sabato 7 febbraio 2009

Davvero ci sarà frattura costituzionale?

Un pò alla volta si delineano i connotati del quadro e sempre più sale alla gola quel nodo formato da rabbia e indignazione che ogni persona civile di questo paese non può non avere. Lo scontro istituzionale era nell'aria e si aspettava solo il momento giusto per far scattare il trappolone politico/mediatico dentro cui far cadere i target inziali prendendo due piccioni con una fava: ridurre il ruolo degli altri organi costituzionali (Parlamento, Capo dello Stato, Corte Costituzionale, Corte di Cassazione) a una semplice subordinazione del Governo e rinsaldare l'asse con la Chiesa in un'alleanza pragmatico/politica che vede entrambi attori di un disegno di controllo e indirizzo dell'intera società italiana; gli indugi sono rotti ormai. Ne parla La Repubblica in termini bene articolati identificando chiaramente sia la svolta "bonapartista" che la "istituzionalizzazione del carisma" di weberiana memoria che certo non porta ad un'ampliamento degli spazi democratici a disposizione dei cittadini: un'esempio è quello di accomunare binomi di facile presa per confonderli come ad esempio morte/statalismo e vita/libertà menrte invece non è assolutamente così; ma non tutti ci arriveranno e cadranno anch'essi nel trappolone lasciandosi trascinare e coinvolgere dall'onda anomala che hanno creato volutamente. Si parla di tentazione autoritaria: non è proprio così. Perchè più che tentazione si tratta del classico "autoritarismo democratico" che dopo otto anni, con la sconfitta di Bush, è appena stato buttato nel cestino della storia negli USA: lì ha miseramente fallito, qui rischia (soprattutto per la timidezza,a esser buonisti, della cosiddetta opposizione del PD che in linea di massima condivide il quadro liberista) di avere successo e di trasformare in senso antistorico, illiberale e a-democratico la società italiana. Tutto fa parte del disegno: le proteste dei cittadini; quella civilissima di un padre disperato che dopo 17 anni si vede ancora una volta allontanare la possibilità di lasciare sua figlia libera dai vincoli meccanici che la tengono sospesa in un limbo fra vita e morte prigioniera di pregiudizi che vanno molto oltre il singolo caso (anzi lo pongono sullo sfondo) e riguardano il tentativo di mutare nel profondo la storia del nostro paese.

venerdì 6 febbraio 2009

Caso Englaro: lo scontro risale i vertici istituzionali

E' ormai al calor bianco lo scontro che sta spaccando l'Italia praticamente in due sul caso Englaro: da un lato la Chiesa (e ora il Governo), dall'altro Il Capo dello Stato (e, sorpresa, il Presidente della Camera che suona come una lieta sorpresa) ma soprattutto (quello che ne rimane) la società civile e laica più le non molte personalità che hanno avuto il coraggio di dire la propria in merito, spesso sommessamente. Da un lato uno Stato straniero che è connotato da teocrazia e per nulla democratico che ha schierato le sue truppe e gli ultras, dall'altro la residua società laica che ha solo la parola e la forza della ragione, delle sentenze definitive, e della scienza dalla loro. Il Governo ha dapprima cercato di tenersi fuori dalla diatriba (tranne qualche Ministro che ha provato, e prova ancora, a fermare il processo) ma ora è sceso pesantemente in campo dal lato della Chiesa tentando prima con decreto legge (respinto dal Capo dello Stato) e poi con un disegno di legge che dovrebbe essere approvato a tempo di record per fermare il processo: c'è solo un piccolo, ma per il nostro Capo del Governo molto significativo, particolare ossia i sondaggi che dicono che gli italiani sono a favore della famiglia Englaro; una cosa non da poco conto vista l'importanza che essi rivestono oggi nella politica italiana. Tralasciando i toni forti usati se ne ricava che nel nostro paese contano di più le "pressioni" di Oltretevere che il comune sentire della gente? Pare di sì. Ma mi chiedo se il caso Englaro sia davvero così "fondamentale" per il nostro paese che ha milel e più urgenti problemi? Non c'è la crisi che distrugge posti di lavoro? E come mai tanta rapidità per una tragedia che si trascina da 17 anni e che ha avuto una sentenza passata in giudicato (che in base al nostro ordinamento non può più essere modifcata se non per il futuro) che ha stabilito il diritto (peraltro costituzionalmente garantito) a disporre della propria persona in vita ma, soprattutto, alla fine di essa? Il filosofo Severino dice che il cosiddetto concetto di dono (molto pubblicizzato in questo periodo) ha degli aspetti che sono contraddittori e che possono rivolgersi proprio contro i suoi sostenitori a oltranza e sarebbe meglio non approfondire perchè creerebbe più problemi ai suoi propugnatori che ai suoi detrattori. Ci si attendeva reali interventi per i meno abbienti che finora hanno visto "solo" social card e pochi spicciolotti anche a suon di decreti legge mentre stasera si è consumata una frattura pericolosissima: si è tentato per via di decretazione di annullare una sentenza definitiva, una cosa che mette in discussione lo stesso Stato e tutti i principi su cui esso si basa (ce ne sono state altre ma questa è grossa) e denota la considerazione nella quale è tenuto il disposto della massima Magistratura ma soprattutto il comune sentire della gente soprattutto come facilmente ci si passa sopra quandosi sente il rintocco della campana "oltreteverina" che richiama all'ordine. Lo scivolo sul quale sta finendo l'Italia è realmente preoccupante e pone uno spartiacque netto che rende impossibile qualunque dialogo fra le parti e scopre quale sia il reale disegno egemone che ci grava addosso e il pericolo che tutti corriamo: nati sotto uno Stato democratico (anche se a sovranità limitata vista l'incipiente guerra fredda) rischiamo di invecchiare e morire, se ce lo permettono, in una teocrazia di stampo iraniano.............

