sabato 5 gennaio 2008

5 mln di famiglie ridotte in povertà...........

Fra speculazioni sul petrolio, tariffe (treni, autostrade ecc.), bollette varie e persino il caffè il 2008 (anno bisestile quindi per alcuni sfigato e come dargli torto) inizia nel migliroe dei modi: l'inflazione è al 2.6%. Il che significa che le famiglie che saranno sotto o vicino la fatidica soglia della povertà raggiungeranno il numero di 5 (dico cinque) milioni: forse solo dopo la una guerra si vedono queste grandezze. Una vera e propria debacle non solo per il governo attuale ma per tutti quelli che dal 1990 ad oggi hanno adottato politiche di cosiddetta "liberalizzazione e modernizzazione" della società adottando politiche di stampo liberista, complici le organizzazioni sindacali, cui sono state connesse anche le politiche salariali e la redistribuzione verso l'alto della ricchezza. Insomma il "sogno" (o l'incubo) del mercato pienamente realizzato nella sua interezza: la creazione del mercato sul quale consumatori e produttori, teoricamente, si scambiano informazioni e decidono i prezzi di tutto; nella realtà a cosa è un pò diversa: il mercato innanzitutto non è regolato quindi il pesce più grosso mangia quello più piccolo in modo che la concorrenza fra i produttori si assottiglia fino al punto nel quale ce ne sono pochi se non addirittura uno (checchè ne dicano Friedman e sodali) mandando a farsi benedire la libertà di scelta del consumatore; poi dal punto di vista del consumatore la cosa è anche peggiore in quanto con mercato così costruito ha poco spazio di scelta e poco può sfruttare la concorrenza fra i produttori (che non esiste infatti in Italia dato che esistono, come provato più volte dalle varie Antitrust, i cartelli che tengono artificiosamente alti i valori di prezzi e servizi) e, non provvedendo lo Stato a regolare il mercato, quindi ha pochissimo spazio anche nelle informazioni a sua disposizione, anzi è target di marketing commerciali estremamente aggressivi che letteralmente "creano" la domanda (anche nelle cose maggiormente superflue) e selezionano gli stessi consumatori emarginando chi non ha abbastanza risorse per "giocare all'abbocchamo all'amo" dei produttori. Ed è proprio questo il problema: in un sistema siffatto (che ha la necessità di crescere per mantenersi e sopravvivere a se stesso) di crescere esponenzialmente anno per anno perchè deve soddisfare due esisgenze che collidono fra loro ossia i profitti da un lato e la produzione dall'altro. Per farlo deve restringere costi (K. Marx aveva ragione quando diceva che il capitalismo è un mostro che divora se stesso), il lavoro in particolare. e allargare l'area di distribuzione e, last but not least, eliminare gli avversari soddisfacendo la seconda esigenza quella della costanza della produzione (anche spingendo l'offerta, o creando la domanda, leggasi la vendita dei cellulari in Italia). Se a questo ci mettiamo, in un paese come il nostro ad altissimo tasso di evasione ed elusione fiscale (roba da gogna), il livello della pressione fiscale e tributaria che preme solo quasi esclusivamente sui lavoratori dipendenti allora si comprende come mai sempre più famiglie si avvicinano alla soglia di povertà e/o la superano di slancio!! E, mi sento cattivo oggi, mettiamoci pure la ciliegina sulla torta delle tante truffe (legalizzate o meno, leggasi subprime o bond vari) comprendiamo come mai ci troviamo in queste condizioni. Domanda: ma i Governi dal 1990 fino ad ora cos'hanno fatto? E questo Governo (teoricamente sarebbe un governo di centro sinistra , lasciamo perdere..........), in particolare, cosa pensa di fare?Tralasciando i vari annunci fatti? in realtà pochissimo e per tanti motivi. Non ultimo quello che il potere lobbistico/corporativo, nel nostro paese è così forte da paralizzare anche governi e maggioranze con le migliori intenzioni di questo mondo. Insomma le famiglie italiane, in particolare quelle dei lavoratori dipendenti, si troveranno sempre più schiacciate verso il basso o meglio verso il baratro della povertà di massa e se proveranno almentarsi c'è da giurarci che subito ci saranno dei soloni al soldo dei potenti che o tireranno fuori qualche argomento per riempire la testa lasciando le tasche vuote, oppure tireranno fuori argomenti, in teoria validi ma opinabili perchè l'economia come altre cose umane è soggetta a mode ed ora siamo nel trend (si sepra discendente) della moda liberista, che giustificheranno l'andazzo delle cose ora con i pochi soldi per programmi sociali, ora con l'andamento del petrolio che si paga in dollari e non in €, ora ancora con il mercato che risente dell'andamento delal congiuntura: tutto, insomma, teso a giustificare il sistema (che costoro difendono a spada tratta perchè ci stanno benissimo e ci si arricchiscono sfruttando la loro posizione privilegiata di tecnici, giornalisti, politici ecc.) e a farlo durare indefinitamente, almeno costoro ci sperano, nel tempo: è chiaro che un siffatto sistema è congegnato non per tenere conto delle necessità di chi rimane indietro ma di chi si "ammazza" letteralmente di lavoro (mi scuso con i morti della Thyssen per la involontaria ironia) per, almeno, tentare di arrivare alla seconda settimana facemdo fronte ai continui rincari ceh ci sono senz'alcun intervento calmieratore sui prezzi nè alcuna politica salariale di favore verso i dipendenti, nè tantomeno dando la possibilità di immettere "forze fresche" nel mercato del lavoro se non a condizioni da terzo mondo e assolutamente precarie (penso ai precari e alle figure che le varie leggi, come la treu o come la biagi, hanno creato per venire incontro alle esigenze non del mercato ipotetico ma dei produttori che non vogliono assumere con "garanzie" ma solo sfruttare) da usare come lumpenproletariat insieme agli extracomunitari a nero. Alcuni decenni fa Jeremy Rifkin descrisse esattamente questa situazione, nel saggio "la fine del lavoro", profetizzandone i guasti sociali ed economici e mettendone in luce anche al perversità................. GIA' MA GLI ITALIANI OLTRE CHE AD ESSERE POCO ATTENTI NEMMENO LEGGONO........................

