sabato 15 dicembre 2007

Kosovo: una mina da disinnescare

Sul Kosovo si giocano molte partite e il rischio di bruciarsi le dita è forte oggi; infatti, pur essendo povero e senza grosse risorse, è diventato il crocevia di interessi internazionali e del nuovo fronte della guerra fredda fra USA da un lato e Russia dall'altro con l'Europa a fare il vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro strumento altrui più che protagonista internazionale divisa com'è fra la solidarietà atlantica e la necessità di non inimicarsi chi gli fornisce gas e petrolio preziosi alla crescita a cui tanto tengono i capoccioni liberisti. Il Kosovo in realtà significa Balcani e ciò porta a fare dei collegamenti storici che non aiutano certo chi, ammesso che voglia realmente aiutare quei popoli, si prodiga per portare quei paesi nel campo europeo e stabilizzarli equamente. Invece accade esattamente il contrario: gli americani, in funzione anti russa, spingono per la indipendenza e i serbi (con i russi alle spalle) fanno capire chiaramente che non accetterebebro una tale situazione (anche perchè storicamente esso rappresenta anche una parte notevole del loro passato sia culturale che religioso) che gli precluderebbe qualunque accesso al mare e ai commerci. Finora l'europa ha tenuto una posizione di retroguardia in merito dato ha sempre agito di rimessa rispetto sia alla inziativa militare (il comando è NATO quindi USA) che poltica perchè è divisa fra coloro che vedrebbero di buon occhio un ridimensionamento ulteriore della Serbia e quelli che invece, temendo l'infiltrazione musulmana, spingono per prolungare all'infinito il cosiddetto Protettorato e mantenere lo status quo (naturalmente avendo ben chiaro che qualunque atto dei kosovari nella direzione dell'indipendenza scatenerebbe le rie dei serbi ed esporrebbe gli operatori civili e militari li presenti a ritorsioni e ostilità. Insomma la tensione è altissima e come al solito la cosiddetta politica estera europea è schizofrenica e debole e non ha nessun peso reale nè riesce ad incidere più di tanto sugli equilibri precari dello scacchiere. C'è ancora molta strada da fare per riuscire a ergersi come soggetto terzo rispetto ai cosiddetti "grandi" e i passi finora fatti non vanno comunque nella giusta direzione in quanto sono più frutto dell'immobilismo e dell'impotenza che della decisionalità e della incisività necessarie in queste situazioni di crisi più o meno latente o patente.

Per i Tir un natale da 30 mln di euro

La fine della serrata dei Tir ha significato misure di "sostegno e aiuto" pari a 30 mln di euri messi già in finanziaria e approvati a tambur battente: a scapito di università, ricerca, e fondi al sud. Insomma con il classico giroconto contabile a pagare sono già chi si trova messo male e non chi riceve onori e prebende (per esempio si sarebbe potuto tagliare i finanziamenti a enti di ricerca privati o i finanziamenti alle imprese che tanto non reinvestono e pensano solo al loro profitto) senza dar nulla in cambio. Particolarmente amara è la sforbiciata a ricerca e università, già tanto deperite, quasi asfittiche, dagli anni precedenti che si troveranno sempre più in difficoltà nelle formazione delle future generazioni sia nel finanziare ricerca pura. Ancora una volta si è dato per scontato il certo (ossia la pace sociale di un piccola, superata dallo sviluppo, corporazione) del breve termine al meno certo della formazione delle future generazioni e della ricerca: tanto sono "solo" i figli nostri (mica loro) a pagarne le conseguenze dirette e indirette di una minore capacità competitiva con i coetanei degli altri paesi. Si potrebbe quasi dire nulla di nuovo sotto il sole ma non è così: in realtà quello cui stiamo rinunciando è molto importante dato che investe il futuro non della elitè ma dela società nel suo complesso e che ha molto a che fare con la democrazia e la cultura base di essa cui i nostri esponenti politici stanno volutamente dando delle picconate in nome di un elitismo che potrebbe portare un giorno al ricrearsi di una netta divisione sociale (peraltro preconizzata da studiosi come Rifkin) fra chi può comprarsi cultura, democrazia ecc e chi invece ne è fuori che rimane formalmente libero ma nei fatti è poco più che uno schiavo: c'è solo da sperare che la "storia delle brioches" si ripeta e il ciclo riparta per una nuova stagione di libertà!

