venerdì 7 dicembre 2007

Morti bianche: la strage continua

La tragedia della Thyssen è l'ulteriore segnale d'allarme di come, ormai sia al minimo l'attenzione sulla sicurezza del lavoro non solo sui cantieri edili ma ora anche nelle industrie: soprattutto se è vero che, come affermava un lavoratore ferito e sopravvissuto all'incidente, che gli estintori erano quasi vuoti e/o scarichi; la Magistratura, e gli altri organi preposti alla vigilanza, accerterà le responsabilità delle parti e si conoscerà almeno la verità giudiziaria; ma un'altra verità è già accertata purtroppo: che in Italia, nonostante le leggi, chi ha potere e può condizionare sia chi le leggi le fa sia la loro reale applicazione visto che a volte basta un'indulto per passare la spugna. Non mi piace speculare e mi scuso con gli operai coinvolti e con le loro famiglie, ma mi chiedo cosa intenda fare questo Governo (che vede nella maggioranza forze che si dicono di sinistra) per migliorare la situazione e costringere le aziende non a badare solo alla produttività e al profitto ma anche alla sicurezza dei propri dipendenti. Intanto la lista si allunga con ieri e per fine anno ce ne, sis pera di no, saranno altri. Torna a fagiolo con il discorso del'altro ieri del Capo di Confindustria che invocava, patentementeusando dati "rielaborati" della Ragioneira dello Stato, maggiore introduzione di regole private anche nel pubblico impiego: e se queste regole sono le stesse che provocano un tal tipo di "problemi (come quello alla Thyssen)" forse è il caso che sia l'impiego privato che venga portato al livello di quello pubblico con consueguenze migliori per tutti soprattutto per gli operai!

Santoro mette a nudo la trappola mediatica

Nella puntata di annozero Santoro non si è smentito: deluso dall'attuale maggioranza e sempre con conticini aperti verso la precedente Santoro si è levato lo "sfizio" di mettere a nudo l'azienda per la quale lavora togliendo l'illusione di paillettes e lustrini e accendendo i riflettori della trasmissione su quanto accaduto negli anni di Governo della precedente maggioranza e che ha ancora oggi riflessi nonostante le promesse di cambiamento. Su una cosa ha ragione il nostro paese è nel suo intero un solo enorme "conflitto d'interesse" dato che non c'è angolo della vita italiana dove esso non ci sia tale è l'intreccio creatosi e sedimentatosi nel corso dei decenni. Fa specie, per chi non è accorto osservatore dei fatti di casa nostra, sapere e vedere come la manipolazione continua di fatti e notizie svii l'attenzione del pubblico e rafforzi il rincoglionimento generale, di cui sembramo soffrire tutti non da ora, abbassando il livello di percezione dei giochi che alle spalle dei cittadini vengono fatti distorcendo le notizie o omettendole (come ha anche dimostrato Travaglio). Non è un fatto isolato e non è un "fatto" solamente italiano: la tendenza è accertata e confermata in quasi tutto il paneta e ciò conferma la forza, ed il potere, che l'apparato dei media hanno acquisito nel corso degli anni di cui la punta di diamante è proprio la tv. Negli USA l'attuale Amministrazione ne ha fatto addirittura una linea politica nell'usare a proprio tornaconto i media. Quindi il problema è serio e intacca la base stessa della democrazia e della libertà perchè in realtà ci consente di capire che essi, come affermato da decenni ormai, sono solo concetti vuoti e senza senso dato che altrove i veri giochi della politica vengono fatti e che lo stesso cittadino che si ritiene libero, quando va a votare non lo è, perchè è influenzato nel proprio percepire la realtà, e quindi si ha la prova provata che il popolo bue è ancora tale dopo decenni di esercizio del potere democratico. Non sono ingenuo e dico io, prima cha altri lo dicano, che è sempre stato così: ma una società democratica gli anticorpi per le tentazioni autoritarie dovrebbe averli così come dovrebbe avere gli strumenti (legislativi, costituzionali ecc.) per evitare che ci siano situazioni di pressione psicologica che portino ad un "burning out" collettivo ma non è così e, grazie alla lezione impartita dalla propaganda nazifascista dei rispettivi minculpop, le tecniche di reindirizzamento della pubblica opinione sono più che mai attive e raffinate e davvero rendono da un lato non veritiero il voto (ed il conseguente indirizzo politico) e dall'altro rendono solo virtuali i riti (perchè ormai questo sono) democratici tradizionali dando ragione a chi non fa che ripetere che ormai essa è un simulacro che nasconde uno strisciante autoritarismo che mantenendo una formalità democratica in realtà rendono la gestione delal cosa pubblica (ed il controllo dello spazio politico) affare di pochi a scapito della società. E' triste dover convenire con questa analisi ed è altrettanto triste dover prendere atto che, per quanto sforzi si facciano, la faccia del potere (citando da Orwell) ossia "uno stivale che calpesta la faccia di un'uomo" è sempre la stessa e ,anzi, al contrario cresce proprio all'interno della società l'anelito ad una minore propensione democratica e, conteporaneamente, la rischesta dell'uomo forte che rassicuri e protegga dal vicino molesto così' come dallo straniero invasore. insomma i germi della dittatura di una minoranza (ricca e chiusa) su una maggioranza resa massa e passiva che viene controllata nel proprio intimo (ed indirizzata) dai media asserviti ad esso. Non meraviglia quindi il fastidio trasparso dai ceti della casta per i new media (e la conseguente richiesta di controllo giustificata dalal criminalità e altro come copertura) e per tutto quello sul quale non riesce a mettere le mani e a "normalzzarlo"............

