sabato 31 maggio 2008

Nuova Costituzione europea: la lega non ci sta

Una prima incrinatura nella "granitica" maggioranza uscita vincente dalle elezioni potrebbe venire in seguito all'approvazione della nuova Costituzione europea; infatti pur avendo votato con "riserva" ha già annunciato che presenterà un disegno di legge per far tenere un referendum in materia (in Italia i trattati internazionali non possono essere sottoposti a referendum): nella maggioranza non poca irritazione è trapelata. Si deve dire che in Parlamento una maggioranza favorevole in materia c'è ed è ampissima andando dal PD al PdL, in pratica tutta la borghesia finanziaria, globalizzata e arricchita che ha tratto vantaggio dall'Europa. La Lega in questo caso sembra fuori dal coro ma questo non dovrebbe stupire perchè come movimento localistico, potenzialmente secessionistico, con accenti un poketto razzisti, e anti-statalista mal sopporterebbe di dover sottostare anche a poteri sovranazionali di tal fatta che possono limitare, e di molto, il peso specifico della minoranza "rumorosa" che essa rappresenta: fra le altre cose è anche costretta ad agire in questo modo perchè buona parte del suo elettorato è parte del ceto (usando un termine di Ostellino) "sconfitto", o comunque a rischio di perdere quel poco che ha dal processo globalizzativo e quindi diventa a questo punto anche questione di sopravvivenza oltrechè politica anche economica e di sopravvivenza e che alle ultime elezioni ha proprio votato per questo movimento e se non fa nulla rischia di sparire dalla scena politica. Personalmente, ma per motivi diversi e direi opposti, non posso che essere d'accordo con la Lega. Se si tiene presente che uno dei padri della moderna Europa, Spinelli, non riconobbe il Trattato perchè non presupponeva la partecipazione elettorale ma l'accordo di vertice fra le oligarchie si comprende come "questa" Europa è quanto di più lontano da un'Europa sociale e politica cui tutti dovrebbero, e avrebbero diritto, a contribuire nella sua costruzione. Non è un'Europa "popolare" questa; non ne ha le caratteristiche; è piuttosto quell'Europa liberista, concorrente degli USA, che mira solo a creare maggiori diseguaglianze e miseria fra i meno fortunati (salvo poi inventarsi qualche programma di assistenza "compassionevole" che fa danni maggiori del non far nulla) e arricchire chi già sta bene. La gioia di Monti l'incubo di milioni di italiani che non ce la fanno ad arrivare a fine mese, per intendersi. Nessuno, spero, crede alla befana e alla panacea propagandistica appioppataci in questi anni e molti hanno già scoperto sulla loro pelle cosa significa "l'Europa" quando interviene in certe materie per fare l'interesse delle multinazionali (qualche commissario prima era consulente di multinazionali, pensa un pò), oppure quando stabilisce le quote sopra e sotto le quali una certa produzione non può andare (alla faccia del mercato ), oppure ancora quando impedisce comportamenti affermatasi nella tradizione popolare del luogo ecc., e si capisce anche come essa sia un comodo rifugio per i politici incapaci che quando si tratta di dover giustificare una qualche loro decisione impopolare la tirano in ballo e fanno intendere che non ci possono far nulla: come se non si sapesse che quando si tratta su una materia non c'è solo la discussione parlamentare ma anche la trattativa fra Governi, e quindi, loro dov'erano, a sonnecchiare e a prendersi i soldi delle diarie? A pelle un sentimento ostile a questa Europa è presente non solo in Italia ma anche in altri paesi (i referendum di qualche tempo fa ne sono una testimonianza) e che com'è ora non piaccia a nessuno è cosa nota nelle buie stanze del potere (e credo anche che la Lega nella società reale troverà orecchie molto attente e favorevoli all'argomento) e si può comprendere il timore che le oligarchie hanno nel vedere morire per la seconda volta la loro orrenda creatura che ci vogliono imporre a forza: se passerà il referendum credo che ci saranno sorprese, e sarà anche una bella prova di democrazia cosa che, come siamo messi male nel nostro paese, non guasta mai