venerdì 14 dicembre 2007

Attentato! bombe al ...... krapfen contro il PD

Ieri, nella storia triste del nostro paese, il terrorismo ha fatto l'ennesimo salto di qualità. Infatti contro la sede del PD sono state lanciate bombe.................. al krapfen , con tanto di rivendicazione, per protestare con il progetto, definito da chi lo ha rivendicato, "auroritario" del nuovo partito e gli scenari che vengono a costruirsi in futuro. Esecrazione, si spera, "dolce" è stata subito espressa da tutti e la richiesta di piena luce è subito scattata per appurare chi fossero i pericolosi terroristi : naturalmente prima che se ne accorga il "santone" americano sennò è anche capace di inviare le sue legioni a esportare democrazia, ordine e libertà.......................Ora questo è il fatto che in raltà qualche preoccupazione seria dovrebbe destarla soprattutto nei cittadini non tanto per il fatto in sè visto che, nonostante la rivendicazione, si potrebbe anche ascrivere sotto la voce goliardata (tanto nel nostro paese di "goliardate del genere sono anni che le fanno.....................) quanto per il segnale che viene dalla società: è chiaro che non si può generalizzare ma il dato c'è; questi giochi di potere (naturalmente facendo la tara dei benpensanti che l'unica cosa che vogliono è quella di preoccuparsi dell'unica cosa che gli interessa ossia farsi i loro affari e nascondere la testa sotto la sabbia...... un bel pò di sabbia naturalmente dato che con i problemi che abiamo il resto della società ha grossi motivi di preoccupazione coem anche all'estero ormai non nascondono più, vedi post precedente) sono obsoleti e completamente fuorvianti della reale situazione italiana ossia quella di un paese declinante dove conta il proprio piccolo particulare; dove la gente muore al lavoro e sul lavoro; dove c'è un tasso di illegalità altissimo, tanto per dirne alcune, ma dove sembra che l'unica cosa che conti sono gli spasmi della partitocrazia e l'ennesima indagine sul politico o gli intrighi "boccacceschi" che assurgono agli onori della cronaca quotidiana!

Un paese che non ride è pericoloso

E' triste l'immagine che diamo di noi all'estero. Il Report del New York Times sul nostro paese è desolante e, come affermano gli osservatori nostrani più attenti, comunque corrisponde a verità. Siamo più vecchi, depressi, senza speranze per il futuro, incapace di trovare le energie per ricominciare a camminare, oppressivo con i giovani che hanno di fronte due alternative: o rimanere e adeguarsi ad una vita da precario o emigrare allargando gli orizzonti lavorativi (è di oggi la notizia che il Prof. Porro, 28 anni con 1200 € al mese come ricercatore con contratto a termine, protagonista di una scoperta che avrà effetti importantissimi sulla cura del neuroblastoma e del tumore al seno, se va via a Losanna da dove riprenderà con più soldi e maggiori investimenti la ricerca) e sociali. Non gli si può dar torto, siamo diventati così: musoni e rancorosi; mediocri e provinciali; spaventati "dall'invasione barbarica" ma pronti a commuoverci per la storia di c'è posta per te; morbosi per i delitti e ignoranti come somari con un tasso di cultura scolastica che primeggia solo rispetto agli USA (che sfornano giovani ancora più ignoranti di noi). Il NYT lo definisce "malessere" in realtà lo sappiamo benissimo è altro molto altro e ce lo nascondiamo a noi stessi e ci offendiamo se ce lo fanno osservare: ma è così e se proprio vogliamo essere onesti con noi stessi sono anni ormai che dai dati Istat emerge un paese in declino sociale, demografico e economico e, di conseguenza, anche politico dove conta l'egoismo di casta e di ceto e non il merito vero e dove il figlio di papà che non capisce, di solito è così se si vuol dar ragione a De André che diceva che dal letame nascono fiori e dai diamanti non nasce nulla, un ca**o ha molte probabilità di infilarsi in un postixcino vicino al sole mentre chi non lo è o emigra o fa il precario.......... dove di giovani si parla solo ma li si emargina nei fatti e dove non si ride più perchè c'è molto poco da ridere: Italia senza futuro e soprattutto senza speranze?