Una lezione di civiltà dalla BBC

E' stato trasmesso stamattina (visibile in Italia sul digitale terrestre sul canale della BBC, qui il link) un interessantissimo dibattito, in inglese, sul futuro dell'Iraq e situazione dello scacchiere, cui partecipavano esponenti di varie tendenze e un folto pubblico che faceva domande e che alla fine ha votava le diverse opzioni proposte. Confesso che mi ha fatto invidia una trasmisione del genere (a parte l'argomento interessantissimo dibattuto da esponenti delle varie tendenze, dai pacifisti a un rappresentante dell'esercito americano che propugnava la tesi che Bush da anni vende come buona al mondo) per il tono pacato, per le opinioni che venivano espresse senza idelogismi: ma soprattutto per le domande senza rete poste dal pubblico, che per quanto potesse essere scelto e selezionato, ha dato filo da torcere agli opinionisti senza che nessuno di questi urlasse per la faziosità della trasmissione o per la claque che qualcun'altro s'era portato ecc. Insomma nulla a che fare con le trasmissioni italiane di commento ai fatti di attualità dove se non c'è almeno una volta la parola fazioso o l'insulto gratuito o la tracotante arroganza del politico (e della claque, quella sì sempre presente nelle nostre trasmissioni) di turno non ci appassioniamo. Oltre all'invidia, che ritengo un sentimento umano che spesso ha portato l'individuo a migliorarsi, contrariamente a quanto dice l'unto del signore nostrano, ho provato una certa tristezza per la pochezza delle nostre trasmissioni rispetto al mondo oltre le alpi dove evidentemente c'è la civile e la libera, per quanto possibile, discussione e dove il politico, l'editorialista, il commentatore ecc. non hanno timore di esporsi alle domande ma (se l'avete vista mi capite) anche le critiche dure che dal pubblico possono venire senza peli sulla lingua.