venerdì 30 maggio 2008

Il Papa: almeno lui è felice

Che oggi la Chiesa nel nostro paese conti più di molti altri è assodato e che detti l'agenda politica nessuno lo mette in discussione anzi non se ne fa nemmeno più mistero; dopo il "programma" politico della CEI ieri anche il Capo di Stato Vaticano ha emesso i suoi desiderata: soldi alle scuole private cattoliche (e con la Costituzione che dice il contrario ossia quel "senza oneri per lo Stato", come la mettiamo?); famiglia: non è il solo a dire che si deve intervenire però è colui che ha qualche speranza di veder esauditi i suoi desideri anche se voglio proprio vedere come si farà. Non c'è solo la questione monetaria (dicono che ci sono pochi soldi ed in parte è anche vero soprattutto con i livelli di evasione che ha il nostro paese) c'è anche il problemuccio di quale intervento si deve fare: i figli oggi costano, e tanto, e, quindi, giustamente i giovani ci pensano due volte prima di farne visto gli stipendi e i costi per i neonati che sono fra i più alti, naturalmente, d'Europa (l'Italia è un bengodi per le imprese perchè fanno quello che vogliono con i prezzi senza che nessuno, governi compresi, le contrasti) così come costano i matrimoni, le case, gli asili nido (che già ora costano un bel pò e con i tagli draconiani non credo che aumenteranno di numero e in qualità) e così via. Non so con quale faccia tosta si esorti di fare figli:è irresponsabile una cosa del genere così come è irresponsabile non fare una politica di educazione alla vita, e al sesso, a partire dalle scuole perchè è vero che l'ignoranza è più facile da controllare e gestire ma poi se aumentano le malattie veneree allora i costi aumentano e il cane a quel punto si morde la coda. E per non parlare dei migranti: è vero che la Chiesa dice accoglienza perchè si aiuta chi viene a bussare alla porta ma, oltre al fatto che questo governo non brilla per sensibilità su quest'argomento, è anche vero che lo Stato paga un tot a migrante quando questi vanno a mangiare (chi ricorda la minaccia, qualche tempo fa di chiudere le mense?) ecc. e quindi che ci sia anche un'interesse economico non guasta tanto siamo nel paese liberista per eccellenza e quindi se oltre alla solidarietà c'è anche un guadagno che male c'è. Per non parlare dei soldi che la Chiesa riceve sotto varie forme dallo Stato: un salasso non comrepnsibile in una società dove ci dovrebbe essere libera Chiesa in libero Stato, perchè si deve dare dei soldi? Ci credo che è felice, non c'è mai stata una situazione così favorevole alla Chiesa come ora: il PdL che è allineato e coperto e i suoi cloni del PD che lo rincorrono sullo stesso terreno; c'è da rimpiangere quando c'era la DC che sapeva anche dire di no a Oltretevere.