giovedì 13 dicembre 2007

Europa? sempre più lontana dai popoli

Sta per essere varata la versione super ridotta della Costituzione europea, già bocciata da olandesi e francesi, nata dopo l'accordo di Lisbona e che mira sostanzialmente a mantenere i punti fermi della precedente bocciata ma in versione bignami perchè è molta la paura che anche stavolta i cittadini, ossia la gente vera (quella che vivie ogni giorno con le difficoltà della vita), la respinga in toto. Infatti, dato lo spavento che tutto saltasse in aria presasi da chi ha tutto da guadagnarci dall'europa liberista, sembra che i referendum non si terranno e si farà tutto nelle aule "sorde e grige" parlamentari mettendo i propri popoli davanti al fatto compiuto. Perchè parlare di Europa? Sembra così lontana che con i problemi che abbiamo in Italia essa passa in terzo piano: non è così dato che buona parte delle politiche in campi importantissimi come industria, agricoltura ecc., sono decise dai burocrati europei che nei fatti hanno un'enorme potere senza averne la responsabilità di fronte agli elettori. Ed è proprio questo il punto: lontano da quella che era l'idea di Europa di Spinelli, Albertini e dei federalisti europei quest'Europa nasce elitaria per scelta delle elitès che governano nei vari paesi perchè anzichè badare agli interessi genrali pensano soprattutto a integrarsi nell'economia liberista imperiale messa su dagli USA, anche in posizione subordinata se necessario, pur di partecipare al banchetto che si tiene giornalmente a spese dei 3/4 della popolazione mondiale. E, non solo questo, anche di salvaguardare, magari rafforzandola, la propria posizione di privilegio all'interno delle singole nazioni restringendo contemporaneamente la ricchezza nelle mani di pochi se non pochissimi; e con il patto di Lisbona proprio questa è stata la riflessione: se cercare di rendere maggiormente elitaria la struttura esponendola al rigetto immediato dei cittadini o introdurre "elementi di democraticità" che facessero ingoiare un pò alla volta il rospo agli stessi fino o farli strozzare o farglielo mandare giù un pò alla volta: in ogni caso la scelta che è stata esclusa a priori è proprio il referendum; il che è tutto dire mi pare. Nata male questa Costituzione ora è addirittura nascosta e resa piccola nelala speranza di farla passare senza che nessuno se ne accorga. Questa tecnostruttura somiglia sempre di più ad un potere dittatoriale economicamente forte è capace di strozzare l'economia di un paese: se fossimo in tempi migliori direi che i cittadini, anche attraverso le elezioni, dovrebbero vigilarema conciati come siamo, che dire? IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO?

In 11 mesi evasione cresciuta del 78%!!