venerdì 4 gennaio 2008

Aborto e Legge 194: un dibattito vecchio di 30 anni

Ho 47 anni e osservando la "discussione" sulla 194 mi è venuto in mente quanto questo dibattitto sia vecchio e obsoleto; infatti 30 anni fa, quando c'era in ballo il referendum, la discussione verteva proprio sui temi che oggi sono tornati alla ribalta: distruzione della famiglia; omicidio ecc., da un lato e civiltà, modernità ecc. dall'altro. Ognuno portava con sè l'esperto di turno che perorava dati (scientifici o meno) e portava acqua al mulino di chi l'aveva chiamato. Quindi si deve pensare che, su questo (ma anche su altri temi) "problema" ci si è fermati a 30 anni fa? SI, putroppo. Nel frattempo la società italiana non è cresciuta: non ha fatto quel salto di qualità che altri in altri paesi europei (gli usa non li prendo nemmeno in considerazione) le società hanno fatto quando hanno intrapreso il cammino della modernità. Siamo invecchiati, e male, in questo paese. Ci siamo fermati agli allori degi anni sessanta e non siamo stati capaci di guardare al futuro nè di prevedere il revanscismo integralistico che, invece a differenza del ceto dirigente preda del pensiero debole e flessibile, non si è smosso di un millimetro dalla strada intrapresa per imporre il proprio punto di vista alla maggioranza della società. Se si prova fare per un'attimo mente locale ed uno sforzo di memoria: GLI STESSI ARGOMENTI!! Un pianto antico insomma che oggi trova orecchie meno attenti e politici, che pur di continuare neli loro affari in maniera tranquilla, sono disposti a scendere a patti anche con il diavolo in persona (ammesso che esista il diavolo e il conseguente inferno e non sia questa vita l'inferno e noi i diavoli di noi stessi)........................ Mi chiedo ma almeno un minimo di fantasia nessuno c'é l'ha? Cambiate registro, non prendete in giro la gente per stanchezza ma provate a convincerla se ritenete di avere ulteriori validi argomenti non riscaldate la stessa minestra e ce la rimettete davanti riveduta e corretta: qui il problema è enorme e non si può costringere una donna ad avre un figlio non amato nè si può costringere la società a sussumere per buone idee e proposte trite e ritrite che già un referendum respinse a larga maggioranza. Piuttosto spendete le energie per contribuire a migliorare le condizioni di vita e premete affinchè dovunque, scuole comprese, ci siano corsi educazione sessuale che non sono un tabù: la conoscenza non è mai da osteggiare ma da incoraggiare dato che solo in questo modo ci possono essere persone consapevoli e cittadini presenti a se stessi. Se invece "conoscere" a paura allora il problema è di chi osteggia la civiltà (o quel poco che ne rimane) e siamo nel campo della dittatura, nascosta o meno, della minoranza che non essendo capace di argomenti convincenti impone attraverso altri metodi la propria volontà. Non posso non ricordare che la chiesa nei secoli scorsi ha sempre osteggiato la conoscenza (Galilei docet): i tempi da allora non sono cambiati? Evidentemente per qualcuno no.............................

Emergenza rifiuti: vi siamo tutti coinvolti

La Campania esplode per i rifiuti, in particolare la città di Napoli ne è letteralmente sommersa, i roghi della spazzatura nelle strade delle città sono ormai un fatto quotidiano e la gente protesta giustamente perchè anch'essa, come il resto dei loro concittadini, non vuole nulla nel giardino di casa e spera che "qualcuno faccia qualcosa" non a proprio scapito: una cosa tipica che ormai è una caratteristica di quella strana amalgama di egoismo, superficialità, menefreghismo che è la società italiana oggi. Fa un errore, un grave errore, chi pensa, non solo nei profondi reconditi della propria mente, che sono affari "loro": invece riguarda tutti noi fino all'estremo nord dell'Italia; perchè per anni Regioni, ed altri Enti locali del centronord, hanno mandato al Sud (in Campania in particolare) i loro rifiuti bypassando quelli che erano i costi di smaltimento alti, mantenendo la pace sociale nel loro territorio, e infischiandosene che altri loro concittadini vivessero letteralmente su montagne di spazzatura. E se poi pensiamo che per le ecomafie la "munnezza" è diventata un business estremamente redditizio allora il quadro è chiarissimo: la domanda che fare è ovvia? No, perchè servirebbe una classe dirigente, anche di livello nazionale, adeguata alla sfida ma soprattutto una società, civile o meno, altrettanto attenta e capace di guardare un metro (non di più) al di là del proprio naso e capire che le toppe servono a poco e finalmente realizzare politiche serie in materia. In Campania da quindici anni il centro(sinistra?) governa e non ha risolto il problema aggiungendolo alla collezione di problemi che già l'intero Sud ha ma ora la situazione è tale che perfino l'Europa (che pure ha stanziato dei fondi) ha acceso i fari per capirci meglio: e si sa che l'europa non è l'Italia dato che lì quando si tratta di cacciare soldi poi alla fine vogliono sapere dove sono andati a finire. Si deve comprendere che servono i termovalorizzatori e sia la società, civile o meno, sia la politica se ne dvono fare carico. E' chiaro che dovranno essere date delle garanzie ma alla fine a quello si dev'arrivare vincendo sia le resistenze di politica e società. Non è nemmeno pensabile poter continuare così come accade in questi giorni: lo scempio di una delle città più belle del mondo. O cominciamo a capire che siamo europei o ci rassegnamo a fare il nord di noi stessi: non c'è alternativa nè ci sono scuse dato che il tempo a disposizione è scaduto e i segnali non sono incoraggianti; e si deve anche capire che è ora di smettere di spedire i rifiuti di tutta l'Italia in quelle zone che non sono la nostra pattumiera ma cominciare a smaltirle qui da noi, come hanno fatto a Venezia dove proprio dal termovalorizzatore è arrivata nuova ricchezza alla città; che ci sia o meno accordo da parte di tutte le componenti sociali e politiche una scelta va fatta e in fretta...................... mi rendo conto però che qui siamo ancora al decidere se scegliere o meno!!

