giovedì 15 novembre 2007

L'Italia al bivio? ma di cosa?

In queste settimane c'è stato di tutto: fra annunci di spallate; giochi di ruolo; partitini che si disassano e si riassemblano (Dini per esempio con Mastella?); trattative sottobanco che vengono puntualmente, e giustamente, riferite sulla stampa prefigurando le future alleanze post voto e post riforma elettorale, insomma post tutto quello che non riguarda da vicino i cittadini che hanno ben altri problemi, molto più reali, da affrontare; insomma nell'ennesimo giro di valzer in puro stile gattopardesco dove contano le occhiate più che i proclami una sola cosa è certa: che le due leadership dei poli sono profondamente in crisi delegittimate dalla vorticosa girandola che ha innescato il nuovo, per ora unico, partito di centro: il ParDem. Che di problemi ne ha molti non ultimo quello di non perdere posizioni e voti a sinistra (ammesso che esista ancora una sinistra in Italia) ma di conquistare saldamente il centro del panorama politico scalzando la CdL dalla rappresentatività dello stesso. Ed è proprio il partito di FI che sembra risentire maggiormente del contraccolpo se è vero, come sembra vero, che B. da quell'uomo di comunicazione e animale politico che è ha immediatamente capito l'antifona ed ha dato vita a circoli BMV e rimesso in auge i cosiddetti Circoli del buongoverno dando l'impressione di abbandonare al proprio destino proprio il partito-azienda di FI da un lato ma anche di voler parare il colpo degli "infidi" alleati (gli rimane la lega che è poco per uno come lui) finiani e casiniani che stanno dialogando con il "nemico". E mentre rafforza la chiusura al dialogo verso il versante opposto per bilanciare le suindicate aperture, sa benissimo che in un modo o nell'altro con questa nuova entità ci si dovrà dialogare e progettare nuove alleanze se vuole restare a galla politicamente: non vale più lo spauracchio (per le allodole) del comunismo incipiente, nè della contrapposizione dei blocchi dato che gli altri (amici e avversari) sono già oltre essi e corrono verso future riaggregazioni. Stiamo vedendo forse il suo tramonto? Mah. Una cosa è certa mentre si progetta la III° Repubblica la seconda l'abimo saltata a piè pari a scapito dei cittadini che vi avevano creduto..............

Rettifica doverosa: la class action passa per un voto

Contrariamente a quanto detto nel post 1048 dove davo per scontato che fosse respinta la class action soprattutto per il lavoro di lobby che i poteri forti hanno messo in atto ho appreso ora che essa, presentata "per errore" da un senatore di FI essa è passata per un solo voto provocando un moto di reazione di alcune corporazioni che hanno definita "rozza" questa proposta (come dicevo nel post "incriminato") e mettendo in difficoltà il Governo centrista: subito infatti è intervenuto il Ministro Bersani che ha subito affermato che è "migliorabile". Quindi, come è facile fare post che ci fanno fare bella figura è anche facile fare post dove si rettifica quanto di errato si afferma. In questo caso l'errore è parziale: perchè il lavorio sottobanco per non farla passare è continuo è incessante e più di una voce di corridoio (e qualche agenzia di stampa) hanno dato per bocciata già in Commissione la class action e solo stasera durante il forcing per far passare al Senato la Finanziaria per un cosiddetto "errore" è stata approvata: forse è stata data una piccola polpetta avvelenata alla maggioranza mettendola in difficoltà con i referenti "esterni" e le controparti sociali. E' giusto che le Assocazioni dei consumatori gioiscano del fatto ma è meglio tenere nervi saldi dato che il cammino è lungo ancora molto lungo ed i "miglioramenti" che accontentino tutti sono ancora possibili come ben sanno quelli che inizialmente hanno "gioito" per le lenzuolate bersaniane salvo poi ricredersi qaundo si è capito che dopo le "negoziazioni" con le varie coprorazioni presenti nel paese e nella società vi avevano messe sopra le mani facendo diventare quelle che dovevano essere una rivoluzione si sono rivelate poco più pannicelli caldi che non servono a nulla se non ad aumentare la frustrazione del cittadino. Quindi io rettifico la parte del suddetto post che dava per scontato che la class action fosse bocciata ma non sono ottimista per il proseguimento del suo cammino all'interno della finanziaria.