giovedì 6 dicembre 2007

Cosa? Rossa? No Arcobaleno..........

Alla fine la montagnola partorì il topolino. Prima degli Stati generali della Sinistra (?) del 8-9 dicembre i leader dei vari partiti e cespugli si sono visti per sondare le possiblità di collborazione e se c'è spazio per un percorso comune sotto l'ombrello della federazione. In realtà dall'esterno l'impressione che se ne ricava è che abbia potuto più la paura di perdere peso (e poltrone) che un progetto di percorso comune che dovrebbe (potrebbe) sfociare in una futura alleanza rossoverde. Mancano volontà e progettualità comuni e di conseguenza mancano anche idee chiare sui cosa debba essere e come presentarsi agli elettori. C'è un buon 20% dell'Italia che con la sparizione di una sinistra qualsiasi non ha più rappresentanza nè sociale nè politica e quindi si trovano nelal condizione di subire attacchi dai centristi e dalla destra senza che ci sia nessuno che ne rappresenti gli interessi reali e politici. E il 20% è una bella fetta di voti e potere se ci fosse qualcuno capace di mettere dietro di se i vari cespugli sinistroidi. Invece, la situazione è esattamente opposta: c'è una area movimentista che non ha rappresentanza e che di volta in volta oscilla da una fazione all'altra e ci sono i vari partitini che rappresentano nicchie più o meno ampie del resto dell'elettorato. Non esistono più i Gramsci e i Bordiga e di conseguenza non ci sono ideali da scrivere o personalità forti che sono capaci di trascinare ma ideali da riscoprire (sarebbe già tanto rileggere Gramsci che a differenza di quanto pensino gli esponenti deboli di pensiero dell'una o della'altra parte ha ancora molto da far scoprire come si era già accorto non un ultimo arrivato come Croce, ma erano altri tempi.......) e già se ci fosse solo questo sarebbe un discreto passo in avanti perchè si potrebbe presupporre un tereno comune di punti programmatici da fissare, mentre in realtà di comune hanno poco e poca voglia di "delegare" ad una improbabile federazione che al momento ha solo un sapore elettoralistico: un pò poco se si volgiono attrarre voti e aree di consenso! E' vero che essendo italiano il "mai dire mai" è d'uopo (lo si è visto anche ieri sera nella trasmissione di Ferrara dove appunto c'erano i capi della sinistra e che hanno dimostrato solo la scarsa volgia di essere parte di un disegno unitario che non sia solo elettoralistico.

Liberalizzazioni: il lenzuolo non basta?