giovedì 3 gennaio 2008

La doppia etica dei crociati antiabortisti

Un'altro aspetto poco considerato della crociata antiabortista è il progresso della tecnica medica dietro la quale i nuovi crociati tendono a nascondersi per riformare la legge 194 sull'aborto. Affermano infatti che visto il progresso della tecnica medica che consente di salvare prematuri anche molto piccoli si devono restringere gli ambiti di "permissività" dati dalla legge in questione. Detta così sembra una cosa ragionevole, la medicina progredisce e consente maggiori possibilità di salvezza ai feti: Nautralmente, come sempre il diavolo è nei dettagli, omettono di dire molte altre cose: il diritto delle donne alla scelta; la tecnologia di cui parlano è la stessa che hanno demonizzato quando c'era in fieri il referendum, fallito, per la bocciatura della legge 40 sulla fecondazione assistita e la diagnosi preimpianto. Sul primo punto, nonostante gli italiani siano capaci di badare solo al proprio ombellico, la questione non è medica ma etica: il diritto della donna ad abortire è sacrosanto perchè solo le condizione che la portano a questa decisione non pubbliche nè devono interessare la società italiana, soprattutto nella parte più retrograda, tantomeno lo Stato che ha il dovere però di strapparla alla clandestinità dandole l'opportunità di farlo in sicurezza e con tutti i crismi dell'anonimato e dell'assistenza psicologica: ed in questo la 194 era ed è all'avanguardia nel mondo occidentale ed ha funzionato così bene che non solo altri paesi ce l'hanno copiata ma è comunemente definita "SAGGIA" e misurata (UNA COSA STRANA, FORSE CHE ALLORA C'ERANO PERSONE SAGGE A DIFFERENZA DI OGGI? LA RISPOSTA EVIDENTEMENTE E' Sì E NON SI FACEVANO CONDIZIONARE, PUE ESSENDO CATTOLICI IN GRAN PARTE DALLA GERARCHIA RETROGRADA). Ma il punto vero è il secondo: la tecnica medica. E' la stessa tecnica medica usata in materia di fecondazione assistita e diagnosi pre-impianto e di eutanasia argomenti tabù per la minoranza cattolica, una domanda mi sorge spontanea: COME MAI ALLORA ESSA ERA DEFINITA KILLER, CRIMINALE, SOPPRESSIVA DELLA VITA ECC. ED ORA INVECE VIENE INVOCATA A GRAN VOCE PER LIMITARE IN QUALCHE MODO LA 194 SULL'ABORTO? Si deve pensare che evideentemente per i "crociati" l'etica sia a due facce: quando è funzionale al loro disegno oscurantista, medievale, teso ad instaurare una teocrazia patente e nascosta ai più allora la tecnica suidicata è "buona" quando invece essa confligge con i loro interessi e disegni allora è paragonata ala pena di morte, demonizzata, da vietare per legge ecc, addirittura qualcuno è arrivato a proporre di introdurre un ticket per la prima "prestazione" abortiva e poi il pagamento della tariffa intera per le successive nel caso delle donne, in particolare per quelle extracomunitarie che sono la parte che tiene su le percentuali deglia boti nel nostro paese: perchè la legge 194 ha funzionato, GLI ABORTI IN ITALIA SONO DIMINUITI!! Questa doppia morale è possbile oggi perchè le grandi ideologie e i partiti di massa sono spariti; ed è anche possibile perchè l'attuale ceto politico è attento solo al mantenimento dello scranno parlamentare e all'immagine che produce voti e di conseguenza non sono insensibli nè al soldo nè all'influenza di una potenza politica, finanziaria ed economica come la Chiesa. Si ora che la legge 194 è al centro del dibattito politico ci sono state le reazioni di allarme, in particolare dalla cosiddetta "sinistra" ma fa tutto parte del gioco: alla fine se si riuscirà a mettere mano alla legge e solo il referendum (ammesso che qualcuno abbia il coraggio di prendere firme) potrà fermarli e semprechè non si alzi qualcun'altro che invochi l'astensionismo che è la vera arma fine di mondo nel nostro paese. Ma in realtà questa legge almeno una sua forza intrinseca c'è l'ha: è radicata nel comune sentire della società e perfino la minoranza cattolica (di cui molti adepti ne hanno usufruito così come per l'eutanasia), per quanto potente e influente sia, non si azzarda a mettervi mano per via referendaria sapendo (sennò l'avrebbe già fatto) di subire una sonora sconfitta che aprirebbe di nuovo il fronte della fecondazione assistita e della diagnosi preimpianto, per non parlare dell'eutanasia interrompendo l'offensiva integralista. L'unica via è la negoziazione nelle aule "sorde e grige" del Parlamento, purtroppo!!