giovedì 5 febbraio 2009

ecco l'orrore della vita moderna italiana..........

ATTENZIONE VIDEO DA CONTENUTI FORTI CHI E': MINORENNE; DEBOLE DI STOMACO; FACILMENTE IMPRESSIONABILE, E' MEGLIO CHE NON LO GUARDI
un video raccapricciante che è singolare e particolare che ci dà il senso di quale sia il livello di violenza, cattiveria, mancanza di umanità a cui si può giungere in questo nostro paese, e più in generale nel mondo occidentale, quando a parole ci si dichiara: garantisti, liberali, pro-vita, ecc. Ora il punto è: ce ne ricordiamo solo quando si toccano interessi di qualche minoranza o deve valere sempre? Ce ne ricordiamo quando sale alla ribalta della cronaca? E tutte le altre persone che si trovano in queste situazione che non hanno la fortuna di essere salvate, che fine fanno? In un'attimo guardando il filmato mi è caduto un velo dietro il quale però intravedevo la realtà: siamo semplicemente ipocriti perchè ci spendiamo per discutere se una donna da 17 anni in coma irreversibile debba essere liberata o meno e invece ogni giorno ci sono tragedie del genere e non vedi gente che si sdraia per strada a terra o che protesta (o simili) o che digiuna. Molto semplicemente si dirà che è un problema di ordine pubblico e che i magistrati dovranno fare il loro lavoro, insieme alle forze dell'ordine, ecc.; mi chiedo con cosa devono fare il loro lavoro se a tutt'oggi chi uccide e viene, in via definitiva, condannato al massimo della pena ma al massimo si farà fra i 7 ed i 10 anni (se va male) perchè questo dicono le leggi fatte dai politici (incluse le attenuanti e gli arresti domiciliari): e a costoro che stanno torturando questa donna per costringerla a prostituirsi quanto prenderanno come pena in base all'attuale legislazione italiana?
AGGIORNAMENTO
Oggi è uscito un'interessantissimo articolo di Ezio Mauro sulla Repubblica sulla politica "gregaria" italiana; una politica (il Dr. Mauro la definisce "pagana" e io concordo) ormai incapace di richiamarsi a un pur elementare valore fondante tipico di una società che si voglia definire civile e liberale (lasciamo stare democratica perchè ormai è una parola priva di significato e vuota, un classico esempio di fantasma del natale passato a esser buoni); il Dr. Mauro si riferisce al caso Englaro naturalmente ma io, che giornalista non sono e che in base all'art.21 della Costituzione italiana, ancora in vigore (?), esprimo le mie idee (finchè ce le lasciano esprimere e non imbavaglieranno anche la rete come già accade in Cina, Iran, Corea del Nord ecc. quindi non saremo soli ma in ottima compagnia.......) prendo spunto per estendere il discorso oltre il singolo caso e, con tutto il dovuto rispetto, allargarlo al post di oggi che si basa sul video pubblicato: credo che sia vero che c'è chi usa Eluana come un feticcio per presidiare il principio della vita e la sua fine ed è passato repentinamente dalla testimonianza alla militanza senza alcun rispetto per i principi base dei diritti umani; credo che sia vero che la politica italiana (più che mai autoreferenziale) è gregaria enon vuole scontentare uno dei suoi "grandi" sponsor e faccia di tutto per accondiscendere ai desiderata (soprattutto per non perdere una buona messe di voti e altro) perchè "Parigi val bene una messa"; e credo, infine, che sia vero che, non potendo superare lo scoglio del Capo dello Stato che resiste all'emanazione del decreto legge perchè palesemente incostituzionale; ebbene cosa fa questa politica "gregaria"? Impone una tassa sul permesso di soggiorno; rende ancora più miserrima la condizione del migrante (clandestino o regolare che sia) "suggerendo" ai medici la scelta di denunciarli; vieta le intercettazioni (con alcune eccezioni e per tempi ristretti); ma NULLA FA IN MANIERA ASSOLUTA nei confronti di chi si trova in oggettive condizioni di schiavitù nè muove ciglio quando accadono fatti come quelli di Nettuno (anzi li relega a semplice problema repressivo) o come questi dato che non sono a conoscenza di prese di posizioni "forti" o di decreti legge o quant'altro: forse perchè chi presidia il principio e la fine si disinteressa del DURANTE e come mai avviene ciò e glielo lasciano far passare senza battere ciglio? perché, forse, noi comuni mortali ci dobbiamo solo preoccupare di consumare? di guardare un qualche reality? di "preoccuparci" delle sorti della propria squadra del cuore? e dei "problemi" che affliggono questo o talaltro politico alle prese con la legalità?