Cultura sociale e cultura di massa: ma 'dde chè?

"LA VIOLENZA GENERA RISPETTO".... c'era scritto su un muro di una città che ho visitato di recente ed è significativa del momento perchè alla violenza becera e fine a se stessa nelle strade ci sono altre forme più o meno latenti (o patenti) peggiori che comunque sono il segnale che la società del consumo sfrenato e liberista ha vinto la guerra della tolleranza: rompendo i vincoli sociali per spingere gli uomini a "competere" fra loro, lotta dalla quale ne escono pochi e di essi uno solo emerge alla luce del sole mentre gli altri rimangono indietro, creando i vincitori e i vinti. Ma non solo questa violenza che ci facciamo da soli inseguendo miraggi di arricchimento ma c'è anche un'altro genere di violenza: quello che ogni giorno è provocata dal disagio e dalla frustrazione (per non parlare della alienazione dal sè e dal diverso) e qui mi soccorrono alcuni fatti di questi giorni: la condanna a 30 anni del padre di Hina, la ragazza uccisa dai familiari perchè era troppo occidentale); la scarcerazione degli ultras arrestati; la non condanna di 34 spacciatori perchè "fra leggi garantiste e indulto in galera non ci entrerebbero nemmeno". Non li sto a commentare direttamente perchè diventerebbe un'analisi sociologica lunga e noiosa ma quello che mi preme qui sottolineare è che sono sintomatici di una situazione sociale nella quale avendo come miraggio l'esternalizzazione delle funzioni base dello Stato e la sua riduzione all'osso (e se possibile vendere anche quello) non ci si può meravigliare che ci siano accadimenti come quelli citati, anzi temo che diventeranno la norma nella società post moderna dato che mentre le elitès si "fortificheranno" nelle loro fortezze del privilegio o per meglio dire nella zona verde, di stampo irakeno, gli altri i normali come noi o per meglio dire la massa, o popolo bue, saranno immersi nella zona rossa sociale dove vige la sopravvivenza e l'aspirazione ad entrare nel mondo dorato dei privilegi a scapito degli altri. Non è uno scenario futuribile dato che le città fortezza ci sono già in giro per il mondo (interamente costruite da privati e protette da guardie mercenarie private) dove, se puoi pagare, c'è tutto mentre all'esterno c'è gente che non ha nemmeno i soldi per sopravvivere. Qui ci stiamo arrivando un pò alla volta e lo Stato si sta ritirando dai campi in cui prima interveniva un pò alla volta ma con costanza per lasciare spazio al libero esplicarsi del mercato e del profitto: il problema è che nemmeno più la respressione dei reati e il diritto sono appannaggio della struttura statale ma privatizzati e quindi perchè scandalizzarsi se gli esterni (o irakeni o ultras o spacciatori scarcerati) a loro modo ne demoliscono, a vario modo, i simboli materialied ideali: a volte con i kamikaze, a volte con gli assalti alle caserme; a volte con sentenze assolutorie shoccanti (vedi spacciatori) o fintamente punitive dato che si sa benissimo che anche se condannati a 30 anni fra indulti, condoni, sconti di pena e altro dopo 7 (a essere ottimisti) si è già fuori.......... Ecco quello che non ci dicono le caste dominanti della parte oscura del mercato deregolamentato: se te lo puoi permettere hai tutto dato che tutto è disponibile sul mercato a prezzi fatti da esso ma se non hai mezzi i mezzi sei un'invisibile e non "pesi" non esisti sei solo massa o parco buoi e, nonostante, t'imbottiscano la testa la testa con parole vuote come democrazia, libertà ecc in realtà sei un prigioniero senza muri o carceri perchè lo sei nella mente e delal vita cui sei condannato finchè servi. Ci scandalizziamo delel caste indiane o delel società islamiche retrive ma in Occidente stiamo creando un'altro mostro: la suddivisione in classi chiuse dove chi può "accede" a tutto (comprese libertà, democrazia, diritto, soldi ecc.) chi non può non esiste........................ E ancora una volta Karletto Marx aveva visto giusto: dovreebbero fargli un monumento dato che le sue teorie (come anche quelle della scuola classica e neoclassica dell'economia) si sono dimostrate veritiere almeno dal punto di vista della configurazione socio-economica; si spera che anche il resto si dimostri vero: che il capitalismo come mostro leviatano divori se stesso e crei i germi che ne permettano il superamento e la ricostruzione della società sui bisogni ponendo al centro l'uomo: ma qui siamo nell'uopia ed io a differenza di altri credo nell'evoluzionismo relativista che permetta alla scimmia umana di capire che è meglio fare un passo indietro dal baratro che finirci dentro di sua sponte.