mercoledì 2 gennaio 2008

La modernità? in Italia non può esistere.......

E' tempo ormai di riflusso reazionario nel nostro paese. Tutte le conquiste fatte nel corso degli anni passati sono da abbattere a picconate perchè "pericolose": se l'Italia deve diventare il "baluardo della cristianità" contro qualunque modernità allora in essa non vi possono essere conquiste conquiste sociali e pari opportunità: e se è già vero nella società perchè lo Stato, ad esempio, taglia le ore al sostegno nelle scuole per i cosiddetti diversamente abili; a maggior ragione sarà vero per le conquiste del movimento femminile e g.l.b.t. Per i secondi addirittura vale l'idea che sono "malati" e devono essere curati. Per le conquiste del movimento femminile, invece, l'attacco non è così diretto ma molto sfumato e si avvale di autorevoli commentatori che si autodefiniscono laici ma che in realtà, convinti come sono di dover aizzare gli animi per combattere l'ipotetica guerra di civiltà (inziata da Bush) con la quale ammantare la predazione delle risorse dei paesi ricchi di materie prime ma poveri di tutto il resto, sono collaterali al disegno del mantenere finchè possbile lo status quo: se ci si fa caso chi lancia questo genere di proclami, guarda caso, sono quantomeno benestanti e hanno tutto da perdere se il sistema attuale crolla e controllano il mainstream dei media ma soprattutto hanno le leve del potere politico/economico in mano e credo che gli altri, noi (ossia la stragrande maggioranza della popolazione del mondo occidentale) o ce ne facciamo strumento o anche se non siamo d'accordo non abiamo voce. Eccone due esempi: il richiamo alla famiglia e l'attacco alla 194. Nel primo caso, il richiamo alla famiglia (infatti se qui a dx <- leggete la notizia ve ne fate un'idea) cosiddetta naturale (come se al contrario ci fossero famiglie innaturali, mah) è continuo e martellante e a ogni piè sospinto ci viene dato in pasto come richiamo ad un'ordine naturale di cui non si comprende l'aggettivo "naturale" se non in funzione di controllo politico e religioso della società: cose da medio evo imperante!! Nel caso della 194 invece l'attacco è frontale e mira a riportare indietro l'orologio della libertà, delal storia, dell'autodeterminazione della donna: di tutto insomma. Accade infatti che dopo l'input del Card. ruini un'esponente di FI fa propria l'idea e lancia la proposta di uma moratoria sull'aborto in nome del principio della difesa della vita. Ora qui nessuno è un folle hitleriano e quindi nessuno si azzarderebbe a mettere in dubbio la vita, però una cosa è difendere la vita e un'altra è la possibilità per la donna di difendere la propria scelta di dare o non dare la vita soprattutto se le condizioni sociali, familiari, economiche ecc non lo permettono e ,visto che nelle scuole pubbliche (quelle private in maggioranza cattoliche nemmeno a parlarne) non si attuano seri programmi di educazione sessuale, quindi spingono a causa della necessità del momento la eprsona a scegliere l'interruzione della gravidanza: e questo è il problema. Questa conquista delle donne che ha evitato il fiorire della clandestinità e delle mammane (ma anche dei medici che ufficialmente antiabortisti poi il peccatuccio lo commettono, non tutti sia chiaro ma qualcuno...................) e della violenza commessa sul corpo di una persona che già sta male per la scelta effettuata (è risaputo che 9 volte su 10 è una scelta pur ponderata ma dolorosissima per chi la prende e criminalizzarla in molti casi è la goccia che fa traboccare il vaso), è l'altro corno del problema. Con il fallimento del referendum sulla fecondazione assistita ormai in Italia c'è un conflitto fra la legge, medievale, che vieta qualunque forma di diagnosi prenatale e fecondazione artificiale e la 194 che invece considera non reato l'aborto entro il terzo mese: e grazie al referendum (e al menefreghismo italiano) l'occasione di una "succulenta" revisione (o forse si dovrebbe dire abolizione forzata) della 194 è ormai d'obbligo soprattutto se trova orecchie attente anche nel fronte che invece dovrebbe essere l'espressione della parte migliore del paese. Infatti ecco il gioco di squadra: il prelato chiede una revisione? Quasi subito, anche se a titolo personale, un'esponente parlamentare la fa propria e porta il problema in Parlamento sicuro che prima o poi (contando sulla stanchezza o poca attenzione dei cittadini se non addirittura menefreghismo) se ne discuterà e si metterà all'ordine del giorno la questione dando la stura ai peggiori timori dei cittadini progressisti. E' chiaro che ognuno la può pensare come gli pare e ci mancherebbe altro ma dare per assodato conquiste oggi messe in discussione ha portato a quell'apatia democratica che stiamo vivendo in questi anni e soprattutto ha aperto voragini nella società nelle quali sempre maggiore e pressante è l'ingerenza di Stati stranieri: qui se tutto andrà bene, per ora, ci sarà un nulla di fatto sennò potremo dire addio alla libertà di scelta individuale. Perchè ieri era il modernismo secolarizzato; oggi le conquiste sociali; domani il divorzio ma prima o poi avverrà anche che al Parlamento verrà affiancata una teocrazia che deciderà quali sono le leggi "buone" e quali quelle cattive...........