mercoledì 4 febbraio 2009

Englaro SENATORE A VITA. FIRMIAMO LA PETIZIONE

Affari italiani ha pubblicato una lettera aperta al Presidente della Repubblica italiana Napolitano di Enrico Andreoli che chiede al Capo dello Stato di nominare SENATORE A VITA il papà di Eluana Englaro; per dimostrare a questo uomo coraggioso che non ci si è dimenticati della sua battaglia laica e di civiltà ma soprattutto perchè dopo gli insulti e le minacce quest'uomo è stanco e provato e l'Italia democratica a laica deve essergli vicino e provargli che non è solo.La testata giornalistica ha aderito alla iniziativa con entusiasmo.Karamazov, il mio blog, pure vi aderisce. Perchè? Perchè è ora di dire basta con questa lotta ideologica e tutta protesa a far ripiombare il nostro paese in un'oscurità medievale dove la paura la fanno da padroni e dove diventa fondamentale, per fare e pensare qualunque cosa, l'imprimatur di una minoranza integralista che in nome di assoluti, non provati nè condivisi da tutti, imperativi decidono dei destini dell'individuo fin nei suoi diritti irrinunciabili e personali: per inciso la nostra Costituzione oltre a riconoscere e garantire a tutti i diritti della persona senza distinzione di sesso, religione ecc. stabilisce che

Art. 32.

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

più chiaro di così
AGGIORNAMENTO DA UN QUOTIDIANO ODIERNO
Quando Eluana non ci sarà più, rientrerò in una dimensione umana, perchè finora ho vissuto in una dimensione disumana. Mia figlia è stata violentata, continuamente invasa nel suo corpo, oggetto di una violenza che lei avrebbe definito inaudita, inconcepibile e inaccettabile”. Così si è espresso Beppino Englaro, padre di Eluana, durante un'intervista rilasciata a Telecamere, trasmissione della Rai che andrà in onda domenica prossima. Si tratta dell'ultima intervista che ha rilasciato prima che la figlia fosse trasferita alla clinica La Quiete di Udine.