giovedì 29 maggio 2008

la toppata della Stone sulla Cina e le conseguenze

L'attrice hollywoodiana ha preso una toppata colossale a proposito del terremoto in Cina, infatti in un'intervista ha fatto una dichiarazione nella quale fra l'altro afferma che è un giusto castigo divino il terremoto per la Cina per come si sta comportando in Tibet: quando si dice parlare fuori dai denti, eh? Ora anche ammesso che fosse una boutade, il cattivo gusto non fa onore ma è sintomatico degli americani che Dio lo mettono in tutti i loro discorsi anche a sproposito, come in questo caso, quando presupponendo che "Got mit uns" (tristi ricordi mi portano alla mente queste parole) si fanno alfieri di battaglie che pur se giuste e condivisibili sono sintomatici di una mentalità da "siamo sempre nel giusto" al di là della pietas e delle considerazioni, anche di opportunità commerciale visto che la stessa attrice è anche testimonial di una nota casa di profumi e altre amenità che (per non ledere i propri interessi economici sul mercato cinese) ha chiesto scusa e si è chiaramente dissociata dall'iniziativa, per un'enorme tragedia come il terremoto che ha appunto distrutto il Sichuan con decine di migliaia di morti, dispersi e feriti, per non parlare degli sfollati, e dei danni a dighe ecc che ha dato un'enorme mazzata all'economia rurale del apese che è già da decenni in crisi visto che la Cina ha puntato tutto sul liberismo e suula crescita industriale abbandonando a se stesse le campagne. Una mancanza di sensibilità e di pietas, appunto, che non le fanno onore e che non fanno onore nè alla causa sostiene così ardentemente nè al paese cui appartiene anche se quest'ultimo in materia di "onore" di punticini e amicizie internazionali ne ha perso di entrambi parecchi dopo l'aggressione all'Iraq, a tutt'oggi ingiustificata, e per come è ridotto ora grazie ai "liberatori" dei popoli oppressi che non si sono dimostrati né migliori dei predecessori dal punto di vista dei metodi adottati nè così"umanitari" dato che quel paese viene letteralmente derubato del petrolio di cui è produttore dalla voracità delle multinazionali del settore che in buona parte sono proprio americane. Quindi ci si dovrebbe stupire? In realtà no perchè è sintomatico della mentalità e della visione del mondo totalizzante di cui il paese di origine della star è portatore, sentendosi investito di una qualche "missione" proprio da quel Dio con il quale ne abusano a iosa per autogiustificarsi e autocongratularsi ma soprattutto oper autoassolversi dal genere di crimini commessi e dalle amenità dette come in questo caso. Ma questo caso è anche particolarmente scottante per gli USA perchè dall'altra parte non c'è un paese distrutto e indifeso perchè piegato dalle bombe americane ma una potenza economica, politica e fra un pò militare di tutto rispetto che possiede una bella fetta di titoli del tesoro americani, dove le industrie americane hanno fortemente investito per risparmiare sul costo della manodopera (fra un pò sarà conveniente investire anche da noi in Italia se continuano a crollare i redditi italiani nel modo affermato dall'Istat, altro che cina e forse da noi si spera proprio in questo), e se questi s'inkazzano gli USA rischiano di fallire nel giro di poche settimane chiudendo bottega, se è vero che già ora se non fosse per il settore militare l'economia americana è già in ginocchio e asfittica, e passando direttamente dalle stelle (...) alla pattumiera della storia

mercoledì 28 maggio 2008

Istat e Amnesty, una foto del paese: più povero, più razzista, più ....

Di solito non faccio due post però questa eccezione la ritengo importante. Dall'Istat viene una foto del paese precisa e che in un colpo solo smentisce tutti, ma proprio tutti e soprattutto mette la parola fine alla inutili discussioni sul sesso degli angeli che il ceto dirigente fa dal 1990 ad oggi sull'Italia quando con fare furbesco da la colpa a questo o a quello di quella che è invece una colpa tutta propria: l'Italia è un paese sempre più povero, anzi è povero e non ci sono al momento prospettive che ci facciano pensare, aggiungo io, che si migliori nel prossimo futuro a meno di un rinsavimento dei cittadini che in una volta sola giri le spalle ad essi che hanno fatto del parassitismo a nostre spese la loro fonte di sostentamento.Da Amnesty international arriva un duro atto di accusa, non come sempre verso i cattivi paesi dittatoriali, ma verso l'Occidente che viola i diritti umani: e l'Italia non è da meno. Nessunp dice naturalmente che dobbiamo calarci le braghe e far entrare tutti: ci sono le leggi e le devono rispettare e andare in carcere se le violano, però le stesse leggi devono valere anche per gli italiani e in particolare per quegli italiani che si sentono al di sopra di esse per grazia ricevuta o perchè hanno soldi per pagarsi fior di avvocati o perchè quelle leggi le scrivono pro domo sua piegandole ai propri interessi; di solito prima di criticare gli altri dobbiamo fare le pulizie in casa e solo dopo possiamo alzare lo sguardo in casa altrui.Che dire qualcuno aveva dei dubbi in proposito? Sono anni che gli osservatori imparziali ci lanciano l'allarme; e sono anni che dalal stessa classe dirigente vengono bei propositi che sono puntualmente disattesi. Meravigliarsi di cosa? che stiamo sprofondando nella melma? Personalmente no, e lo potrebberi dire tanti altri se solo sapessero guardare oltre il proprio naso e il proprio egoismo.