martedì 1 gennaio 2008

1 Gennaio 2008: l'aumento che verrà

Si è appena lasciato un'anno Horribilis ne comincia un'altro che non sarà da meno. Eh già, nonostante il discorso/esortazione del Presidente Napolitano, gli aumenti di tariffe, tasse, prezzi, biglietti, abbonamenti, benzina e quant'altro continuano sen za soluzione di continuità a conferma della bontà del sistema di mercato libero e senza regole e di quanto conti poco lo Stato come "arbitro"dello stesso. La raffica sarà, come al solito, diluita o immediata ma il risultato non cambia continuando ad allargare la forbice fra ricchi,straricchi, evasori ed elusori da un lato e lavoro dipendente e ceti medio-bassi dall'altro e su quest'ultimi veranno scaricati costi maggiori. Infatti liberi professinisti, artigiani, commercianti e categorie forti avranno la possibilità, insieme allo Stato, di aumentare le proprie tariffe mentre chi vive di salario o al limite del mercato ne subirà le conseguenze venendo schiacciato verso il basso sempre più vicino alla soglia delle sopravvivenza abbandonando la vita "libera e dignitosa" prevista nella Carta Costituzionale. Senza possibilità di calmierazione dei prezzi è questo che accade: è una cosa già successa in altri paesi (latinoamericani soprattutto, ma anche europa dell'est ecc.). Il divario aumenta e lo Stato riduce progressivamente il proprio ruolo a semplice bancomat la rete sociela sparisce e di conseguenza da Comunità di uomini liberi si diventa insieme di egoismi individuali che pomposamente si definisce Società ma in realtà non sono altro che una sommatoria di persone rancorose e instupidite dalla propaganda mediatica della ricerca della felicità e dell'arricchimento (di pochi) che nasconde molto bene la rapina perpetrata ai danni della collettività. Non si parla di collettivismo o simili ma di semplice socialdemocrazia quando si chiede un sistema diverso: non ci si riferisce nè a Cuba nè all'Urss ma molto più prosaicamente ai paesi realmente evoluti che da anni sono ai vertici delle classifiche mondiali per istruzione, modello economico, ricerca, sviluppo sostenibile ecc e sia chiaro che non sono rose e fiori nemmeno lì dato che il livello del prelievo fiscale è altissimo, e lo sfruttamento della manodopera pure, ma a fronte dei servizi offerti dalal struttura sociale è un sacrificio che qualunque sano di mente e onesto cittadino accetterebbe volentieri. Noi, invece, il paese più americanizzato d'Europa, e maggiormente a pezzi come rete sociale e relativo contratto sociale, stiamo percorrendo la strada diametralmente opposta dove a fronte di una libertà individuale da essere così ampia da sfiorare il memefreghiso per le sorti altrui non siamo capaci nemmeno di approcciare la questione con misrure che da anni in altre realtà sono state introdotte con lungimiranza, qui se ne discute per anni e se vengono realizzate sono ormai inutili: un'esempio sono l'adeguamento dei salari ai paesi civili; da quanto se ne discute? Ora il Governo si era impegnato ma, passata la festa gabato lo santo, già si parla di "rinvio" per aspettare la prima trimestrale di cassa e chi ha ormai qualche anno dietro di sé come il sottoscritto sa già che cisarà anche la seconda trimestrale da aspettare o che l'inflazione si sarà infiammata o che non ci si saranno le condizioni o chissà cos'altro per inviare ancora; e se a ciò ci mettiamo le convulsioni della partitocrazia che on vuole mollare la presa e liberare della sua presenza la società italiana (referendum docet) allora si può tranquillamente affermare che tranne qualche pannicello caldo il resto sarà esattamente come prima: e se il sindacato, anzichè pensare ad essere riformista si ricordasse che è espressione del paese che lavora e ne facesse gli interessi e, soprattutto smettesse di giocare ai personaggi in cerca di autore insieme alla controparte politica e confindustriale!!