martedì 3 febbraio 2009

cattivi: per ora con i clandestini, poi si vedrà

Quello che manca in questo post è l'affondo, e il guizzo, di chi dice le cose che pensa e fa il finale ad effetto nell'esprimerlo; ma dovendo di parlare di fenomeni complessi e articolati in essere queste due caratteristiche solite dei blogger qui non ci possono essere per un semplice motivo: SIAMO AGLI INIZI E MI ASPETTO ALTRO NEL FUTURO DEL NOSTRO PAESE SEMPRE PIU' LONTANO DALL'IDEALE DI APERTURA E SOCIALITA' CHE I PADRI FONDATORI DELLA REPUBBLICA AVEVANO IN MENTE.Hanno vinto sull'onda della paura le elezioni; hanno dichiarato nei primi mesi più emergenze che fatto cose concrete; ora negano che ci sia l'emergenza razzismo (l'unica vera) nel nostro paese per non ammettere che il mostro che è stato risvegliato ora sta agendo e mostrando i frutti della malapianta che in tanti anni sono germogliati nella nostra società. Ci vorrebbe una bella dissertazione sulla fenomenologia della paura e sul suo uso da parte della politica, e delle èlite al potere, per instradare l'orientamento delle persone (complici i media per quieto vivere e più spesso per servilismo) verso un certo obiettivo, ma so già che, visto "l'elevato livello medio di cultura" sarebbe come cavare il classico sangue da una rapa; si potrebbe, per esempio, citare i saggi di Al Gore e di Naomi Klein in argomento ma anche qui, confermando quanto affermava Il Duce, "sarebbe inutile" visto la tendenza alla delega e all'evasione dalla realtà (cupa e infarcita di false verità); quindi mi limiterò a segnalare poche cose di cui ci siamo "dimenticati".Innanzitutto siamo stati, e siamo, un paese di migranti (sia interna che esterna al paese) e sappiamo bene cosa significhi lasciare il proprio paese che ha fallito la missione di badare ai suoi cittadini, e lascia che le menti e le braccia migliori se ne vadano altrove, perdendo una bella ricchezza e permettendo ad altri di usufruirne.In secondo luogo siamo un paese che non ha fatto tesoro della propria storia e dei propri lati bui nè non solo non ne ha tratto lezione storica ma ha solo saputo nascondere sotto il tappeto i propri limiti e la propria sporcizia: siamo troppo abituati alle città-stato e poco allo stato nazione per capirne la differenza; basterebbe rileggere (o leggere a seconda) i Vicerè o il Gattopardo per capire di cosa parlo.In terzo luogo, infine, siamo troppo spesso (proprio perchè non abbiamo alle spalle una lunga storia "statale") preda dei messia e dei "conducator" (più simili a Kim il Sung che a Giulio Cesare) dei vari dux ecc. e non sappiamo guardare oltre il nostro zerbino di casa per poterci definire civili e "occidentali"; ma, soprattutto, la scelta del modello sociale liberista è stata vincente per coloro che ci hanno guadagnato ma ha distrutto quel vincolo che legava i cittadini al paese e le generazioni a quelle precedenti producendo quello che oggi abbiamo sotto gli occhi.Detto questo a nostra memoria ora non ci possiamo mervagiliare o scandalizzare o, peggio ancora, "scoprire" che i nostri figli (o vicini o parenti o amici ecc.) partecipano ad un branco per stuprare oppure incendiano il primo extracomunitario che trovano a dormire in un parco e altre bestialità del genere che ci allontanano dal consesso civile: tutto ciò è frutto del seme gettato dal razzismo localistico e dal parlare alla pancia delle persone, centralizzando sulle loro fobie e sul loro egoismo i messaggi politici, agitandogli davanti agli occhi il "nemico" che cambia di volta in volta,dagli islamici agli extracomunitari e via concionando. E' chiaro (almeno a me) che il tentativo di ridurre questo fenomeno a pura criminalità comune o a "perdita di valori" è un modo di alzare le spalle e tirare dritto per la propria via. E' vero semmai il contrario: è l'emersione del sentimento diffuso in ognuno di noi che si manifesta in maniera violenta nulla di più e nulla di meno. La voluta sottovalutazione, in sè, è un tentativo di nascondere sotto il tappeto i propri errori e le proprie strategie per accaparrarsi la poltrona e i privilegi connessi ad essa; aggiungiamoci anche la scuola che è morta e la famiglia (di cui ci si lava la bocca quando conviene a qualcuno) a pezzi ed il quadro dovrebbe essere chiaro, spero.

lunedì 2 febbraio 2009

Patto PD/PdL: i classici due piccioni con una fava (ognuno sceglie la parte che desidera)