La Guardia di Finanza nei primi 11 mesi di quest'anno ha scoperto che ammonta a 27,7 miliardi, in crescita del 78% rispetto al 2006, mentre l'Iva evasa è salita del 75% a 4,2 miliardi e i rilievi ai fini Irap del 44% a 13,5 miliardi. Il nostro lungimirante Governo ci conta sul recupero di questi soldi per mantenere i numerosi impegni che ha preso quest'anno sia con le parti sociali che con le lobby. Ma veramente pensano di recuperare per intero questi soldi? A quanto mi consti se va bene si arriva, dopo un lunghissimo contenzioso che ha tre gradi di giudizio tributario e altrettanti di civile e penale (semprechè naturalmente non intercorrano indulti, concordati, scudi fiscali ecc.), alla metà dopo diversi anni: e nel frattempo? E' vero che la giustizia nel suo complesso è ormai alla frutta ma è altrettanto vero che come si scoprono gli evasori qualche deterrente forte ci vuole: ad esempio le manette agli evasori come avviene nei "comunistissimi" USA? E' una situazione strana quella italiana: da un lato auemntano le entrate e dall'altro aumenta l'evasione. Singifica che gli italiani da un lato pagano più tasse (il che è vero), a partire dai lavoratori dipendenti, e che e pagano soprattutto quelli che sono definiti parziali evasori ma dall'altro significa che i totali continuano a esserlo anzi, essendo sicuri che anche se venissero beccati pagano dopo tanti anni poco, si raffornza nella convinzione e continuano ad evadere spingendo la bestia fisco a rifarsi su quelli che in ogni modo non possono sfuggire e contando che quelli che lo fanno in parte ne paghino anche per loro. E' un sistema ingiusto questo ma non sembra che i cervelloni lo capiscano, forse anche perchè non hanno il problema di arrivare a fine mese, e mettano davvero mano ad una legislazione puntiva per quest'ultimi e premiale per chi non evade. Non bastano gli spot e gli annunci roboanti: se davvero potendo incrociare le banche dati, si scoprono più evasori si dovrebbe, dopo un giudizio veloce e rapido che garantisca il diritto alla difesa e tutte le altre prerogative, il recupero totale del dovuto o un'alternativa di carcere............................

mercoledì 12 dicembre 2007

da un mio post su http://blog.libero.it/blobblogmaivisti/

da un mio post su http://blog.libero.it/blobblogmaivisti/
Messaggio N°53
12-12-2007 - 23:02

Tags: Auguri Natalizi
Mò vene natal'............
Sono stato invitato a fare gli auguri di Natale su questo blog, e lo faccio con piacere. Caro babbo natale, quest'anno molti di noi italiani non potremo fare molti regali, nè abbondare con cenoni e cotillons dato che altri italiani si sono peritati di farci sudare anche le feste. questi cattivacci fra rincari di: mutui, bollette, assicurazioni, tasse e tributi, e altro che sono stati capapci di inventare ci hanno levato anche la voglia di ridere immagina quindi di festeggiarti.Caro babo Natale, ogni anno che passa è sempre più dura e le famiglie ogni anno che passa hanno sempre più difficoltà per andare avanti e se poi ci metti che questa festa ha perso, causa sfrenato orgasmo consumistico, la sua bellezza capirai che provo qualche difficoltà a essere in tono con la festività.Caro babbo Natale,potresti portare i soldi per fare a me i regali ai: figli dei poveri; alle famglie degli operai della ThyssenKrupp; ai bambini irakeni ed afghani; ai bambini del terzo mondo e alle loro famiglie; agli orfani di tutto il mondo. Ma, soprattutto, con la tua amica befana, potresti portare tonnellate di carbone (magari fatti cadere dall'alto un bel pò dall'alto mi raccomando) su quelli che li hanno ridotti così?
AUGURI DI BUON NATALE

Inviato da: ninograg1
Trackback: 0 - Commenti: 0

E nella zuffa politica sbucò fuori il "biancorellum"