BUON ANNO

lunedì 31 dicembre 2007

la politica della vaselina si vasellina no

Mentre ancora si discute di finanziaria 2008 che avrebbe dovuto, il condizionale è d'obbligo in questi casi finchè abbiamo liberisti al governo dell'economia (si spera che dopo la "dipartita" del loro guru Friedman questi ultimi residuati bellici vadano a sparire anch'essi), da un lato dare la spinta alla società verso la ripresa (di cosa e da che non è dato capire visto che se il nostro paese non produce nulla non può crescere) e dall'altro redistribuire la "ricchezza" verso i ceti meno abbienti e i salari bassi (conoscete la favola di cappuccetto rosso e il lupo bè immaginate in questo caso che è capuccetto a mangiarsi il lupo.............. è vero non c'è più religione ) le risorse in più - i vari più o meno presunti tesoretti - dell'anno provenienti dalla tassazione: una contraddizione in termini tipica del bizantinismo italiano perchè in realtà sanno tutti, almeno spero dato che gli studenti sono fra i più ignoranti dell'area occidentale, che dal 1990 ad oggi nessuna linea politica monetaria e fiscale è stata tesa davvero a creare la base per investimenti, occupazione e ricerca ma solo a prendere il più possibile da chi era il vero motore dell'economia: i lavoratori e i ceti che li esprimono TARTASSANDOLI IN TUTTI I MODI E ATTUANDO POLITICHE MONETARIE CHE SCARICAVANO SI DI ESSI I COSTI SOCIALI E POLITICI DEI VARI ESPERIMENTI DI INGEGNERIA POLITICA ED ECONOMICA. In vari modi, sia chiaro, è stato fatto: il peggiore di tutti è quello di tagliare alle Amministrazioni periferiche e agli enti locali (affamando la bestia) che a loro volta scippavano i soldi dalle tasche ai cittadini. Il risultato era quello che mentre il politico nazionale poteva dire di "aver diminuito la pressione fiscale" in realtà lo Stato incassava lo stesso dell'anno pecedente (se non di più) per terze vie. Naturalmente ci sono tendenze reali alla redistribuzione verso il basso in questa maggioranza ma devono fare i conti con i partitini cosiddetti liberlademocratici e centristi che solo a sentire parlare di queste cose hanno crisi isteriche visto che il loro elettorato spinge per il mantenimento dello status quo: e qui cade l'asino . Infatti così come è congegnata la politica italiana conta di più il partito dello "zero virgola qualcosa" che i partiti medi e grossi: un'esempio? I liberaldemocratici diniani, liberisti per ispirazione, centristi per collocazione e di destra come linea economica ma in fin dei conti non molto diversi dal panorama attuale italiano dove, con la corsa all'affama il lavoratore, è facile sentir parlare di miglioramenti economici ma solo a prezzi carissimi a livello sociale e subito ripresi dalla tassazione punitiva; non esistevano prima e sono nati da transfughi del ParDem e altro che non hanno alcuna rappresentatività e che però hanno il potre di condizionare, e lo hanno fatto, la linea del Governo. Il loro Capo è un tecnocrate di lusso con pensione statale di lusso ottenuta prima del varo della riforma che porta il suo nome (i maligni dicono che la sua domanda di pensione fosse stata protocollata intorno alle 23, quindi 1 ora prima dell'entrata in vigore della riforma..... grande esempio di pubblica responsabilità non c'è che dire) e che ha navigato in tutti i partiti oggi presenti nel Parlamento spaziando dalla destra al centro "cespuglioso" all'attuale centrosinistra?) che ora come ora, come tutti i partitini, ha il doppio problema di sopravvivere alle varie riforme elettorali, referendum compresi, dall'altro di preparare, in modo "onorevole (e all'italiana) la propria partenza da un'alleanza che non gli dà soddisfazione per approdare ad altro che gli consenta di continuare nell'avventura nella quale si è imbarcato qualche decennio fa. E cosa ha immaginato il Nostro? Ha preso 7 punti, tutti teoricamente condivisibili, e li ha spiattellati, non come proposte ma come agenda vera e propria, sul tavolo della verifica che si terrà a gennaio nell'attuale maggioranza. Facile così perchè a leggerli chi non è d'accordo: ci sarebbe addirittura da pensare ad una proposta demagogica se non fosse che in realtà sono 7 polpette avvelenate per cantare il de profundis al Governo. Molti osservatori sanno che in realtà la posta in gioco è la riforma elettorale e il futuro Governo che vedrà la nascita del Veltrusconi I°: chi si posizionerà meglio quello avrà maggiore forza negoziale allora. Non c'entrano nulla nè le "volontà riformatrici" nè, tantomeno, la ncessità di dare una svolta: l'unico obiettivo è il salvataggio dello scranno e l'assicurazione per il futuro, null'altro. Perchè sennò sparare 7 punti visto che questa maggioranza un programma, del tutto inattuato, c'è l'ha già? Siamo diventati così passivi e depressi che ormai ci scivola tutto addosso e quindi il lavoro svolto finora è giunto al suo obiettivo reale: creare una massa informe e amorfa, la cui gran parte gravita intorno alla soglia di sopravvivenza, che non valuta acriticamente le posizioni politiche ma le accetta per spirito di parte mentre le minoranze organizzate in realtà governano per il proprio tornaconto: è vero il motto che dice"se un popolo è sazio, sicuro e sano è impossibile da governare", mentre (basta guardarsi intorno) uno invece "insicuro, tenuto in perenne stato di allarme, ma depresso nelle sue aspirazioni e speranze, lo gestisce anche un bambino. Tutto quanto detto finora non sarebbe stato possibile senza l'accondiscendenza colpevole del sindacato che ha fatto più danni della politica in sà e si è trasformato vieppiù in partito corporativo perdendo la mission iniziale.
A QUESTO PUNTO DOVREI DIRE BUON ANNO ECC. MA ALLA LUCE DI QUESTA SITUAZIONE IL MASSIMO CHE FACCIO E' DIRE: "IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO"