Gli scontri di Roma all'Università: qui prodest?

Come nel 1968 e nel 1977, o ora è diverso? Quello che è accaduto ieri all'Università di Roma è il prodromo di un nuovo movimento studentesco che prende le caratteristiche di scontro come nei due precedenti citati o è "solo" un fatto occasionale? Da quando ha vinto la destra populista episodi di violenza ce ne sono stati (imbrattata qualche lapide, il ragazzo ammazzato di botte a Verona ecc.) ma il "partito" del minimizziamo, bipartisan, l'ha avuta vinta, ma ieri invece è stato diverso: un'aggressione squadristica con risposta uguae e contraria; un copione già visto da chi come me ha qualche anno e che sperava di non rivedere in questi termini. L'elemento scatenante era l'attaccare qualche manifesto da un lato l'aver indetto, ma il Rettore l'aveva vietato, un convegno sulle foibe dall'altro. Poi la violenza e le reazioni: non stupisce quelal dei giornali di destra tutti "giustificazionisti" e pronti a difendere (un'altro parallelo con il passato); stupisce la reazione di quelli della destra economica, pd e soci, che pur condannando non spiegano entrambi sembrano avvalorare la teoria degli opposti estremismi: un'altro residuato bellico dei precedenti movimenti, che ha fatto più danni e vittime dei movimenti stesi aizzando più che cercare di calmare gli animi, ma soprattutto gisutificando la risposta dura dello Stato. Il Sindaco di Roma ha giustamente invitato a non aizzare, memore dei movimenti che lui ha vissuto in prima persona dalla parte della barricata di destra, e a non creare una spirale di tensione da cui non si uscirebbe facilmente e che potrebbe anche portare al "morto", cosa questa che nessuno vuole, spero. Che la destra fascista stia rialzando la testa è indubbio l'unica speranza è che stavolta nella cosiddetta sinistra si sappiano tenere i nervi saldi e non si risponda con il classico colpo su colpo come in precedenza: è proprio quello che cercano i partiti delle destre per spostare l'attenzione dai problemi reali del paese a cui non sanno dare risposta efficace e si aggrappano a tutto, ivi compresi questi fatti, pur di evitare di dover rendere conto sulla inazione e inefficacia delle loro politiche. Mi auguro di non dover rivedere spranghe e altro nelle strade, ma soprattutto mi auguro che fascisti e sinistra sappiano capire che rischiano di dare carne da macello, divendone strumento inconsapevole o meno, ai interessi altrui e che nulla hanno a che vedere con il far uscire il paese dal liberismo in cui giace e a cui entrambe si oppongono almeno a parole.

