sabato 16 febbraio 2008

Ferrara: tv "a-veritativa"?

Ieri ci sarebbe dovuto un confronto fra il "leone" delle battaglie civili italiane, Marco Pannella", e il redivivo ateo consacrato Ferrara che si sarebbero dovuti "affrontare" sui temi della vita e delle legge 194. La cosa non è andata nella maniera desiderata dato che Ferrara di fatto ha eluso la discussione diretta riservandosi due finestre per rispondere alle invettive di Pannella e chiudendo lì discussione e a mò di giustificazione del comportamento ha affermato che in tv si può parlare di tutto nei confronti ma non di temi come la vita dato che la tv è "a-veritativa". Un momento! Quando ho letto quest'affermazione ne sono rimasto sconvolto: uno dei più affermati e intelligenti commentatori della tv che l'ha usata quando tifava per l'imperatore (ora nudo) Bush imponendo con la sua possente presenza le opinioni e facendoci bere l'amaro calice della guerra trovando anche persone che gli credevano e lo seguivano distruggendo e/o riducendo ai minimi termini chiunque non fosse d'accordo. Quindi una persona che conosce benissimo il mezzo e le sue potenzialità. La non democraticità dello stesso e la sua unidirezionalità sono la caratteristica principale e lui l'ha usata a mani basse quanto era necessario per la causa: non sono pochi gli osservatori che ne hanno denunciato la pericolosità con particolare riguardo all'aspetto di reindirizzamento della pubblica opinione fatto però non attraverso la comunicazione bilaterale ma a senso unico. Ora il Nostro scopre invece che la tv non è veritiera: che la scatola catodica fa male e non dice "la" verità: ma lo scopre soprattutto quando deve affrontare il contraddittorio su un'argomento che invece dovrebbe essere al centro della riflessione sociale e soprattutto dovrebbe vedere le donne protagoniste cosa che invece NON accade e né si crede che accadrà se non con le solite note. Ecco quindi che sorge la domanda: ma se il Nostro ritiene la tv non veritiera e non consono per parlare di temi quali quelli che gli stanno così a cuore allora che ci sta a fare? E, passata la buriana elettorale, come tornerà in tv a parlare di attualità? Sarà ancora credibile? Oppure sta "usandola" (attaccandola a testa bassa per evitare il confronto e avere mani libere) ancora una volta negandosi al dibattitto a due o più persone per fare passare il suo messaggio?

venerdì 15 febbraio 2008

SUV: Senza Utilità Vera, solo megalomania?

Secondo un'agenzia federale statunitense che si occupa dell'infortunistica stradale sono un vero flagello dato che nel 56.3% dei casi di incidente stradale fra questi mostri e le auto normali sono le seconde ad avere la peggio provocando anche la morte del conducente. Inoltre: inquinano; occupano più spazio nei parcheggi; costano molto di più; sono pericolosi dato che sono pensati per il fuoristrada ed invece vengono usati prevalentemente in città. Sono diventati uno status symbol per i riccastri che ne fanno sfoggio e nei percorsi urbani li portano a fare manovre spesso pericolose. Una, ed una sola, caratteristica positiva c'è l'hanno: sono oltremodo sicuri per il conducente. Proprio queste caratteristiche dei SUV (aggiungerei anche la megalomania di chi li guida e si sente un padreterno) ieri a Milano hanno portata ad uno scontro fra un bus ed un tram, la dinamica è semplice: un SUV per superare il traffico ha cercato (a detta di testimoni e come riportano alcuni giornali) di entrare nella corsia preferenziali dedicata alla circolazione dei mezzi pubblici mentre nel frattempo arrivava un bus che per evitarlo si è scontrato frontalmente con un tram; risultato? Morto e feriti. Naturalmente non è solo questione delle macchine in se ma anche di cultura di chi li porta che, appunto,si sente un padreterno e non si rende conto che invece sta guidando una macchina pesante e difficile da gestire in momenti critici. Vista la alta incidenza di scontri dovuti a questi mostri perchè non si introduce una tassa di scopo sul loro prezzo di acquisto finanziando con essa un fondo per migliorare i servizi pubblici locali? E perchè non gli si vieta di entrare in città, o meglio perchè non gli si fa pagare un tassa ecologica se lo si vuole far entrare in città e con la stessa ci si finanziano opere pubbliche mirate al miglioramento dell'arredo e della salubrità cittadina (alberi, giardini ecc.)? in pratica una bella tassa sul lusso che, come a Londra, i riccastri si possono permettere di pagare tranquillamente e i megalomani sono spinti a disfarsene perchè non possono mantenerli)? E' un'idea che se fossi un politico attento alle politiche sociali ed ambientaliste prenderei seriamente in considerazione visto il loro costo non certamente accessibile a tutti.