Come volevasi dimostrare sarà necessario un secondo intervento del Governo per "chiarire" le norme sulla portabilità dei mutui dato che il far west bancario italiano ha fatto orecchie da mercante sulla legge. Infatti non solo la portabilità è vanificata ma addirittura, come affermava ieri un noto quotidiano italiano, si dice al cleinte che non c'è possibilità e che la massimo si può rinegoziare all'interno della banca; in caso contrario c'è da andare dal Notaio ed i costi lievitano fino a quasi 3000 €: una cifra colossale per chi è già in difficoltà a pagare le rate del mutuo in violazione della legge che nvece afferma che il costo dell'operazione non dev'essere scaricato sul cliente. Insomma, a dimostrazione della forza del potere bancario, la lenzuolata "bancaria" è stata spazzata via dal vento corporativo ed essa si va ad aggiungere alle migliaia di leggi che pur se in vigore non hanno effettività. E, ci si chiederà, il Governo? Metterà nella Finanziaria una norma che "chiarisce (?)" che il tutto dev'avvenire senza costi per l'utente. Da che era partito come la liberalizzazione che avrebbe aperto un radioso futuro per la società italiana, grazie al mercato (), dove si sarebbe creata e raggiunta la felicità ci troviamo di fronte alla solita pezza all'italiana dove il cittadino ha diritti puramente nominali mentre l'effettività del diritto e del potere ce l'hanno in mano i poteri lobbistici come quello bancario. Un Governo, invece, davvero interessato al benessere del cittadino (che è il datore di lavoro dei politici) avrebbe previa consultazione, prima fissato regola chiare e precise con annesse sanzioni penali, civili ed amministrative poi dato il via al mercato con organi di controllo con poteri reali e incisivi e chi sgarra se la vede con l'organo stesso e con i giudici: una misura potrebbe anche essere la class action in questo campo. Naturalmente questo comporterebbe il presupposto che si smettesse di soffocare la giustizia, come invece avviene, tagliando i punti vitali dell'Amministrazione giudiziaria, ma questa è un'altra storia......................... ad oggi la situazione è questa: la politica è impotente di fronte alle lobby corporative e dietro essa i cittadini sono nudi e senza difesa di fronte al loro strapotere!!

mercoledì 5 dicembre 2007

I lavoratori pubblici italiani? per Montenzemolo tutti assenteisti

Il Fatto: la Ragioneria dello Stato ha elaborato dei dati sulla quantità di giorni, lavorati e non, nella Pubblica Amministrazione (non ci sono solo malattie, recuperi di giorni lavorati - ad esempio per i militari che tornano dalla missioni ci sono alcuni giorni di recupero che gli permettono di stare a casa, o forse non ne hanno diritto? -, ferie escluse, ore di straordinario non pagate ecc.) pubblicandole per fornire quell'informazione a cui tutti abbiamo diritto, visto che li paghiamo con le nostre tasse. Il Centro studi dalla Confindustria ha rielaborato i dati della Ragioneria aggiungendo oltre a quanto sopra un terzo delle ferie (a detta dei sindacalisti interpellati in proposito e di alcuni esperti). Montezemolo a questo punto (come argutamente fanno notare TUTTE, ma proprio tutte, stavolta nessuna esclusa, LE OO.SS.) ha tirato fuori la notizia sparandola come una cannonata; i risultati di questa "rielaborazione" sono sorprendenti: a Siracusa sono dei fulmini di produttività mentre a Bolzano dei fulmini assenteismo cronico; gli impiegati (civili e militari?) della Difesa che sono al top dell'assenteismo. In poche parole l'Italia finisce sottosopra. Tutto è possibile in questo folle paese però sorge un dubbio: chi, come il sottoscritto, conosce le zone di Trento e Bolzano, per fare un'esempio, sa benissimo il livello dei servizi che quelle Pubbliche Amministrazioni offrono, altissimo peraltro rispetto al resto del paese (una prova è che molti Comuni appartenenti a Regioni a Stuto ordinario hanno tenuto referendum per passare proprio sotto queste Regioni, sarà un segnale o no di gestione efficiente?), a livello dei paesi europei all'avanguardia. A Siracusa, magari, se non sono altrettanto bravi sarà anche forse colpa dei dipendenti inefficienti ed assenteisti (tutti? Siamo seri) ma non è che, magari, non è solo colp loro ma anche di quei comitati di affari "misti" di politica/malaffare/settori dell'imprenditoria inquinata che certo non invogliano la gente a lavorare e ad essere efficiente e se dovessero avere voglia di lavorare gliela fanno passare perchè lo Stato bancomat e non efficiente consente di introitare fondi che altrimenti sarebbero dati in maniera più selettiva (sono molte le inchieste in proposito e qualche magistrato si è anche fatto "male" indagandovi come ultimamente emerso). Insomma i dipendenti pubblici sono, in tema di assenteismo, in media con quelli privati se si prendono i dati correttamente e si porgono alla pubblica opinione in maniera altrettanto corretta; se si elaborano nella giusta maniera; e se non si cerca di dimostrare a qualunque costo un'assunto con il quale mandare messaggi trasversali alle controparti (dimenticando che lo Stato italiano è sempre stato molto generoso con gli industriali italiani in tema di finanziamenti, più o meno ufficiali, e agevolazioni fiscali ogni volta che questi battevano cassa mentre invece quando le cose andavano meglio si guardavano bene dal socializzare i profitti o reinvestirli in attività produttive preferendo invece lanciarsi in operazioni speculative e finanziarie spesso finite malissimo con tanto di code giudiziarie, lo "Stato Bancomat" appunto). O forse questo siluro serve per altri scopi? Ricordiamo infatti che c'è sul tavolo non la solo la trattativa sui rinnovi dei contratti dei metalmeccanici e di altre categorie private ma anche la riforma della contrattazione collettiva e la richiesta, con annessa minaccia di sciopero generale da parte delle OO. SS. di detassare i redditi da lavoro dipendente e i contratti mettendo in questo modo il dito sulla piaga della connivenza fra politica e poteri economici forti che hanno scaricato sui lavoratori dipendenti in questo ventennio le politiche liberiste fatte, e che invece hano tenuto al caldo i "rischi" che i potentati industriali avevano.