Un'esempio di democrazia parolaia? respinta la class action

Già con voto, che definire a sorpresa è uguale che avere non bistecche ma interi quarti di carne sugli occhi, è stata respinta la class action ossia la legge che avrebbe eprmesso ai cittadini truffati di unirsi e fare un'unica causa contro i truffatori anzichè imbarcarsi in singole e dispendiosissime cause che alla fine non ti ripagano del danno subito (visto che fra spese di avvocati, giudiziarie, appelli, ricorsi in pratica non ci si rientra) e lasciano praticamente intoccati i truffatori. In seguito alle azioni lobbistiche fatte in Parlamento una delle poche cose buone che dagli USA ci è arrivata non viene applicata nel nostro medievale paese che vive e vivacchia sulle furbizie e sull'ignoranza: se c'era un motivo per il quale la casta politica avrebbe potuto dare un segnale di discontinuità rispetto anche al recente passato era proprio questo, invece si è preferito ascoltare il richiamo delle sirene finanziarie e dei padroni del vapore che hanno suonato la carica sventolando lo spauracchio della lesione alla libertà e alla funzionalità del mercato: in pratica alla libera caccia degli allocchi, o buoi, da spennare a seconda delle circostanze un pò alla volta o rapidamente che continuerà ancora per molto tempo grazie alla casta e alla elitè cui è evidentemente legata.

mercoledì 14 novembre 2007

la politica delle emergenza: romeni, tifosi, violenza ecc.

Siamo il paese delle emergenze, viviamo su e di esse esse e intere maggioranze si formano, vengono elette, si frantumano e si ricompattano figlie dell'allarmismo sociale continuo che ha un paese come il nostro che non è mai stato capace di governare il quotidino ed investire su se stesso e sui suoi figli migliori. Incapapcità di programmazione soaicle ed economica e gestione politica basata sul trend sondaggistico/ unimodale sono la vera bussola dei ceti dirigenti fin da quando, cadute le ideologie, c'era il nulla sul quale costruire le nuove aggregazioni ed equilibri. Ecco perchè scoppiano a ritmo continuo le cosiddette emergenze: esse in realtà non sono realmente tali ma problemi quotidiani che un normale paese dovrebbe affrontare nell'era della globalizzazione liberista e dell'interdipendenza economia che provoca flussi migratori. Invece ogni volta, e solo a seguito di eventi tragici, si scopre un'aspetto che prima si faceva finta di non vedere e non sapere (complici i media tutti) o almeno li si lasciava cadere nella genrale indifferenza. E' una del potere questa: sia chiaro. E' un modo di controllare i flussi emozionali sociali provocando shock continui mentre altri fanno passare leggi e provvedimenti che ritengono necessari: un'esempio? Il fattaccio di Tor di Quinto, cos'ha provocato? Un'ondata emozionale; un'improvvisa movimentazione di romeni indesiderabili; l'emanazione di un decreto per le cosiddette espulsioni facili (peraltro bocciato dalla UE); qualche misura in più repressiva. E poi? null'altro. La vicenda giudiziaria prosegue e lo sbandato che ha commesso il reato molto probabilmente uscirà fra qualche anno. Un pò poco per un paese che pretende di essere una potenza economica e vuole competere con gli altri. Si dirà, forse, che non è possibile programmare i problemi e risolverli: vero ma c'è un ma, ossia che i problemi per essere risolti prevedono investimenti e la ricostruzione del Welfare con soldi che nessuno è disposto a cacciare per puro altruismo: anzi i tagli draconiani continuano e il Welfare è sempre più il fantasma di se stesso mentre la società è sempre più frustrata e impotente e sfoga questo stato d'animo in semrep più estreme esplosioni di violenza alle quali certo non si risponde solo facendo le anime belle o le decretazioni, o mettendoci una toppa. Serve altro molto altro.............