giovedì 14 febbraio 2008

for life(?)

Chiedo scusa innanzitutto a chi avrà ventura di leggere questo mio post perchè forse non risulterò nè chiara nè obbiettiva ma sto scrivendo sull'onda dell'indignazione che ha suscitato in me la presa di posizione di Giuliano Ferrara (vedi l'infedele su la 7 di stasera, venerdì 14 febbraio 2008) per la moratoria sulla legge 194 per l'aborto e per la faccia tosta con cui lui si dichiara anche non nemico delle donne ma "for life" sempre, comunque e dovunque. Prima cosa fino a prova contraria il dr. Ferrara, così come molti altri che in queste ore disquisiscono sulla materia sono tutti di sesso maschile e quindi hanno esperienze, nel migliore dei casi, indirette del fatto e già questo sarebbe un buon motivo per tacerne, anche se nel frattempo, con personale conflittualità mi domandi dove sono le rappresentanti delle donne in queste ore per accorgermi una volta di più del deserto in cui siamo abbandonate, noi donne comuni, noi che paghiamo sulla nostra pelle il radicato e profondo maschilismo della società italiana, sotto la crosta fragile di apparente egualitarismo.Società che in realtà non ha mai metabolizzato la vera novità che la legge 194 portò alla sua nascita e cioè la autonomia di scelta della donna per la prima volta ed infatti vi è stato posto subito rimedio con la totale assenza degli strumenti utili per fare di questa scelta un atto consapevole e corretto come la gestione all'uopo dei consultori familiari, niente di più che ambulatori medici per non parlare della creazione di corsi di educazione sessuale nelle scuole che qualche mente balzana voleva affidare all'insegnante di religione...ci sarebbe da ridere se non fosse tragico!!Se si smettesse di considerare le donne poco più di bambine senza cervello, se si smettesse di ergersi a giudici di situazioni a volte non condivisibili ma comunque umane e personali quello si sarebbe un passo di civiltà e non la difesa della vita ad oltranza. E a questo proposito dove sono tutte queste anime belle quando la vita oltre a essere difesa solo per il fatto di essere vita, nella loro concezione mistica ha anche bisogno di essere difesa nella sua dignità perchè altro non le rimane poichè è debole, disabile?Perchè ci si dimentica di tutte queste belle parole sul sacrosanto diritto alla vita quando bisogna garantire a un bambino disabile e ai suoi genitori tutto quello che serve per ridurre al minimo l'handicap che lo separa dal resto del mondo?Non sono vite che condannano alla disperazione e all'emarginazione?Non sono le parole che servono in questi casi, o a chi decide l'aborto qualunque sia la motivazione di base, ma fatti,compartecipazione, solidarietà e compassione nell'accezione più positiva che è frutto di una società veramente civile al momento invisibile nel nostro paese. dal blog: http://blog.libero.it/Darya

La UE promuove l'Italia: conti a posto!