I giovani italiani? veri "gnurant" person (V.G.P.)

E' micidiale l'analisi del rapporto Pisa: è una vera debacle per i giovani studenti (e futuri cittadini del paese). Sono fra i più ignoranti del mondo, le sfumature e le eccellenze ci sono ma nella genralità dei casi non si li prenderebbe nessuno a lavorare. Rispetto all'anno scorso èndata anche peggio confermando il trend che vede il nostro paese scientemente in basso nella formazione delle future generazioni. Alla fine ci sono riusciti a creare l'elitè che sa qualcosa di tutto e la grande massa che saprà molto del nulla e poco di quello che è necessario per avere la possibilità di affermarsi nella propria vita. In certi casi ci sono problemi nella lettura addirittura e ciò non lascia presagire bene. Decenni di svilimento della scuola pubblica; tagli draconiani; scarsa preparazione dei professori; famiglie lontane e distratte ma soprattutto poco interessate a seguire i figli nella formazione scolastica; mentre i figli della elitè si preparano (anche loro male ma diverso se paghio ottieni sempre di più rispetto a chi non può, un figlio di un'operaio su 5 si può permettere l'Università, INCREDIBILE!!!) A PRENDERE IL POSTO dei padri nella società (ormai è ereditario) la stragrande maggioranza si trova nelle condizioni più o meno della fine del 1800 e, stavolta, senza nessun'anelito di ideologie sociali che spinge idealisti a impegnarsi di nuovo nella scolarizzazione di massa e nell'alfabetizzazione delle future generazioni. Si sa che il potere mal sopporta la cultura e l'intelligenza; si sa che le caste varia non vedono di buon occhio persone che appena assunte si informano se ci sono sindacati e quali sono le condzioni economiche e lavorative, ma soprattutto si sa che persone culturalmente preparate solo difficili di gestire quando si tratta di propinargli le balle che attualmente vengono dette. Ma soprattutto si sa che l'attuale sistema politico/economico vuole enormi differenze di clase per permettere a chi reddito alto di aumentarlo mentre gli altri si devono per poter respirare: solo in questo modo il malthusianesimo si potrà affermare in occidente e solo in questo modo potrà, il sistema di cui sopra, sperare di sopravvivere sulla fame altrui: non solo nei paesi del terzo mondo ma qui da noi. Questa è la società liberale: è libero che se lo può permettere (anche l'istruzione) e chi non ha soldi si accontenta e non deve nemmeno odiare dato che questa è la società dell'amore e della fratellanza nella quale la massa ama il potere come qualcosa di trascendentale mentre dalal proprie tasche lo stesso potre a proprio giudizio gli leva quello che vuole. Il potere sa perfettamente che che persone istruite ragionano e sono pericolose mentre è facile controllare chi sa poco e quel poco gli vien fatto anche pesare!!