martedì 27 maggio 2008

Un vero programma politico: quello della CEI

Devo chiedere scusa: io laico chiedo scusa. Non sono nè ammattito nè sono stato folgorato sulla via di damasco, semplicemente ho capito che nel nostro paese l'unica che sa fare politica sul serio e sa scrivere un serio programma politico è la CEI: d'altronde non poteva essere altrimenti con duemila e rotti anni di storia se non la sanno fare loro chi altri? Ieri è stata dettata l'agenda della politica italiana ed è stato fatto nel modo giusto per giunta: modi e tempi ineccepibili, cose da un'altro pianeta a cui credo i miei concittadini da decenni non vi erano più abituati, alta scuola della Politica (con la "P" maiuscola) Aristotele e soci andrebbero orgogliosi. Non si potrà mai più parlare di "ingerenza" della gerarchia ecclesiastica nella società italiana, sarà la società italiana, nel suo segmento politico, che si ingerisce degli affari interni della società vaticana: e forse è meglio così, perchè a parte il piccolo particolare che diventeremmo l'IRAN dell'Occidente (chissà se reintrodurranno la Santa Inquisizione) con annessi e connessi, saremmo sicuramente gestiti meglio della classe dirigente uscita da tangentopoli. Poche cose chiare e precise, nessuna battuta da incantatore di serpenti, percorsi sociali ed economici definiti e personale politico di prima qualità: cosa vogliamo di più? Non ne sono contento ma da pragmatico prendo atto che fra le due caste quella religiosa prepara meglio il proprio personale e ha le idee chiare, non ha bisogno di rincorrere la folla oppressa dai sondaggi e dai media, e soprattutto ha dalla sua la FEDE che gli da quella forza morale e personale per fare quello che si propongono di fare, che ai laici ora manca completamente e che una volta era data dalle ideologie, e che invece l'attuale classe dirigente non potrebbe mai avere perchè è tutta orientata al profitto proprio e delle lobby che li sostengono e di cui spesso come classe sociale fanno parte: questo lo dico come cittadino che si sente prigioniero in casa sua, libero solo sulla carta ma in realtà legato mani e piedi alle decisioni altrui che non lo riguardano per nulla e che nn vede all'orizzonte un diverso andazzo delel cose, semmai un peggioramento anche, come qualità stessa del personale politico, e vista la sua provenienza anche dal mondo dello spettacolo, della prorpia qualità della vita e del futuro dei propri e altrui figli. Se ne sono accorti persino i pochi osservatori che non si sono accodati al pensiero ora dominante debole e ondeggiante (toh, ho fatto una rima ) e ne sono allarmati: io sostengo invece di non allarmarsi eccessivamente perchè lor signori sanno fare il loro mestiere bene e, a parte un certo integralismo su alcune cose, mi pare che se potessero esercitare in prima persona staremmo sicuramente meglio di come stiamo ora vista la fine che abbiamo fatto dopo decenni di II° Repubblica. Davanti anoi abbiamo due scelte: o tenerci l'attuale personale politico che pro froma votiamo ma che è relametne nominato dalle segreterie di partito, oppure fare uno sforzo di fantasia e, Montanelli sarà d'accordo spero, "turarci il naso" e nominare la "nuova" DC, emersa ieri, a governarci nei prossimi anni con il VERO programma sociale e politico con il quale i laici, ormai liberi dalle pastoie plutocratiche dei partiti, possono liberamente confrontarsi.

lunedì 26 maggio 2008

da un' emergenza ad un'altra: tocca al nucleare....