Ma allora sto Governo così scalcagnato aveva governato bene! La UE ha promosso il nostro paese per i conti e, oltre naturalmente ad indicare la strada di conti sempre migliori, ha dato di fatto un imprimatur di buon governo a Prodi & co. E come mai, allora, tutti sembrano convinti del contrario? L'unica spiegazione possibile è la forza dei media che ti fanno credere solo quello che volgiono loro e visto che nel nostro paese la maggior parte dei media sono in mano a una persona allora la cosa è chiara: siamo stati raggirati. Sia chiaro il Governo Prodi personlmente non mi era "simpatico" pwerchè a mio parere non faceva realmente politiche redistributive a favore dei meno abbienti: nessuno dei punti che riguardassero una maggiore equità sociale e fiscale sono stati messi in cantiere, si è solo limitato a dare qyalche euro qui e lì ma ha tenuto ben salda la barra del liberismo economico con tutti gli annessi e connessi. Ma guardando un secondo al di là di ciò dal punto di vista ragioneirstico (perchè questo conta oggi) Prodi ha governato BENE! E allora ci dovremmo porre una domanda: siamo diventati così creduloni che ci beviamo tutto quello che ci viene proprinato? Ebbene si, proprio tutto fino all'ultima goccia; e non solo ma non ci rendiamo conto che anche il prossimo governo sortirà lo stesso effetto darto che i, pochi, media che non sono in mano alla stessa persona si periteranno di fare lo stesso lavorio e noi ci ritroveremeo ad essere scontenti: tempo un anno e saremo lì con i musi lunghi. Quindi a questo punto si pone un problema che afferisce direttamente con il concetto stesso di democrazia: visto che i media non sono società "democratiche" ma aziende commerciali che fanno il proprio interesse (e quello di li gestisce) e non sono repsonsabili di fronte ai cittadini che con il loro voto non li possono nè promuovere né bocciare, come può una società democratica (o almeno liberale) difendersi da essi? E fuori discussione la loro chiusura; nemmeno il loro controllo da parte dello Stato perchè sarebbe da URSS o da Cile sotto pinochet il sanguinario e quindi come? Bisognerebbe agire dall'altro punto di vista allora:rendere i cittadini capaci di discernere le fesserie dalla realtà e liberalizzare il mericato mediatico, come? I cittadini preparandoli, a partire dalla scuola, adeguatamente pe3r farli diventare preda di notizie "corrette" prodomo sua e per quanto riguarda i media favorendo la nascita di un pluralismo dell'informazione e distruggendo l'oligopolio attuale spezzando la cortina di ferro che ancora resiste in questo campo da decenni. Naturalmente parlo in teroria o meglio parlo della società matura e liberale non di quella italiana che è esattamente il contrario e che vede esistere nessun editore puro che si possa definire tale ma solo strette connessioni fra: politica, finanza, media, industria e chi più ne ha più ne metta. Se ne uscirà? No finchè i cittadini non apriranno gli occhi e nemmeno finchè non ci sarà una classe dirigente come quella presente nel nostro paese (ma altri non stanno meglio purtroppo anche se ci sono maggiori garanzie rispetto a qui) che è più sensibile agli affari che all'interesse comune.