Altra smentita alla strategia bushiana e occidentale

La CIA (e le altre agenzie di intelligence) stavolta non ci stanno a farsi mettere sulla graticola: l'Iran non ha la bomba atomica, non ha in corso l'arricchimento dell'uranio, il prgramma è fermo e se riprendesse ora solo nel 2015 circa ci sarebbe qualche problema. Insomma Bush e suoi accoliti (anche europei e nostrani), che aveva minacciato la III° guerra mondiale, smentito su tutti i fronti dalla propaganda agli allarmi contonui. Viene smascherata, invece, la "vera" guerra: quella delle elitès occidentali verso i propri popoli. Nel tenerli in stato di allarme continuo gli si sposta l'attenzione dalle nefandezze che in patria vengono compiute dal liberismo di cui le stesse elitès sono portatrici e che sta distruggendo a colpi di cannone il welfare faticosamente costruito nel '900. E' necessario un nemico esterno da odiare (possibilmente becero, cattivo, lontano e soprattutto crudele) per poter permettere a che ha il potere di sviare l'attenzione sui privilegi che tiene per se e le politiche affamatrici da far sorbire ai cittadini: è vero siamo in guerra ma è una guerra sporca delle peggiori perchè non è contro qualcuno ma contro qualcosa, la libertà e la democrazia. In realtà il Nostro ha già detto che si non aveva letto a fondo la relazione ma che secondo lui non cambia la situazione: l'opzione guerra è sempre sul tavolo; e come dargli torto? Fanno gola le riserve di petrolio così come fa gola alle lobby che lo sostengono le esigenze dello Stato filo-occidentale che c'è nell'area e infine le richieste di eliminare un pericoloso rivale degli Stati arabi alleati degli americani. Le pressioni sono forti e i profitti pure: quale miglior miscela per uno che si è messo al loro servizio trascinando con se un'intera nazione (peraltro armata fino ai denti)?

martedì 4 dicembre 2007

Dopo elezioni russe: il mercato applaude

Si sa che i mercati (ed i finanzieri) non ragionano come persone normali ed infatti SEMBRA, e dico sembra, che i mercati vedano molto favorevolmente (a differenza dell'OSCE, degli USA e della, meno alta, voce europea) questa svolta verso una democrazia autoritaria della Russia perchè sigificherebbe maggiore stabilità e possibilità di profitti. Pur sottolineando gli squilibri, dovuti al liberismo importato di sana pianta da Eltsin e dai suoi accoliti in Russia sotto la benedizione americana e della scuola liberista (Friedman M. in testa), sociali ed economici pare che molti analisti finanziari nel chiuso delle loro stanze stiano già facendo le proiezioni dei guadagni che dalla svolta russa potrebbero derivare alle grandi società d'investimento finanziario in quel paese. Non merviglia nessuno un tale atteggiamento visto che in passato il capitale andava prorpio laddove c'erano le macerie provocate dal FMI e dalla Banca Mondiale perchè lì, soprattutto se c'erano regimi autoritari (Cina in testa ma anche Filippine, Malesia, Indonesia, Cile, Argentina ecc.), c'erano meno controllo sociale e non esisteva quella fastidiosissima cosa che era la democrazia nelle sua varie articolazioni sociali e politiche o se proprio non si poteva evitare la noia "democratica" essa era addomesticata dal liberismo in nome della libertà di mercato che comportava i soliti tagli per modernizzare il paese (li conosciamo anche qui nulla di nuovo la ricetta è la stessa, i danni uguali, chi ne soffre gli stessi e soprattutto chi ci guadagna pur cambiandone il nome era il solito dato che i politici da anni ormai si sonoschierati, anche contro i loro popoli che li hanno, laddove previsto, eletti per difendere questo ingiusto sistema di potere), e soprattutto poche tasse e costo del lavoro (caro Karl Marx quanti danni hai fatto con i tuoi concetti di costo del lavoro e di merce............ sei un vero epigono del capitalismo moderno, altro che comunismo tu hai reso ricchissimo proprio chi ti criticava) ai minimi, se non sotto, il livello di sopravvivenza con annessa precarietà e mobilità (del capitale naturalmente mica dei lavoratori i quali quando provano a spostarsi sono poco più che immigrati clandestini e da tali trattati): esattamente quello che propugnano anche qui i vari economisti e lavoristi alla moda degli utlimi anni........ triste destino per il futuro. Ma, tornando al conquibus, il punto vero è la dissonanza fra politica e finanza (mica la prima volta che accade) che sembrano trovarsi su sponde opposte: nesuna preoccupazione perchè in caso di problemi la seconda scappa via alla velocità della luce e poi batte cassa ai governi di appartenenza per la perdita subita; mentre la prima, la politica, non può fare altrimenti: se propugna la democrazia con le armi non si può rimangiare dalla sera alla mattina quanto detto per anni e, anche se sottobanco tifa per i soldi che fanno girare l'economia, quindi di fronte alla pubblica opinione (che si ritiene in guerra infinita, ma giusto lei.....) non può, come vorrebbe, nicchiare e fare sorrisoni ai soldi che arrivano nei C.D.A. delle imprese che investono in quel genere di paesi e allora ecco, nell'ordine: le "preoccupazioni"; gli "auspici"; le "speranze", ecc. in realtà tutti specchietti per le allodole (cioè noi cittadini occidentali) che li mettono al riparo da critiche e ramanzine degli intellettuali al soldo di chi a quel pasto magari non ha partecipato perchè non ci è riuscito. Nulla di nuovo sotto il sole e soprattutto nulla di meno di quello che da anni i manuali, scritti nei santuari del liberismo, di economia chiamano "libertà di mercato = liberaldemocrazia" giocando sulla ignoranza di chi legge dato che liberalismo (anche nella forma animale del liberismo) non sono conciliabili se non mettendo la democrazia nella prospettiva liberale: in pratica snaturandola e svilendola del suo vero significato ovvero "la partecipazione, più o meno diretta, del popolo alla gestione della cosa pubblica senza elitès e senza professionisti della poltrona".