Sembra di stare nella favola di alice nel paese delle meraviglie..... mentre la zuffa nelle varie destre è furiosa e la lotta per non soffocare è sempre più dura sbuca fuori la proposta Bianco che, a detta di qualcuno, potrebbe essere il classico topolino partorito dalla montagna: niente maggioritario; doppio sbarramento (regionale e nazionale); collegi elettorali di media grandezza che passano da 26 a 32; nessun obbligo di apparentamento; metà dei seggi eletti con l'uninominale e metà con liste concorrenti senza preferenza; sfiducia costruttiva; quote rosa (o riserva indiana con tutto il rispetto per i nativi americani); dulci in fundo indicazione del premier. Insomma una via di mezza tra almeno due sistemi elettorali (spagnolo e tedesco) e alcune novità di contorno come la riforma dei regolamenti parlamentari. Partendo dall'idea che qualunque sistema elettorale è buono se raggiunge gli obiettivi preposti, in realtà il cittadino attento alla sostanza e non al fumus cosa dovrebbe subito notare e chiedersi di conseguenza: ma abbiamo le stese garanzie costituzionali, legislative ecc. che hanno i cittadini dei paesi dai quali prendiamo a prestito i sistemi elettorali? O meglio anche le pietre sanno per esempio che in Germania non è così facile nè creare un partito nè accedere in Parlamento: mentre da noi è facile come bere un bicchier d'acqua (laddove essa è pubblica mentre dov'è privatizzata cambia un pochetto la situazione ) e ci sono sempre opportunisti pronti a cambiar padrone pur di sedersi a tavola a mangiare. Non è il sistema elettorale in sè il problema: ma i corollari che si devono mettere su sennò, ed in questo Fini ha ragione, diventa il solito pateracchio con basato sulle mani libere dei partiti che dopo il voto fanno quello che vogliono cosa che ci fa ritornare in grande pompa alla I° Repubblica che molti degli attuali propugnatori del nuovo hanno pubblicamente abiurato in nome dela governabilità e della contrapposizione fra linee e politiche diverse: evidentemente avevano la riserva mentale che alla prima occasione ci avrebbero almeno provato a ricrearne i fasti! Traspare la voglia di Veltrusconismo da tutto ciò: nulla vieta infati che una volta fatte le elezioni i due maggiori partiti si mettano d'accordo e goernino insieme alla facia degli insulti degli anni precedenti e dei programmi più o meno "sociali" di cui alcuni si facevano propugnatori. Si verrebbe a creare un mostro, un leviatano granitico impossibile da eliminare e il cittadino si troverebbe di fronte alla scelta se aderire al nuovo regime partitocratico (e sperare che gli diano qualche mollica del lauto pasto) oppure starne fuori in una sterile e frustrante opposizione a morire di fame: scelta non da poco per gli italiani che brillano poco per senso sociale e molto per tornaconto personale. A questo punto non sarebbe meglio andare al referendum?

Trattativa saltata sciopero ad oltranza: la precettazione? non serve....