mercoledì 13 febbraio 2008

Aborto, fase 2: criminalizzare le donne

Due aspetti che ci dovrebbero far riflettere. Al Nuovo Policlinico (<-- a sinistra il link alla notizia) di Napoli la polizia ha fatto irruzione per una notizia di reato in merito ad un presunto feticidio che si riteneva appena commesso mentre invece non era null'altro che un'aborto terapeutico (che si fosse nel giusto lo prova nel fatto che fra le altre cose il feto è nato già morto). Sia chiaro che sia la polizia che il pm hanno fatto il loro dovere visto che dal loro punto di vista con una notizia di reato di tal genere non potevano non intervenire (anche se la denuncia anonima in base alla giurisprudenza della Cassazione non se ne dovrebbe tenere conto, ma qui credo siamo nel campo della interpretazione), però è sintomatico della situazione di tensione e pressione psicologica che ormai la offensiva medievale antiabortista ha creato nel nostro paese; la Signora è stata sottoposta ad un interrogatorio poco dopo lo stesso intervento unendo alla tragedia anche il doversi sentire come una criminale e dai giornali di oggi risulta che nelle sue dichiarazioni ha espresso più volte l'intenzione (essendo il primo figlio) di tenerlo se fosse stato sano. L'altro aspetto è la bellissima e toccante lettera di una Signora che Augias ha pubblicato ieri nelle lettere e commenti del giornale La Repubblica. Bella e struggente ma anche pacata, è la lettera di una donna (che è ben riassunta nel titolo che se ne è dato: "adoro mia figlia ma avrei scelto l'aborto") che è stufa e stanca di sentirsi sotto il mirino di chi non essendo portatore e creatore di vita vuole a tutti i costi insegnare a chi la vita la crea cosa deve fare e cosa non fare. La Signora brevemente ha ripercorso la propria vicenda evidenziando che in seguito ad un'errata lettura di una eco ha una figlia di 2 anni con una grave malformazione cerebrale invalida al 100 %. Ad un certo punto dice che, proprio perchè si trova a vivere una difficile situazione, simile a quella di tante altre famiglie, punta il dito, giustamente a mio parere, contro "chiesa, politica e medicina che devono smettere di guardare alle donne (cito testualmente) come a puttane che uccidono i propri figli". E non posso che darle ragione visto che l'aborto non è una scelta facile per una donna che lo affronta ma si connota spesso come un vero dramma per chi lo vive, per la sua famiglia, e che spesso non c'è altro da fare; questo secondo aspetto è importantissimo dato che a parlare è una donna che da quello che scrive si capisce che il problema lo vive in prima persona e deve affrontarlo giornalmente contro tutto e tutti. Come suonano stonati di fronte a questi due aspetti i difensori della vita che facendosi scudo dei progressi della tecnica medica (la stessa tecnica medica contro la quale hanno fatto fuoco e fiamme quando veniva applicata alla diagnosi preimpianto e alla fecondazione assistita) cercano, attraverso questa strada, di minare le fondamenta stesse della legge 194 senza dire quale sarà però il futuro di quei nascituri che si troveranno a non avere un futuro uguale agli altri e creando difficoltà enormi alle famiglie che (assente lo Stato che ha ormai abdicato alla sua funzione di aiuto e assistenza ad esse) dovranno lottare contro pregiudizi e indifferenze, per non parlare della inciviltà, sociali e politiche che gli costruiscono intorno un muro invalicabile e da cui è difficilissimo evadere (salvo il caso che va in prima pagina quando esasperati ci si toglie la vita). La crociata antiabortista sta assumendo toni e aspetti parossistici non da paese moderno e (presunto) liberale. Siamo di fronte ad una ennesima caccia alle streghe. Insomma vista la completa mancanza di copertura e autorevolezza della politica, ed in particolare della politica laica, e la straripante ingerenza degli integralisti per le donne stanno arrivando momenti bui e pericolosi dove, anche quando si fa tutto in regola (come nel nosocomio napoletano), si possono trovare nella condizione di sentirsi delle criminali solo perchè, pur avendo una libertà di scelta, questa nei fatti viene compressa o compromessa qualcuno con una denuncia anonima chiama le forze dell'ordine facendogli credere che è accaduto qualcosa di illegale: ma anche il diritto ad una sepoltura il feto se lo vede riconosciuto o no? Perchè anche questo è importante dato che è stato sequestrato. E ha ragione chi dice che anche i media in questa crociata fanno la loro parte quando parlano e mostrano gli "strabilianti" risultati delle tecniche di cui sopra mentre tacciono sulla cosa più importante: il dopo; un "dopo" che è fatto di sofferenza e dolore non solo per la famiglia ma anche per il diversamente abile di alto grado che non sarà mai in grado di recuperare il gap nè potrà vivere la propria vita nel migliore dei modi, ammesso naturalmente che sia cosciente della vita stessa. Il vero problema sarà quando i genitori non ci saranno più: che succederà allora? Chi se ne farà carico? Cosa dicono in merito i cosiddetti difensori della vita? La gerarchia ecclesiastica se ne farà carico in prima persona? Domande di cui credo di conoscere la risposta. La vera scelta civile sarebbe quella di ascoltare le donne e di considerare le loro problematiche, ma soprattutto di tener presente che proprio perchè costoro cercano di risolvere la situazione con la 194 dentro le stanze sorde e grigie e non nella società (magari attraverso una consultazione popolare) dovrebbe farci riflettere che le posizioni integraliste sono minoritarie e astoriche per non dire illiberali e che se fossimo persone serie dovremmo affrontarle con la serenità di chi sente di essere dalla parte della ragione e non della oscurità.