Mentre per i rifiuti si discute (ma se non ci sarà ragionevolezza da entrambe le parti temo che non si andrà molto lontano) ora tocca al nucleare. Infatti saranno costruite le centrali nucleari, sia nei siti che già le ospitavano che altrove, e tempo qualche anno saremo tutti catarifrangenti siano di notte che di giorno. Cos'hanno pensato le teste d'uovo? C'è la crisi dell'economia del petrolio? Non c'è problema, c'è sempre il nuceare a disposzione che potrebbe coprire il 10% della produzione nazionale e portare, dicono, un risparmio alle bollette delle famiglie e delle imprese, in teoria naturalmente (la stessa percentuale qualcuno dice che la si ptorebbe raggiugere tranquillamente con le energie alternative e la energia da trasformazione dei rifiuti) .... perchè il discorso del risparmio è tutto teorico; ma procediamo con calma. Dunque, l'Italia, sull'onda di Chernobyl, disse no al nucleare a ragion veduta però ora che l'economia del petrolio è in crisi - speculativa (perchè di questo si tratta di PURA SPECULAZIONE visto che il barile tutto incluso se costasse 50 $ al barile sarebbe già grasso che cola ma visto che Cheney e soci dissero che 100 $ era il minmo è stato subito accontentato e oggi si viaggia allegramente verso i 150 $ se non 200 $; sarebbe da dire come in un noto cartoon di qualche anno fa "verso l'infinito e oltre" tanto a pagare siamo noi.......) - e visto che secondo dati aggiornati il picco della produzione pertolifera è di questi decenni poi comincerà a calare, quale migliore occasione che tirar fuori l'dea nuclearista? Reattori di III e IV generazione tutti sulla carta sicuri ma tutti non di immediata costruzione (conoscendo, poi, i tempi biblici italiani almeno 5 - 10 anni) nè di sicurezza assoluta. Che fare? Chi la vuole vicino casa? Si faccia avanti perchè il sottoscritto dice: no, grazie. Ci arriveranno e ci porteranno a volerlo ci si può stare certi, a forza di disperazione e di caro-bollette, ci porteranno proprio dove la volpe e il gatto volevano portarci fin dal primo minuto dopo che hanno tirato l'idea nucleare e, invece di reinvestire sull'idrico e sulle tecnologie alternative e/o sull'idrogeno, il caro vecchio atomo a fissione è sempre lì a portata di mano, nonostante quello che affermò il Prof. Rubbia che esso non è nè sicuro nè soprattutto economico (manutenzione, smaltimento, gestione ecc. niente di tutto ciò è economico), e pone più problemi di quelli che risolve ma soprattutto è una idea vecchia, inutile e pericolosa in un paese come il nostro a rischio sismico: si dirà in Giappone il rischio sismico c'è ed hanno il nucleare, verissimo; ma in Giappone ... dove anche le case sono costruite in una certa maniera e tutto è fatto a misura di sisma; da noi non c'è una cultura del "sisma" nè tantomeno le case sono costruite tenendo conto di questa variabile, e dove tutto è fatto in nome del profitto (a cominciare dalla costruzione dove si usano il minimo costo indispensabile per evitare di cacciare un euro di tasca propria) quindi immagino già le situazioni di ansia e preoccupazione dei cittadini in caso di sisma, o di incidente o chissà cos'altro - ma, mi chiedo, abbiamo ancora le conoscenze per costruirle?): oltre al danno anche la beffa. Un paese come il nostro dove si vive sull'onda dell'emergenza e dove la politica non è capace di programmare nulla che sia oltre il casino di turno ve lo immaginate cosa farà con 10 centrali nucleari fra dieci anni in caso di problemi sismici o di incidenti nucleare o chissà cosa? No non credo. Se ci fosse una programmazione seria si potrebbe incentivare le energie alternative ma non ci si guadagna lì e gli interessi economici, tipici in un'economia liberista, non programmano ma fanno solo una serie di conti, costi e benefici e sparano la sentenza: il nucleare a loro conviene ed è una bella scorciatoia per la politica, mentre per i cittadini, a cui sarà dato in pasto la storiella del risparmio, potranno sempre consolarsi con l'idea che anche altri le hanno e quindi almeno il "mal comune mezzo gaudio" degli sciocchi. I soldi ce li mettiamo noi con le tasse (mica chi gestirà se le costruisce, ma siamo matti, e che ci sta a fare lo Stato-bancomat sennò?) i profitti se li fanno le imprese la politica ci fa una bella figura e noi paghiamo sia l'uno che l'altro, bello il mercato: e se la gente protesta c'è sempre la discussione, il dibattito ma lo "Stato non può cedere" e qundi arriva alla fine il manganello e tutti zitti (anche questo ha molti precedenti nella storia)! Siamo prigionieri di una follia:e visto che i guru e i santoni vari hanno il loro profeta nel Dio Bush nessuno gli sugggerisce d'invaderci per ristabilire la democrazia, la libertà e la legalità?

domenica 25 maggio 2008

Governo: lo Stato non può cedere. vale per tutti?