Continua ad oltranza lo sciopero dei TIR, nonostante le precettazioni, bloccando tutte le attività del paese: dai rifornimenti per l'alimentare alla benzina. Si parla di sciopero corporativo e selvaggio ma in realtà si stanno scontando gli errori cinquantennali della politica la quale anzichè spingere per una sana alternativa fra trasporto su rotaia e su gomma, depresse la prima e spinse la seconda per una questione di pura e semplice opportunità politica. E' vero che si stavano costruendo quelle che allora sembravano grandi arterie di comunicazione ma nessuno si fece sfiorare dall'idea che in questo modo si sarebbero create delle nicchie di potere corporativo di cui oggi vediamo le conseguenze. Infatti come NON mi sento di condannare lo sciopero di questa categoria così comprendo quella dei lavoratori dipendenti che, in maniera diversa, spingono per aumenti visto che non ce la fanno ad arrivare a fine mese: meno comprendo quella dei tasisti che per anni sono stati poco meno che una categoria protetta. E' un lavoro duro quello del camionista soprattutto se si è sotto padroncino (perchè questo sciopero non è tanto dei dipendenti quanto di chi li gestisce che spera in questo modo di avere benefici dal Governo e difficilmente darà parte dei stessi benefici ai suoi dipendenti) perchè non ci sono orari né leggi che tengano: avanti e indietro per il continente è l'unica regola. Non mi meraviglierei se terminata "questa" protesta dei padroncini (che spesso stanno a casa e fanno scioperare i dipendenti) scoppiasse quella dei veri lavoratori del trasporto e lì non ci sono mezzi che tengano visto che sono loro a rischiare maggiormente sulle strade e a vedere minori benefici che i vari accordi stipulati danno a chi li governa, e sono loro ad avere sulle spalle l'economia del paese ma sono anche l'anello debole della filiera del trasporto sulla quale pesano i costi maggiori sia dello sciopero che della deplorazione della pubblica opinione. Qui la classe politica dovrebbe interrogarsi su come è costruito questo mondo e su quali prospettive di aprono per l'economia nazionale se una singola categoria riesce a bloccare una intera nazione e soprattutto quello che maggiormente serve è una politica dei trasporti che pur valorizando questa nicchia ne metta in risalto le potenzialità ma anche ne definisca maggiormente gli ambiti di lavoro e limiti lo strapotere di chi ha in mano le chiavi, realmente, dei TIR. Un'ultima cosa: tipicamente tutta italiana. La politica italiana, pavida con i forti, che fa? A destra si appoggia la cosiddetta lotta e la si sostiene, forti del fatto che esponenti della categoria, sono stati esponenti anche autorevoli dei precedenti governi, quello che manca è una netta presa di posizione dall'altra parte dove si tentenna fra un moderato fastidio e un silenzio politico assordante fatto solo di repse di posizione di facciata. Stona il Governo che pur condannando lo sciopero nelle sue forme non riesce a trovare l'accordo: ma questo governo nel suo programma per la ricerca della felicità non aveva come cardine base la concertazione? O vale solo per i dipendenti?

martedì 11 dicembre 2007

Morti bianche: il giorno del dolore e della rabbia

Si è svolta la marcia di protesta per gli operai morti alla Thyssen e giustamente c'erano sentimenti contrastanti e forti emozioni: dolore, rabbia.............. ed è andata anche bene; qualche anno fa non sarebbe stata così pacifica la cosa; ma la classe operaia italiana, o meglio quello che ne rimane, ancora una volta ha dimostrato maturità e dignità che dovrebbero fare riflettere chi oggi se li è dimenticati troppo presto e li ha messi nell'ombra per rincorrere sogni di potere all'insegna "dell'arricchitevi" tanto c'è il popolo bue che vi mantiene, salvo poi fare facce contrite e esprimere condoglianze di maniera e false mai come in questi casi; mi ha colpito il profondo dolore e la rabbia di quel padre dell'operaio morto, provando (sono padre anch'io) a mettermi nei suoi panni: straziante la rabbia, il dolore e la coscienza di aver perso un figlio che non faceva altro che lavorare per costruirsi un futuro che ora non avrà più e ho ripensato ai sogni rubati dei tanti giovani che hanno fatto in questi 50 anni "italiani" la fortuna del paese e fatto entrare bei profitti nelle tasche degli imprenditori ma soprattutto hanno costituito la ossatura di quelle OO.SS. che ora nel nome della concertazione e del consociativismo con la controparte hanno dimenticato il loro primo fine e troppo spesso fanno solo "testimonianza" nelle aziende. Quanti errori si portano sulle spalle; quante generazioni rubate a una vita migliore ma soprattutto quanto sangue operaio è scorso all'ombra degli "accordi" che puntualmete hanno ridotto di un poco gli spazi faticosamente conquistati dagli operai: fino a farli sparire dalla scena della società mettendoli sullo sfondo, all'orizzonte. Bene hanno fatto a fischiare e bene hanno fatto a inquadrare quel padre addolorato e furente per la vita scomparsa. Ma ora bisogna andare avanti e punire, severamente, i colpevoli ma soprattutto bisogna ricordarsi che essi lo sono per la giustizia per le eventuale mancanze commesse ma c'è un'altro aspetto che nessuno affronta: la politica. Essa è la vera responsabile dell'attuale situazione è lei che in nome del "laissez faire" sta slegando i lacciuoli uno alla volta diminuendo sicurezza e prospettive future, spogliando come una margherita tutte le conquiste fatte riducendole a meri simulacri; anzi spesso si sente dire che sono di ostacolo allo sviluppo e lo si sente dire proprio da chi una volta si richiamava ad ideologie "operaie": questi morti "VI ACCUSANO" c'è un dito puntato addosso a VOI un dito che rappresenta una vita mancata, sogni infranti in cantiere o in una fabbrica, un futuro che non c'è più.