nel XXI secolo esistono ancora gli anatemi

Duro è stato l'anatema della consulta giovanile della CEI contro il film di Moretti che, a suo dire, avrebbe una scena di sesso spinto che non si dovrebbe far vedere nei nostri cinema perchè il sesso senza amore non va bene : scusate ma nella nostra tv, sia pubblica ma soprattutto privata, di scene di sesso spinto ce ne a iosa e per tutti i gusti; allora perchè giusto il film di Moretti? Si voleva colpire giusto l'Autore? Oppure si voleva creare un caso o, meglio, un polverone per ribadire il proprio controllo, ormai acclarato, su qualunque aspetto della nostra vita (come accadeva fino alla Riforma protestante) in cui si sentono in diritto di metterci il naso? Non ho sentito anatemi contro tette e culi televisivi, nè ho sentito nessuno scagliarsi controi filmacci che vengono trasmessi dove c'è solo sesso o poco più e nemmeno contro le scene di violenza che a tutte le ore, come il sesso, i giovani subiscono dalla tv (che non è un mezzo bidirezionale nonostante quello che ci vogliono far credere, in pratica siamo costretti a sorbirci quello che ci propinano) senza poter avere solo il diritto di scegliere: è vero si dirà che c'è lo zapping ma con i programmi fotocopia i vari canali sono simili e non c'è reale possibilità di scelta per nessuno adulto o giovane che sia. Siamo al ritorno alla Inquisizione? Ci saranno Torquemada in azione? Esiste o no la libera scelta di un'autore stimato di poter fare opere cinematografiche come meglio crede e sente? Oppure no? Si vuole forse costringere un grande regista come Moretti alla scelta o di "conformarsi" o di lasciare il nostro paese dove la Costituzione la calpestano tutti?

martedì 12 febbraio 2008

E Ferrara si fa il partito........

Continuando nella crociata cosiddetta "pro-vita" Ferrara sta pensando di presentare una lista che porti in Parlamento (magari federata con il PdL) la questione della difesa della vita e la legge 194 sulla base di tre principi: primo, nessuna donna è obbligata a partorire; secondo, nessuna donna deve essere perseguita legalmente perché abortisce; terzo, l'aborto è un male, va sradicato, non può essere utilizzato come strumento di controllo delle nascite. Tutto ovvio sulla base della vigente legislazione che riconosce proprio quello che Lui afferma e di conseguenza non ci sarebbe una novità vera se non fosse che proprio questi tre punti saranno usati come grimaldello per farla saltare svuotandola dall'interno e snaturandola: questo a mio parere è il suo obiettivo e anche quello (solo apparentemente minimale) della gerarchia ecclesiale perchè sanno che la 194 è nel dna della società e sarà difficile sradicarlo almeno per queste generazioni (in futuro chissà), e tentano di bypassare la società cercando l'accordo verticistico cone le elitès di entrambi gli schieramenti (nominalmente liberali entrambi ma in realtà senza nessuna chiara connotazione ideale e quindi impossibilitate a difendere quello che altri hanno messo in pratica ma tese comunquea ad auto perpetuarsi e rimanere sullo scranno a vita e quindi capaci di allearsi anche con il diavolo e/o l'acquasanta). Dal punto di vista prettamente politico in realtà l'operazione di Ferrara può essere letta come una conta, un referendum: ossia i voti ottenuti in questo modo comporteranno la verifica di quanto séguito abbia la materia, realmente, nella società e di quanti sono disposti a seguirlo: e questa non è una cosa di poco conto perchè se si dovesse considerarla da questo punto di vista il Nostro potrebbe, come credo che faccia e farà, considerarli una "base di aprtenza" da cui lanciare l'offensiva a una delle ultime conquiste sociali che ancora resistono all'attacco integralista e medievale che in questi anni si sta facendo sempre più aggressivo: ed è questo, a mio parere, il punto principale, ossia la negazione di qualunque idea liberale basata sul libero arbitrio e sulla scelta consapevole che pure aveva visto il Nostro fieramente schierato al fianco dei difensori della libertà della democrazia ma evidentemente deluso è ora andato a caccia di un'altra parrocchia nella quale appostarsi per continuare la propria ricerca affannosa di qualcosa in cui credere per non accorgersi invece di essere nient'altro che strumenti ora dell'uno ora dell'altro............