martedì 13 novembre 2007

Il Ministro Amato e l'aula vuota

il Ministro dell'Interno Amato ha fatto il punto della situazione in merito alla morte del giovane Sandri spiegando le vicende così come risultano allo stato dell'arte le indagini esponendo il parere delle risultanze e ribadendo la volontà di non lasciare angoli bui in questa vicenda. Ha anche però dato l'impressione che per quanto riguarda gli incidenti gravissimi avvenuti in alcune città d'Italia che hanno anche visto l'assalto a Caserme della Polizia e dei Carabinieri si è avuta netta l'idea che lo Stesso se ne lavasse le mani prendendo atto che lo Stato, per un'intero pomeriggio e la notte successiva, avesse abdicato alle funzioni di preservare la sicurezza dei cittadini consegnando di fatto le città alle bande che le hanno messo a ferro e a fuoco e lasciando soli i funzionari e i poliziotti a gestire "l'ordine" pubblico. Ma quello che più tristezza in tutta la vicenda e l'aver visto l'Aula parlamentare desolatamente vuota a parte quelli del ParDem e pochi altri rappresentati segno dell'assoluta indifferenza e mancanza di rispetto sia per il giovane morto tragicamente sia per quanto accaduto dopo con le centinaia di poliziotti feriti o assediati: se serviva ancora una volta una prova della lontananza della casta dalal realtà questa è la prova definitiva credo!!

Tifoso ucciso: nessuna responsabilità dei media (blog compresi)?