lunedì 10 dicembre 2007

Il mito Toyota: siamo sicuri che lo vogliamo?

E' noto a tutti l'ardore con il quale molti giuslavoristi (di scuola sindacale CGIL poi riciclatisi come liberisti dell'ultima ora e quindi maggiormente estremisti per mettersi in pari con gli altri) in varie pubblicazioni e interventi televisivi hanno portato ad esempio, partendo dalla proposizione che oltre al mercato come panacea di tutti i mali sono strenui assertori della deregolamentazione in materia di lavoro e di copertura contrattuale sindacale, il cosiddetto modello Toyota come modo di produzione avanzato da introdurre anche nel nostro paese. Questo modello ha molte similitudini con il taylorismo ma pone alla sua base l'idea della flessibilità dell'orario di lavoro in base alle esigenze di produzione dell'azienda richiedendo un'enorme capacità di adattamento da parte dei lavoratori: un lavoratore giapponese di 31 anni dopo il normale orario di lavoro e dopo 144 ore di straordinario, peraltro NON pagato, è stramazzato al suolo in azienda MORTO LETTERLAMENTE DALLA FATICA DEL LAVORO. Mi chiedo ora questi signori che da anni propugnano l'introduzione (ideologica) anche nel nostro paese sostendo che è un modello che risponde alle esigenze del mercato e della produzione intendano ancora spingere per la sua adozione e se dopo una notizia del genere non sentano almeno l'esigenza morale (in un paese che viene definito baluardo contro la secolarizzazione occidentale , e che dovrebbe porre i valori cosiddetti fondamentali fra cui anche i diritti dell'uomo, ahinoi in questo non siamo molto simili dall'Iran...) di fare una bella autocritica dato che ci sarebbe un'effetto devastante sulla vita sociale e lavorativa dei lavoratori italiani: soprattutto se il cosiddetto sindacato riformista non mantiene la linea dei diritti individuali dei lavoratori che in base alla nostra Costituzione devono dare il loro contributo alla nazione. Il liberismo è un'animale idelogicamente molto esigente: richiede fedeltà assoluta e spiegazione unidirezionali che non ammettono repliche e sconfitte perchè è sempre colpa degli altri che non spingono le cosiddette riforme al limite e/o eliminano le rete di protezione sociale che serve da paracadute nei disastri commessi da questa ideologia. Già ora, esempio la ThyssenKrupp, essa è labile come la carta velina poi se la cancelliamo completamente.................... e vogliamo dare un'immagine ideale non saremmo molto diversi dal film metropolis dove le masse vivevano nei bassifondi lontani da tutto e tutti!

domenica 9 dicembre 2007

Luttazzi contro Ferrara : ha esagerato o c'è altro dietro?