domenica 30 dicembre 2007

Ragionevoli le critiche a Grillo?

C'è online (<- qui a sinistra il link) chi fa le bucce al blogger più famoso d'Italia. Da un lato si sa chi ha fama viene messo sotto la lente d'ingrandimento e gli si guarda tutto: dalle amicizie ai rapporti professionali, soprattutto se è un personaggio pubblico. Anche in questo caso la questione dipende da come si guardano e giudicano le cose. In tanti sono quelli che criticano Grillo per i vari aspetti del suo modo di fare; per il messaggio dirompente e, ritenuto, potenzialmente pericoloso per il regime democratico. Ma altrettanti, se non di più, sono quelli che in qualche modo lo sostengono e ne condividono scopi e obiettivi sia per convinzione che per opportunismo o semplicemente voglia di cambiare e contribuire a cambiare. Personalmente credo che Grillo sia proprio immerso nella attuale crisi sociale e ne sia anch'esso espressione non ultima perchè, come dice stesso lui, se un comico fa politica c'è davvero qualcosa che non va: e non è colpa sua anzi è la politica ad essere così squalificata a lotta fra lobby, senza ideali, che perfino un comico può farla. E' un fenomeno della società ma ne è anche un prodotto. E se la società li produce non "il" Grillo di turno il problema ma la società stessa che non avendo punti di riferimento sicuri e credibili si aggrappa a tutto quello che capita per far sentire la propria voce ed a paortata di tiro: in certi casi, come questo, li produce. Da canto suo la politica, feudale come quella italiana, perso il paravento ideologico ha bisogno di essere presente in tutti gli aspetti, anche non essenziali, della vita sociale italiana, e si vede dato che tutto ne è pervaso e insieme ai media del manistream si trova nella condizione di dover far passare il proprio messaggio a scapito della bidirezionalità dello stesso come dovrebbe essere in una società democratica: quindi, sempre a mio parere, il punto non è se Grillo o suoi avversari hanno torto o ragione, ma semmai è se siamo ancora una società democratica o non invece siamo transitati, e senza nemmeno chiederne a noi cittadini il consenso, in una società oligarchica (leggasi liberale) dove conta chi ha soldi per comprarsi la libertà (ed il resto) e gli altri sono semplicemente a ruota e vi arrancano.................... io la risposta me la sono data!! Quanti l'hanno realmente fatto?

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