Forleo e De Magistris: costa caro a chi tocca la casta

Tempi duri per i magistrati che fanno il loro dovere, è molto probabile, infatti, che sarà aperta una procedura di trasferimento dei due magistrati che sono stati al centro di durissime polemiche (Forleo e De Magsitris) negli ultimi tempi portandoli a trasferimento coatti e a provvedimenti disciplinari duri nei loro confronti: tutto per avere denunciato pubblicamente pressioni e "inquinamenti" nelle loro inchieste e anche atteggiamenti ostili dei colleghi di Ufficio. Insomma a voler mettere il dito nella piaga: se si gira intorno alla casta ci si fa molto male: perchè prima o poi trovano sempre il modo o il cavillo o contano proprio sul fatto che, nel corso di indagini, non tutto può essere detto alla Commissione disciplinare anche se si è pubblicamente denunciato fosse anche una semplice intereferenza mentre tuti hanno visto come nella procura di De Magistris ci sia sta un pesante intervento esterno che gli ha fatto togliere di mano l'indagine che vedeva, fra l'altro, coinvolti i soliti "amici degli amici" dei politici; come ai tempi del CAF o dell'imperante pentapartito o andando più indietro quando tutto lo Stato era espressione del partito di maggioranza relativa che l'aveva occupato e non si muoveva foglia che questa consorteria non voglia. Messaggio chiarissimo anche per il futuro: siamo tornati state buoni e chi non si adegua ne vede di tutti i colori.

lunedì 3 dicembre 2007

demagogia e plebiscitarismo.................

Continuano i bagni di folla per il futuro, acclamato a furor di popolo, Capo del "Popolo delle libertà", così si chiamerà il nuovo partito, e continua la campagna acquisti di elettori e personaggi degli altri partiti ex alleati. In puro stile aziendalista l'azione è chiara e lucida (quasi pianificata a tavolino): fagocitare gli altri partiti e se proprio non ci si riesce togliergli di sotto il terreno elettorale facendoli sparire dal panorama politico. E mentre incessante è il lavorio, i bagni di folla (ora dal predellino ma domani da quale Palazzo?) continuano a ritmo serrato come una mediatica marcia di avvicinamento al potere certo e consapevole che anche dall'altra parte della (ex) barricata il lavorio è uguale e altrettanto incessante, anche se meno esposto alle folle cui sembrano diventati allergici, per creare il necessario "spazio vitale" alle legioni nuoviste e riformiste: tutti e due nella speranza che la gente non si svegli dal sonno mediatico e guardi la realtà dura e pura dei due poli, o i due partiti che si stanno costruendo, sono l'uno la fotocopia dell'altro e pochissime sono le divergenze reali fra le due oligarchie se non appunto quella di perdere o acquisire il potere. Si ci sono delle sfumature: chi si appoggia di più all'Europa liberista e chi guarda al vassallaggio verso l'impero americano; chi guarda alla Russia come astro nascente da usare come carta sui tavoli negoziali e chi aspetta sull'attenti gli ordini da oltreoceano, in ogni caso siamo sempre lì al centro dell'immobile panorama politico mentre la società va a rotoli completamente lasciata a se stessa tanto il mercato selezionerà i più forti e i meritevoli; tanto ci sono le formiche che tirano la carretta perchè le cicale possano vivere beatamente il loro sogno. E' il mercato liberista il loro ideale nella intepretazione italiana dove tutto è permesso se te lo puoi permettere e tutto è negato se non hai soldi; dove ti viene dato il minimo vitale per sopravvivere e i sindacati sono addomesticati e ingoiano tutto quello che gli viene proposto in nome della concertazione e della partecipazione alla tavola imbandita. Il sistema è morto, si potrebbe dire, da un pò ormai e noi staimo cedendo gli ultimi conati di vita quelli più pericolosi in quanto pur di restare dove sono la maschera la butteranno in un battibaleno: basti pensare alla balla del "siamo in guerra". Ogni giorno ci abituano all'idea di una guerra che loro vogliono ma che i nostri figli dovranno combattere (non i loro sia chiaro) ed i giornali si sono trasformati in bollettini di guerra che ci danno le notizie embedded così come i vari intellettuali (ricilati dal '68 in vario modo) ci spiegano come e perchè dovremmo accettare il messaggio i nome di valori che servono solo da paravento per la peggiore macchina di sfruttamento che l'uomo abbia mai inventato, il mercato appunto. Esso prima si è rivolto ai 3/4 dell'umanità e l'ha asservita politicamente ma soprattutto economicamente sfruttandola e titillandola con sogni che non esistono se non in tv e poi il mostro si è rivolto verso i paesi che ne sono propugnatori togliendo agli stessi Stati il controllo dell'economia e della società e mascherando questo processo come "modernizzazione" mentre invede è puro e semplice uso di risorse pubbliche per fini privati. L'unica speranza che rimane ai "n.i.p." è quella che alla fine il treno contro il muro ci sbatta quanto prima per evitare danni ancora maggiori a chi non ne ha colpa ma ne subirà maggiormente le conseguenze: per esempio, l'annuncio continuo di aumenti e inflazione che sale non fa altro che ridurre non le risorse generali che ci sono e abbondanti (dato che i profitti, il vero indicatore economico da tenere d'occhio, aumentano costantemente) ma scarseggeranno quelle per la collettività, come dire meno soldi per i servizi ma soldi a palate per chi investe nello Stato bancomat.