Sembra un destino crudele quello di Daniele luttazzi in televisione: dopo un pò lo buttano fuori perchè da fastidio a qualcuno. E' accaduto anche alla 7 dove nel giro di un'invio di un sms si è trovato fuori da tutto e la trasmissione bloccata. Il video incriminato è questo nel post e, anche se a mio parere può aver esagerato con le espressioni non può non far pensare che basta poche parole per farsi buttare fuori nei nostri tempi. E' un bruttissimo segnale soprattutto se fosse vero, come racconta il comico satirico, se è avvenuta nel modo da lui descritto. Fa pensare e molto sullo stato della democrazia di questo paese e sulla sua reale libertà di espressione e come essa viene difesa e tutelata. Inoltre l'ipotesi che avanza è che in realtà questa censura sulle offese a Ferrara fosse solo un pretesto dato che stava preparando qualcosa di molto più succulento: una puntata su Ratzinger e sulla sua ultima enciclica. Se quest'ipotesi dovesse rivelarsi vera (e sarà molto difficile dimostrarlo anche per Luttazzi stesso) tuti noi dovremmo davvero pensare che il 35° posto nella classifica del Freedom Watch è del tutto immeritata: dovremmo essere molto ma molto più in basso............................. qui il video

La grande spoliazione dello stato sociale

un pò alla volta viene scoperta la spoliazione messa in atto ai danni dei lavoratori italiani. S'iniziò con la fusione fra assistenza e previdenza (in pratica i fondi pensionistici iscritti all'INPS finanziavano l'assistenza che invece sarebbe dovuta gravare sulla fiscalità generale); poi la cosiddetta riforma delle pensioni, con annesse modificazioni e integrazioni, che venduta come aggiornamento alla mutata condizione sociale si è rivelata per quello che è: un bel risparmio per le casse dello Stato che incameravano dall'Inps i contributi lordi e venivano restituiti con un conteggio bassissimo per costringere i lavoratori ad andare nelle braccia degli squali privati (e quando c'erano delle resistenze tiravano fuori la balla del conflitto generazionale ecc.) dandogli una pensione pubblica, pagata con contributi altissimi da fame; infine il raggiro delle invalidità dei lavoratori che sono pagate dall'Inail: in quanto per legge quando questo Istituto supera l'attivo annuale di 200 mln di € l'eccedenza va in un conto della tesoreria, infruttifero, a ripianare il bilancio pubblico (che è disastrato per le scelte quantomeno discutibili fatte sulla pelle degli italiani dalla classe dirigente e dalle lobby economico/industriali sempre pronte a papparsi soldi pubblici ma tirchie quando si tratta di mettere mano alle tasche proprie). Infatti l'inail, per i contributi di lavoratori e aziende, è sempre in attivo ma eroga (nell'ottica del risparmiare sulla pelle dei più deboli ma senza toccare i privilegi di casta e di censo) indennità bassissime proprio per consentire allo Stato di prendersi le eccedenze; inoltre la legge che dava i cosiddetti punti di invalidità è stata ricongegnata in modo che i punti di invalidità siano così bassi da dare il minimo indispensabile al lavoratore infortunato e reso inabile al lavoro; se addirittura morto il 50%, circa, alla vedova ed il 25%, circa, al figlio (una miseria....................) mentre il resto se lo pappa lo Stato. Ancora qualche dubbio sulla truffa messa su negli anni 90? Suona come tardiva l'affermazione che troppo poco si è fatto per la sicurezza mettendo sul groppone delle aziende la responsabilità di essa: loro, per la logica del profitto che le contraddistingue, tendono sempre a risparmiare sui costi e quindi se la legge non le costringe e se in controlli non sono assidui e frequenti, il livello di rischio accettabile s'abbassa notevolmente. Sarebbe da rispensare tutta la materia e suona, appunto, tardiva "l'annunciazione" della solita legge che si aggiunge alle altre e non sarà applicata come le altre.

test velocità

Test ADSL Con il nostro tool potrete misurare subito e gratuitamente la velocità del vostro collegamento internet e ADSL. (c) speedtest-italy.com - Test ADSL

Il Bloggatore