Non è facile parlare in questi momenti senza attirarsi gli strali di qualcuno ma bisogna anche attirare l'attenzione in qualche modo sul ruolo dei media in questa vicenda. Ripeto non faccio processi, non tocca a me (anche perchè cambia tutto in poche ore, infatti pare che almeno uno dei colpi sia ad altezza d'uomo e quindi la prospettiva delle cose è diversa), ma una semplice riflessione. Da cittadino. E' chiaro che come in ogni paese che si definisca (?) liberale (liberista) e democratico (oligarchico) i media hanno un preciso diritto/dovere: quello di informare; di solito c'è una regola che dice prima il fatto poi il commento ma quante volte viene disattesa? Ma è vero che i media proprio perchè hanno una responsabilità, a fronte di un diritto, devono saperla gestire. Innanzitutto compito del legislatore dovrebbe essere quello di impedire commistioni fra media ed imprenditoria non pura (nel senso che dovrebbe essere favorita l'imprenditoria mediale senza pericolose connivenze fra essa il mondo industriale, finanziario ed assicurativo per non parlare di quello bancario) perchè a volte è fortissima la sensazione che essi siano pilotati: non che gli editori impongano linee editoriali e quello che devono scrivere (accade ma non è contrario alla legge anche se eticamente discutibile) ma è che a volte si ha l'impressione che gli stessi "dipendenti" siano più realisti del re e quindi si facciano trascinare dalla reverenza o dal semplice "anche noi teniamo famiglia". Stessa cosa vale per quelli pubblici: la cosa auspicabile sarebbe il "niente invadenze da parte del mondo politico" invece sappiamo benissimo cosa accade a seconda del potente di turno che imbottisce di propri uomini il servzio pubblico; se è pubblico non dev'essere di parte (in pratica non ci dev'essere il cosiddetto manuale Cencelli) e anche se ingenuo dirlo non è una cosa che in un paese maturo dovrebbe esserci. Invece accade esattamente il contrario e non solo in Italia ma praticamente dovunque: dagli USA al nostro paese dovunque il potere sia pubblico che privato chi investe la prima cosa che fa è l'acquisire il controllo ben sapendo che attraverso le comunicazioni e i media si cotnrolla la cosiddetta pubblica opinione ma anche le persone comuni che vengono indirizzate in un senso anzichè nell'altro: un'esempio? Ce ne sono milioni ultimo il delitto di Erba o appunto il tifoso ucciso che sono esemplari tipici del trattamento dell'accaduto; prima si crocifigge una parte e si guarda l'effetto poi l'altra e si guarda l'effetto senza mai guardarsi allo specchio e comprendere in realtà i danni fatti, anzi autoassolvendosi in nome del diritto di cronaca ecc. In realtà tutto o gran parte dipende dal trattamento dei media: in politica ad esempio la fortuna di un candidato dipende dalle cosiddette luci della ribalta che i media accendono. Ecco perchè è necessario che essi siano eterodiretti e non gestiti da gruppi definiti: meglio ancora se da editori puri. Il Governo ad esempio può influenzare attraverso i finanziamenti però è una cosa non duratura ma se la lo stesso governo dipende dall'appoggio dei gruppi di pressione allora, come in Italia , cambia e abbiamo sotto gli occhi si vede cosa accade.......

lunedì 12 novembre 2007

Un giovane ucciso; una violenza inutile

Ora a mente un poco più fresca dico la mia sul giovane ucciso nel piazzale dell'Autogrill ieri. Innanzitutto dico che fino a sentenza definitva siamo tutti innocenti e quindi calma e sangue freddo!! Ci sono le indagini in corso ed il Capo della Polizia in persona ha dichiarato senza senza mezze misure che nulla sarà lasciato al caso e quindi se lo dice il Dirigente Capo della Polizia di Stato gli va datto che ora lo si deve lasciare lavorare e accertare fino in fondo le responsabilità. Detto questo non mi va di giustificare le violenze scatenatesi ieri in alcune città (Roma in particolare) doo la diffuzione della notizia. Io divido gli accadimenti: una cosa è quanto accaduto nell'Autogrill; una cosa è imporre con la forza lo stop alle partite; un'altra è scatenare la guerriglia urbana. La tragica vicenda dell'Autogrill va seguita e bisogna valutare cosa davvero è accaduto e solo dopo ci si potrà fare un'idea ma soprattutto ci sono tre gradi di giudizio che possono accertare la verità (almeno giudiziaria). Non trovo giustificato che le tifoserie abbiano imposto in alcuni campi lo stop della partita: è segno di debolezza del sistema calcistico e delle istituzioni che vi ruotano attorno; ma questo non mi meraviglia dato lo stato di degrado di tutte le istituzioni italiane (che fra tagli e delegittimazioni hanno perso o almeno danno quest'impressione la cosiddetta alterità); non giustifico invece le violenze: è morto un giovane tifoso che stava andando alla partita ma questo non deve, a mio parere dare il là alla massa di persone di vendivcarsi con le proprie mani dato che non c'è solo la giustizia ma anche la necessità di accertare i fatti come sono accaduti; ma soprattutto se un'operatore della Polizia sbaglia non si può dire che tutta la Polizia sia responsabile. Lo stesso discorso vale anche quando la chiarezza, pur necessaria allora e non ancora interamente accertata, andava fatta subito come al G8 di Genova dove i comportamenti non proprio trasparenti delle forze dell'ordine, e di chi le gestiva, non possono dar danno luogo a generalizzazioni. Se vale il principio che ogni fatto è a se stante bisogna giudicarlo anche a sè o al massimo nel contesto nel quale si è verificato e non farne una catena infinita di qcui ad un certo punto non si ricorda più l'inizio ma soprattutto non se ne vede affatto la fine. Guardando le immagini delle devastazioni fatte non mi può non sovvenire l'idea che i facinorosi (visto anche il livello di organizzazione militare dimostrato) fossero già pronti per un'eventualità del genere e si aspettava solo la deflagrazione che purtroppo hanno avuto. Troppi anni di connivenze fra società calcistiche hanno creato questa situazione così come leggi ipergarantiste hanno determinato la quasi impunità di chi commette tali cose: in Inghilterra hanno quasi eliminato gli hooligan inasprendo non solo le pene ma togleindo anche alcune garanzie; non sono uno di quelli che dice "tutti in galera" ma sostengo che uno Stato che voglia garantire davvero la sicurezza dei propri cittadini non può consenitire che per decenni il bubbone delal violenza negli stadi e fuori da essi sia relegato solo ad una questione di repressione delle Forze dell'Ordine: ci vuole altro.... molto altro!!