Chavez perde il referendum: ma non era un dittatore?

Ce lo presentavano come "IL" Dittatore per eccellenza: un bieco comunista mangiabambini che opprime le masse affamandole, impedisce il libero svilupparsi del mercato liberista (che è quello che affama davvero i cittadini); come un golpista che voleva ricostruire in piccolo l'URSS ecc., ecc. in realtà, e chi ci capisce di quelle zone sa benissimo che è così, Chavez ha dato una prova di reale democrazia: ha perso il referendum? Si dichiara sconfitto (non conta naturalmente che abbia peso per poche migliaia di voti) e riconosce che la proposta non era matura per la società del suo paese. Alla faccia del Dittatore oppressore: Pinochet e Videla impallidivano al confronto, erano dilettanti allo sbaraglio. Non dico che tutto quello che fa lo faccia per il bene del capitale straniero cointeressato a buttarlo a mare per ripristinare gli antichi fasti liberisti, ma sicuramente dà un'esempio agli altri, veri, dittatori che invece spingono per un referendum sicuri come sono di vincerlo. Ne esce rafforzato rspetto ai suoi avversari e ne esce rafforzata la democrazia venezuelana che ormai è un punto di riferimento per tutta la parte dell'America latina che spera di liberarsi dal giogo a tenaglia delle cosiddette Istituzioni internazionali e il vicino del Norte che li tengono sotto schiaffo. Forse anche qui in europa, in Italia in particolare, avremmo qualcosa da imparare da questo "dittatorello"..........................
Chi si ricorda la definizione (è un sincero democratico ) non può che rammaricarsi di come sia errata e fuorviante e utile solo finchè tornava comoda a chi la esprimeva. Le elezioni (sulle quali pesano tante ombre) in Russia si stanno solo rivelando per quello che sono: un plebiscito a favore del nuovo Zar (un pò come in Italia i bagni di folla che vediamo in questi giorni e che ci ricordano altre cose dei bei tempi andati). Da "amico" dell'Occidente si trasformerà nel nuovo nemico da abbattere con armi nucleari (che, c'è da pensare, saranno usate stavolta visto l'estremismo USA) dimenticando che è nato sotto l'ala occidentale. In realtà la Russia sta reagendo in questo modo all'abbraccio "colerico" del liberismo dallo spirito animale che ha distrutto lo Stato che Gorbachev stava, vanamente, tentando di costruire (che sarebbe somigliato molto alle democrazie nordeuropee o sono anche quelle comuniste?) dove le aziende sarebbero state date in cogestione al cooperativismo; mentre ciò non è accaduto dato che Eltsin eliminò tutto creando una classe di superricchi che divenrtarono i veri gestori del Paese. E' il vero addio a Eltsin questo. Ed è anche la nascita di una nuova forma politica dal metodo liberale in Russia (che già fu luogo dell'esperimento comunista poi fallito, vedimao se fallirà anche questo) con la quale mascherare la democrazia autoritaria che già in America ha importanti epigoni e fautori. Si conteranno i giorni perchè anche sui giornali occidentali i vari intelleuttuali di turno sposteranno l'attenzione dal "democratico stato russo" al nuovo autoritarismo in stile liberista che lo Zar sta creando essendosi assicurata (con oltre il 60%) la maggoranza nel paese. Lontani i tempi della caduta del muro di Berlino, così come sono lontani i tempi in cui i paesi ex sovietici speravano, con il metodo occidentale, e di liberarsi non solo dell'oppressore russo ma anche della tignosa amicizia nostrana. Lontani anche i tempi degli squali della finanza internazionale che scorrazzavano per la Russia a caccia di investimenti facili: Putin sta rinazionalizzando tutto e proprio con i loro soldi. Inoltre l'enorme quantità di risorse energetiche, gas in particolare, pone questo paese in una posizione di privilegio rispetto all'Europa che rischia di diventare terreno di scontro non solo economico ma anche politico/militare (prova ne sia il silenzio con cui le nostre Cancellerie non commentano la vittoria putiniana) anche se voci sui massmedia dissonanti dall'assodante silenzio ci sono ma sono voci nel nulla con buona pace degli "interessati" amici che conta da noi. Il bello verrà ora dato che avendo in mano tutte le leve del potere cercherà sempre di più (spingendo sul nazionalismo panrusso all'interno e su una spregiudicata politica estera) di riportare il suo paese ai fasti precedenti.