Il problema dei rifiuti oggi è all'attenzione dei media, ma il problema è antico e non è ristretto alla "munnezza". Dalle indagini della magistratura e dalle denunce di cittadini coraggiosi, troppo spesso lasciati soli, (come l'autore di Gomorra che con il suo libro ha scoperchiato un vero e proprio vaso di pandora) risulta che è un problema nazionale: tutta Italia ha scaricato il proprio pattume in Campania, proprio tutti. E ora che è emerso il connubio della politica, anche del nord, con il malaffare ed è venuta a galla anche la grave responsabilità che l'intero paese ha verso quella regione: e non è una storia di ora, enemmeno una mia scoperta, il fatto che il sud dell'Italia è sempre stato lo sfogo coloniale del resto del paese, ora ne è anche diventato il pattume. Ci sono delle responsabilità locali è chiaro manca una cultura della legalità e tutto il resto, ma chi la doveva creare? Lo Stato; invece per cosa è identificato lì lo Stato? Forza di scurezza, politici, e poc'altro. Manca tutto il resto. Non voglio fare il solito discorso trito e ritrito sulla memoria che non abbiamo ma dobbiamo tenere presente questo dato per capire la responsabilità che l'intero paese ha nei confronti del sud Italia. Quando sento dire che lo Stato "non può arretrare" mi viene la pelle d'oca se penso alla storia repubblicana del nostro paese: scandali politici e finanziari, servizi segreti deviati beccati più volte non a proteggere i cittadini ma a lavorare contro di essi in nome di alleanze e interessi stranieri con cui la nostra classe dirigente di allora (in parte è ancora presente) ha preferito mantenere rapporti poco trasparenti a dir poco; lobby che determinano la politica nazionale e locale in nome del proprio interesse; e la politica che è stata in molte sue parti sia collusa sia parte in causa con il malaffare e la corruzione (il termine partitocrazia fu coniato da Maranini, preside di scienze politiche a firenze negli anni 60, in tempi non sospetti), ed è stata essa stessa un modello alternativo alla legalità: troppe volte si è autoassolta per essere un'esempio per cittadini. E proprio quando sento tutto ciò mi viene alla mente all'attuale classe dirigente che proprio fatta di santi non è: da ultimo la norma salva rete 4. Come e con che faccia dicono che lo Stato deve essere fermo? Con quale credibilità verso i cittadini? E con quale forza, se non quella puramente brutale e repressiva, può fare opera di convinzione verso i cittadini, non solo del Sud? Sembra retorica vero? Non si salva nessuno naturalmente, nè i governi attuali nè la classe poltiica locale: tutti irresponsabilmente ciechi di fronte ai problemi (mica c'è solo la Campania, che è solo la punta dell'iceberg, c'è il Lazio e incomincia la stessa problematica in altre regioni come l'abruzzo dove un'indagine ha messo in luce cose che dire strane e criminali è come usare un'eufemismo) E forse lo è un pò ma dovrebebro essere cose che sappaiamo tutti ma a leggere commenti qui nella blogosfera e nei media semba che tutti siamo pronti a dimenticare e a ricominciare da zero ogni volta che siamo di fronte a un problema: ammesso che conosciamo la storia, cosa di cui dubito fortemente. Il problema c'è e va risolto sia chiaro: è inammissibile che con l'estate alle porte si possano correre rischi di epidemia fra la popolazione ma contemporaneamente non si può a forza far ingoiare alle popolazioni questo rospo di cui sono responsabili solo in parte, quindi un asoluzione va trovata ma condivisa e da tutti senza precondizionamenti e integralismi di maniera ma senza nemmeno il manganello che a poco serve e non risolve nulla.

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