi, stati resi reati amministrativi o completamente depenalizzati. insomma il liberismo nostrano è molto annacquato visto che lo è con gli altri mentre non lo è per se stesso difendendolo a denti stretti: altro che ascensore dall'alto verso il basso........

martedì 10 marzo 2009

forum, ecc.: la Cassazione ci mette lo zampino e per ora siamo al sicuro dal controllo di potere

E' da oggi che leggo e rileggo la notizia: la Cassazione ha chiarito che i forum (e il resto chat, blog, ecc.) non sono sottoposti ai rigori della legge sulla stampa: non sono nemmeno equiparabili fra loro e rientrano nella libera manifestazione del pensiero ex art.21. E questo in un paese di diritto dovrebbe mettere la parola fine alla diatriba di mettere le mani sulla rete; mentre nel nostro paese (dove c'è l'arroganza del potere che tutto vuole permeare, lottizzare e in fin dei conti controllare) no, anzi ci si torna e ritorna finchè alla fine non ci riesce. Infatti già ora fra le pieghe di due leggi, come già detto in un'altro post, c'è abbastanza per eutanasizzare l'intera rete italiana: al pari di paesi come la Birmania, la Cina, ecc. tutti campioni della democrazia!

lunedì 9 marzo 2009

eutanasia dei blog: un pò alla volta ci arrivano

Ci hanno provato finora e solo grazie alla mobilitazione blogger in rete la si evitò, ma come si sa il potere non ammette "zone franche" lontane dal suo tocco "magico" e infatti un pò alla volta e, alla chetichella, con la scusa di eliminare le estremizzazioni (puntualmente riportate dalla stampa amica e non in questo accomunata dall'interesse di casta), prima hanno infilato un'emendamento nel cosiddetto decreto sicurezza che dà al Ministero dell'interno la facoltà di chiudere interi portali (google, youtube ecc.) se c'è qualcosa contraria al comune sentire di..... ancora non si è capito di chi e poi di sanzionare pesantemente il blogger (anche per un commento non dovuto alla sua volontà ma terzo ed in questo modo mi immagino che questa froma censura scatenerà i vari idioti che pure in rete ci sono che troveranno il modo di sbizzarrirsi per far chiudere blog a loro contrari .... tanto la responsabilità è del blogger!); ma ora ce n'è un'altra: in un'altro emendamento di un'altra Onorevole della maggioranza s'introduce la identificazione precisa di chi scrive. Bene; in entrambi i casi una legge esiste già e prevede sanzioni anche gravi in entrambi i casi e quindi sorge la domanda spontanea: qui prodest? Come non pensare a una forma di censura in violazione dell'art. 21 della Costituzione? Una ultima sensazione: se questo governo, come il precedente, si definisce "liberale" di cosa ha paura? Che il dissenso emerga? Che ci sia la nascita di una opposizione reale nel paese e che qualcuno ne prenda la guda togliendo il monopolio informativo al mainstream (s'intende per mainstream il sistema informativo integrato con il sistema olitico ed economico che al suo internosi combattono ma impediscono in tutti i modi qualunque voce fuori dal coro generale)?

domenica 8 marzo 2009

Crisi: scoppia la guerra fra poveri e i potenti stanno a guardare

Dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno........... narrava il Poeta; si potrebbe dire la stessa cosa oggi viste le news che arrivano dal mondo: dovunque si contesta lo "straniero" che invade e "ruba" il lavoro, ovunque! In russia, nell'Europa centrale, si protesta per chi "leva" il lavoro ai nativi. In Occidente, poi, la lista si allunga: un'esempio è l'Inghilterra dove operai inglesi hanno duramente protestato contro operai italiani. Da noi? Ci pensano i razzisti a farlo ma il sentimento comune, purtroppo, dà loro ragione e i politici, come i media, non tengono certo calma la situazione (anche perchè sulle emergenze ci vincono le elezioni da noi.......... copiando la tecnica bushiana che si basava sull'effetto annuncio e con media fin troppo compiacenti), anzi in certi momenti ci soffiano con forza sul fuoco: un pò per dare in pasto al "popolino" il cosiddetto mostro di turno e un pò perchè intimamente convinti che sia necessario guidare le "pecore" dove si vuole e non dove vogliono esse. E' triste ma è così: ormai si confonde la realtà con la tv e i problemi reali con quelli, più o meno esistenziali e poco importanti (per non parlare di perseguimento di propri e altrui interessi) per la generalità. Insomma siamo così ed è bene farsene una ragione se, e dico se, se ne vuole uscire prima o poi. E non c'è nemmno un'idea alternativa a competere (e a far paura ai ricconi come accadde negli USA con la grande depressione con lo sventolio del drappo "rosso" sul loro muso da aprte del governo americano) con il pensiero dominante: e tutto un pensiero unico ormai, cambiano poche virgole e qualche punto ma il succo è quello; quindi la gente "è circondata" dal viluppo delle caste che si contendono il potere (Weber lo spiegò con grande anticipo sui tempi) fra loro e il cittadino comune che rimane sullo sfondo. Si potrebbe dire: è il liberalismo, nella sua forma più selvaggia ossia il liberismo, baby..... ma ci si deve proprio rassegnare alla forza o si ha una via d'uscita? Dobbiamo sperare proprio che distruggano tutto e levino al comune cittadino, non appartenente a nessuna casta, anche le "mutande" o prima avrà un'impeto di dignità e onore?

8 MARZO

Si poteva fare il solito post a parlare di una festa che ha più sapore consumistico che reale? Sappiamo tutti che in una società dove business is business anche una cosa importante come questa perde il suo vero significato per .... non averne nessuno!! A che serve essere festeggiate e festeggiarsi un giorno all'anno quando nel resto dei giorni si è cittadini di serie B?
Mentre riflettete vi regalo i dialoghi della vagina (in inglese)

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