A margine della tornata elettorale.......

Chi davvero rischia di restare fuori dai giochi a causa della scomposizione dei poli e rischia anche una conseguente perdita di posizione è la gerarchia ecclesiale che ha finora approfittato delle ramificazioni cespugliose presenti in entrambi gli schieramenti e si è creata una rendita di posizione con la quale condizionare i leader dei partiti maggiori nelle scelte e decisioni in materie che, a suo parere, facevano parte dei cosiddetti valori "irrinunciabili" (naturalmente in aggiunta alla cosiddetta linea Ruini che viene usata per condizionare pesantemente lo Stato e il Governo); ora invece con il PdL (sembra che non si fidino dell'attuale dirigenza) e soprattutto con il ParDem la cosa cambia e notevolmente dato che la "corrente" integralista è solo una infima minoranza e se non si creano le condizioni affinchè i cespugli integralisti si coalizzino fra loro o riescano a rientrare in uno dei due contenitori la cosa si fa preoccupante e tutto il lavorio fatto finora rischia di essere stato inutile e anzi dannoso data la sovraesposizione del Papa e della stessa gerarchia che rischia anche di perdere visiblità mediatica in seguito alla perdita di appeal presso la cittadinanza con le posizioni antistoriche e medievali aprendo la strada ad una revisione delle posizioni finora tenute dagli ex poli ed anche perchè ormai gli italiani sono così mediatizzati che dimenticano al volo tutto: in pericolo sembra in particolare la legge 40 così a loro cara ma chenon rispetta le donne e il loro desiderio di maternità. A mio parere però alla fine i cespugli integralisti troveranno, come sempre, uno spazio a destra data la voglia di vincere a qualunque costo di quella parte che avrebbe troppo da perdere da una seconda, ipotetica, vittoria del ParDem non tanto per il fantasma di programma (praticamente è l'uno la fotocopia dell'altro) quanto per le leggi in cantiere (una per tutti la legge sulla comunicazione che rimetterà in discussione l'assetto fra l'altro delle tv anche in seguito alla recente sentenza della Corte di Giustizia europea e la multa che l'italia rischia di dover pagare per il far west esistente) che non sposteranno di un millimetro la condizione degli italiani, in particolare i meno abbienti, ma fanno pendere gli equilibri di potere verso il centro pardemino e non certo verso gli interessi di "casa" del ras del PdL: come si vede le questioni di fede sono fuori dalla discussione politica della elitè e tali rischiano di restare se la diplomazia non riuscirà a far rientrare i cespugli integralisti in uno e/o nell'altro agglomerato che frettolosasmente chiamano "partito" ma che non è nient'altro che un cartello elettorale temporaneo. Potrebbero anche decidere di cercare l'avventura per conto proprio o creando un polo anch'esso di centro ma in questo caso il rischio sarebbe enorme e potrebbe funzionare solo se contemporaneamente ci fosse una mega trattativa sui vari livelli di tornate elettorali che si tengono in questi mesi: se l'election day fosse raggruppato in una sola tornata ci sarebbe non solo un bel risparmio per le casse dello Stato ma i cespugli sarebbero favoriti mentre se invece, come pare, non se ne farà di nulla e le tornate elettorali saranno suddivise allora il peso dei cespugli potrebbe essere inferiore alle attese e gli si spunterebbe l'arma principale di ricatto. Insomma come al solito un solo grande magma nel quale noi tutti ci perdiamo e mi chiedo se la cosa non sia voluta................