domenica 11 novembre 2007

Lo spauracchio della I° Repubblica

E come tutte le cose (italiane) si ritorna al punto di partenza. Dal 1992, in seguito ad un referendum popolare, c'era un sistema maggioritario corretto il cosiddetto Mattarellum poi modificato nel Porcellum; ora invece cosa accade? Prorompe un grido celato: W il proporzionale!!. Dov'è stata l'evoluzione? Si va avanti a tentativi evidentemente. Si c'è il correttivo tedesco dello sbarramento del 5% (forse) ma in sostanza, come in Germania, si ritorna al sistema che ha consentito di vivacchiare alla classe politica per quasi 50 anni con un centro "barometrico" e l'intero asse politici che vi gira intorno. Le aperture di UDC, AN, PRC sono quasi d'obbligo se non vogliono essere risucchiati nel referendum però il vero sospetto è che gli obiettivi siano molteplici e variano a seconda dello schieramento. Nella destra gli argini sono rotti e UDC e AN ormai navigano verso il centro a vele spiegate, voglia o non voglia (l'ex) il Capo della CdL e la lega (che ormai sono rimasti gli unici a credere in spallate e esprimere i propri voti per un ritorno immediato alle urne nella speranza che si ricreino i poli così come sono ora); nel centro dal ParDem all'UdC ormai il percorso sembra chiaro: tenere su con gli spilli questo Governo, approvare la riforma elettorale, andare alle urne il prossimo anno e partire con un bel centrone che comprende tutti insieme appassionatamente! Quello che stupisce è il PRC che evidemente ha altri obiettivi ma non di Governo ma alla propria sinistra: elimiare in un colpo solo la foresta di partitini e fagocitare il movimento ponendosene a capo; d'altronde non hanno mai nascosto la loro "voglia di proporzionale" nel corso dei decenni e questo va a loro merito. Questo nei voti naturalmente, ma a mio parere il rischio è un'altro: essendo italiani non hanno fatto i conti con la nostra natura litigiosa e bizantina: nulla vieta che una volta eletti nascano una miriade di partitini dopo l'entrata in Parlamento e quindi punto e a capo. non è possibile? Dimenticate una cosa: quando fu approvato il referendum che faceva nascere il Mattarellum si diceva che i partiti si sarebbero cosa che invece non è stata, al contrario essi sono aumentati esponenzialmente e immagiante invece di reintrodurre un sistema come quello ora prospettato e credete davvero che i partiti si ridurranno?

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