Fra legge ammazza intercettazioni e legge elettorale europea il patto fra i due cloni è ormai cosa fatta: il patto d'acciaio è cosa fatta, ora siamo al regime liberale e non più democratico. Il meccanismo in moto stritolerà gli ultimi brandelli del regime rpecedente consegnando il paese alle lobby e alle corporazioni. Nemeno negli USA hanno mai avuto tanto coraggio e sfrontatezza come da noi: lì le leggi ci sono qui no. Qui si fanno prodomo sua e quando ciò non è possibile si piega tutto ai propri interessi: noi cittadini siamo sempre più parte dello sfondo, a volte rumoroso ma più spesso sonnolento, lontani come non mai dalla gestione della cosa pubblica e chiamati solo a ratificare le decisioni altrui e a esprimere il "parere" quando ci sono le elezioni (senza nemmeno scegliere i nostri rappresentanti che sono "nominati" dalle segreterie dei partiti) e a perderci per il reality di turno o la partita di calcio: confinati in un limbo in cui ci siamo ficcati da soli per quel gusto masochistico che ci contraddistingue. Ha ragione chi dice che le emergenze sono invenzioni: ci hanno vinto le elezioni sulla paura ora ci sbattono in faccia che non sono nemmeno capaci di fare una legge che colpisca la violenza gratuita ma soprattutto non fanno nulla preprevenirla aumentando il livello culturale (attualmente da terzo mondo, anzi loro stanno sotto questo punto di vista meglio di noi senza illudersi di essere chissàchi) e fornire risposte reali alla crisi profonda che stiamo affrontando che non è solo economica ma di sistema.

Lo stupro. Branco o parte nera di noi?

Perchè aumentano i casi di stupro (di gruppo o meno non importa)? E' solo colpa dei giudici che esprimono la sentenza? Di sicuro no visto che i giudici (al di là delle valutazioni di opportunità di rilascio o meno dei colpevoli) sui singoli casi applicano la legge (che di suo pervede attenuanti e sconti): e chi la fa legge? I politici. Quindi la domanda sul perchè accadano questi fatti e sul perchè spesso finisce alla fine dei processi in pene leggere, la domanda, dicevo, va rivolta ai politici. I quali politici, nella perenne guerra con la magistratura, sono i primi responsabili dell'attuale situazione: in primis perchè le leggi, appunto, le fanno loro; in secondo luogo perchè hanno incentrato sul tema della pura e della gestione delle emergenze la propria ricchezza elettorale; in terzo luogo perchè si è abbassato il tono culturale del mondo politico e sociale e questa è una diretta conseguenza della politica liberista dei tagli al pubblico in maniera indiscriminata (la scuola pubblica è morta ormai ed è soplo un oparcheggio er futuri dispoccupati di basso livello, ci sono eccezioni ma rare e sempre più circoscritte) e alla rottura del patto sociale in nome della modernizzazione della società: qui il centrosinistra ha una grossa responsabilità perchè questo processo l'ha innescato proprio lei. Infine il senso dell'impunità; il messaggio che dal 1990 è passato è quello che in pratica tutto è possibile e se si hanno soldi, conoscenze giuste, e potere (o appartenenza a ceti agiati) consentono la quasi totale impunità: ricordo l'esempio proposto da Travaglio dove ad un'omicidio della moglie si poteva venire condannati a non più di 7 anni (anzichè essere condannati all'ergastolo) di carcere. In un tale quadro sia i disperati che i rampolli di famiglie agiate si sentono autorizzati a fare come gli pare e non serve a nulla inasprire le pene sull'onda della paura (in realtà si fa solo messe di voti) ma facendo, sottobanco, mille distinguo com'è inutile limitare le intercettazioni telefoniche (è solo una vendetta nei confronti del potere dela magistratura che si è "permessa" di colpire politici) in nome della libertà e della privacy perchè alla fine sarà un'altro regalo alla malavita, al malaffare (politico o meno), a i reati di stupro (questi ultimi non sarebbero intercettabili in base alla nuova legge che sta per nascere) e molto altro ancora che alla fine si ritorceranno contro l'uomo comune avvitandolo sempre di più nel cerchio infernale paura-frustrazione-violenza-richiesta di ordine-paura. Come molti osservatori, anche del mestiere, affermavano anni fa siamo sempre più incattiviti e impauriti anche della nostra ombra e siamo sempre più perda di irrazionali paure ed esplosioni di violenza singola e di gruppo di cui faranno le spese solo la parte meno forte della società. Come in altre materie o si cambia strada o si americanizza: siamo all'alternativa secca e al lumicino della civiltà di cui ci facciamo bandiera all'estero (soprattutto nei confronti dei "biechi" islamici i quali in realtà tornano molto comodo alle èlite come spauracchio) mentre da noi ne abbiamo perso il sigificato reale.

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