lunedì 11 febbraio 2008

Elezioni: inizia la corsa....

Si è aperta la campagna elettorale ed è partita la mazurka di dichiarazioni, comizi e tutto il circo che in questi casi vienew messo su per colpire con suoni e colori l'immaginario collettivo. Essendo la nostra società nelll'era mediatica non contano i programmi (cosa noiosa che nessuno legge) si va per slogan e parole d'ordine cone le caratteristiche tipiche del marketing commerciale: spot brevi e discorsi che al di là della pomposità dicono poco o nulla in merito al dopo. Si dice tutto ed il contrario di tutto; si fanno salti mortali (un'esempio è lo scannatoio che si era aperto a Destra fra i ras salvo riappacificazone perentoria quando il Governo è caduto, è un vero pecato che gli italiani siano smemorati...............) carpiati; chi rimane fuori è preso dal panico chi è dentro si fa i conti in tasca e pensa al dopo elezioni quando in Parlamento ci si conterà e a come può ricattare il capobranco. Non è cambiato nulla: nè da un lato nè dall'altro. Il ParDem non è una novità nè tantomeno lo è il PdL: entrambi sono guidati da uomini che hanno alle spalle molte (troppe?) stagioni - sia politiche che di età - per essere credibili e se non fosse che quello italiano è un popolo immaturo e avulso dai processi democratici che, pure con difficoltà, si sono affermati in altri paesi (tranne gli USA dove sono in una situazione simile alla nostra) potremmo quasi dire che, stante la legge elettorale, la necessità del voto è minimale, ormai sono riusciti a non farlo contare tanto chiunque vinca attuerà la stessa linea politica ed economica: liberismo a gò gò e rafforzamento dei ceti che già hanno a scapito di quelli che hanno poco e che avranno sempre meno. E' quedsta le vera novità: nel nostro paese stra per concludersi la parabola della macelleria sociale che è inziata nel 1990 ed è un paese cambiato quello che ci ritroveremo davanti nei prossimi anni, dove lo Stato conterà sempre meno e sarà più ostaggio delle consorterie economiche che condizionano la politica mentre i reali problemi della gente saranno sempre più pressanti ma nei discorsi della casta vi appariranno solo come messaggio per attrarre creduloni mentre non verranno messe sul tavolo mai risoluzioni di queste problematiche perchè facendolo si dovrebbe cambiare completamente registro e linea e questo comporterebbe il riconoscere che si è fallito e si è preso in giro la gente. Non meraviglia che il Governo Prodi sia stato fatto cadere proprio dai centristi e dal suo partito: quello che so voleva colpire non era il Governo in sè ma il patto di ferro fra esso e la sinistra (?) cosiddetta radicale sulla redistribuzione verso il basso dei tesoretti nonchè le leggi che avrebbero danneggiato chi vuole la regolamentazione del mercato del lavoro e una maggiore giustizia sociale: questo minava il far west che c'è ora e di conseguenza la crescita dei profitti as capito di chi lavora che continua a farlo senza sicurezza e senza aspettative per il futuro non solo per sè ma anched per i propri figli e nipoti. La, oramai, mitica teoria del 20 / 80 (base del liberismo) è una realtà acclarata e mentre negli USA ci sono sia pur vaghe speranze di un timido cambio di strada e mentrenell'america latina il Brasile su voto popolare si rifuta di sottoscrivere gli accordi truffa del WTO da noi siamo ancora allo stadio dell'affermazione definitiva della parabola liberista che sta usando il nostro paese come un laboratorio e noi come animali da cavia sui quali si fanno esperrimenti senza alcun interesse per le sorti di quelli che non sono numeri ma persone. Strano paese il nostro: provincia estrema dell'impero americano da un lato ma crocevia fondamentale per chi (come la Chiesa da un lato che lo vede come ultima ridotta per non perdere peso o dall'altro come la religione liberista che sconfitto duramente in altri da noi vede possibilità di rivincita) ha preso dure lezioni dalla storia e dalle nazioni e non si vuole ancora arrendere all'ineluttabile sconfitta. E' solo questione di tempo ma l'attuale configurazione dell'Occidente nel suo complesso è destinata a cadere miseramente: il problema è solo capire quando e quante macerie lascerà alle sue spalle.