domenica 2 dicembre 2007

Continua l'offensiva papale: ora tocca all'ONU

Dop aver stigmatizzato e inveito conto le ideologie ora si rivolge all'ultimo santuario occidentale:l'ONU.E' a tutto campo ormai: convinto che la fede, la sua naturalmente, sia l'unica salvezza si rivolge ora all'ONU definendola come pervasa dal relaltivismo morale. E' singolare che prima Bush, conservatore religioso, e il Papa attachino l'Isituzione, che fra mille limiti e veti imposti dallo Statuto e dai potenti, che per anni si è impegnata (male o bene almeno ci ha provato altri parlano e basta) per tenere in pace le nazioni. Suona strano quest'attacco ma non giunge inaspettato: se vuoi affermare il tuo ruolo devi sminuire quello altrui. L'Onu non ha brillato in questo cinquantennio però mi chiedo cosa hanno fatto gli altri? E il Vaticano cos'ha fatto? A me pare integrato perfettamente nel sistema ocidentale: ha istituzioni finanziarie potentissime; una diplomazia fra le migliori e con esperienza millenaria, ecc. E non mi pare che abbia rinnegato l'idea base del relativismo tanto criticato al contrario la usa scientemente tutti i giorni e si comporta come qualunque altro stato del sistema occidentale: non vedo differenze se non nei toni: gli Stati, cosiddetti, laici parlano di democrazia e attuano lo sfruttamento il Vaticano parla di fede ma poi giustifica, nel catechismo, la guerra eticamente giusta se non ci sono altri mezzi, non male.

dal 2008 aumenti di circa 1000 € (55 solo di aumenti in bolletta)

Se qualcuno aveva dei dubbi sul modo di usare la tredicesima ora essi sono spariti: serviranno come riserva per coprire, oltre a tutto il resto, gli aumenti delle bollette per l'anno prossimo. Altro che regali e cianfrusaglie sono soldi vivi che intaccano le spese di famiglie: e se saranno sagge le metteranno da parte per evitare problemi. Si ci saranno tavole imbandite e cenoni però le formiche potranno alla lunga vedere qualche frutto solo se saranno risparmine al massimo. D'altronde se è vero che il principio base del liberimso è scocializzare i costi e privatizzare i profitti, la casta festeggerà i successi ottenuti; mentre il Governo di centro(ex? sinistra), uguale al governo di centro(attuale destra, anche se sono uguali) potrà fare il bilancio dell'anno in realtà il risultato sarà sempre lo stesso: le cicale potranno cantare perchè le formiche rispamiano per l'inverno e sopportano il peso della fatica di vivere sopra le righe di quelli che o non pagano le tasse o le pagano di meno, o sono così bravi che le pagano ma sempre con l'idea di farne pagare di più alle formichine. Non ci pensano nemmeno ad esempio a levare la doppia iva dalle bollette così come non ci pensano nemmeno a levare le tasse dai carburanti, scherziamo? E loro come campano? Davvero un bel natale!

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