Foibe: la congiura del silenzio su una vergogna nazionale

Con le parole del Presidente della Repubblica Napolitano finalmente il Paese ripara il torto commesso sul silenzio riguardo le foibe (<-- a destra il link) e riconosce, anche se tardivamente, nei fatti il dolore dei familiari delle vittime non è stato dimenticato levando in questo modo il velo che dalla II° guerra mondiale in poi era calato su questa pagina nerissima della nostra storia così com'era stata anche taciuta l'esodo delle centinaia di migliaia di italiani da quelle terre sia verso il nostro paese che verso altri stati. Pur essendo state usate anche nella prima guerra mondiale è dopo la seconda che furono teatro di una vera e propria pulizia etnica a danno di italiani (all'inizio si credeva solo di anticomunisti ma poi si è venuto a sapere che anche comunisti vi sono stati uccisi) commessi dai partigiani titini. Già l'anno scorso le foibe erano state causa di uno scontro al limite dell'incidente diplomatico fra Italia e Croazia, risolto dopo l'intervento della UE che riconobbe all'Italia il diritto di ricordarle, per le parole usate dal nostro Capo dello Stato ma quest'anno assumono anche una valenza particolare perchè a familiari di 75 vittime sono stati consegnati diplomi e medaglie che in qualche modo attestano come il nostro paese abbia, tacendo, "coperto" questo massacro commesso in nome delal cosiddetta "raqgion di stato" e dei rapporti diplomatici con l'allora Jugoslavia. E' vero che non è mia troppo tardi ma è anche vero però che lo Stato dovrebbe non solo riconoscere i propri limiti su questa vicenda ma spingere sugli Stati che sono eredi dell'ex paese comunista per fargli riconoscere il danno causato e le perdite anche economiche, in termini di risarcimento ai superstiti, subite dagli italiani: anche quelli rimasti nella zona di capodistria e che per anni non hanno vista riconosciuta la propria identità. Non eravamo amati per come ci siamo comportati da invasori ma l'orrore della vendetta presa a freddo dopo la fine delle ostilità è stato grande quando si sono venuti a sapere i particolari e venivano confermati i racconti che gli esuli facevano. Un ripensamento e una discussione su questa vicenda non c'è mai realmente stato da parte degli storici e nemmeno nei libri di storia dei ragazzi c'è mai stato più che un'accenno ad esse: è venuto, forse, il momento che di esse si parli non solo a mò di completare e fare luce sugli angoli bui della nostra storia ma anche di comprendere il perchè di esse e le conseguenze che hanno causato nei successivi anni: soprattutto dal momento che il regime titino è miseramente crollato e al suo posto ci sono degli Stati che hanno aderito alla UE condividendone obiettivi e idealità democratiche. Siamo agli inizi di un riequilibrio dei conti che abbiamo lasciato aperti con il nostro passato? Si spera proprio di sì e non solo riguardo a questa triste vicenda ma anche rispetto ad altre finora sottaciute e valutate troppo a caldo, una per tutte: gli anni delle bombe e delal strategia della tensione.

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